Corpus Christii – Delusion

Delusion non è solo un lavoro con lo sguardo rivolto al passato, perché il malessere ed il disincanto sono oggi ancor più di allora compagni non graditi dell’umanità, e i Corpus Christii veicolano al meglio tali sentimenti senza trincerarsi dietro produzioni minimali o esecuzioni strumentali approssimative.

Con i Corpus Christii ritorniamo nel fertile sottobosco del black metal portoghese, incontrandone una delle due espressioni più longeve.

Nocturnus Horrendus, al secolo Alexander Mota, è uno dei personaggi di spicco della scena, muovendo i primi passi con i Corpus Christii addirittura già nel secolo scorso, oltre ad essere attivo in altre band tra le quali vanno citati senz’altro i Morte Incandescente.
Delusion è l’ottavo full length per questo suo progetto, nel corso del quale è stato accompagnati da diversi musicisti e che vede oggi quale suo partner J. Goat; a livello stilistico il black che viene qui offerto non presenta particolari peculiarità puntando tutti sull’ortodossia e sull’impatto, facendo propri i modelli scandinavi e restituendone gli spunti in maniera piuttosto fedele.
Proprio questo dato, che a molti potrà apparire un punto debole, è semmai l’aspetto fondamentale che giustifica ampiamente una tale scelta stilistica: quello dei Corpus Christii è IL black metal, cupo, misantropico, incompromissorio e privo di concessioni melodiche o atmosferiche, come forse non si suona nemmeno più nelle lande dove il genere è nato.
Proprio la scena portoghese, come abbiamo già avuto modo di constatare direttamente parlando di una serie di uscite davvero convincenti, in tal senso si può considerare la più degna continuatrice, almeno a livello attitudinale, di quel movimento che all’inizio degli anni ’90 cambiò non poco il modo di intendere e vivere il metal estremo.
Delusion non è però solo un lavoro con lo sguardo rivolto al passato, perché il malessere ed il disincanto sono oggi ancor più di allora compagni non graditi dell’umanità, e Nocturnus Horrendus veicola al meglio tali sentimenti senza trincerarsi dietro produzioni minimali o esecuzioni strumentali approssimative; qui tutto è reso in maniera intelligibile ed adeguata ai tempi, facendo pervenire anche ai più duri d’orecchi un messaggio forte e chiaro: il black metal è sempre vivo e vegeto, e anche chi lo detesta dovrà necessariamente farci i conti per molto tempo ancora.

Tracklist:
1. The Curse Within Time
2. Chamber Soul
3. Become the Wolf
4. I See, I Become
5. Facing Concrete Mountains
6. Seeker of All
7. I Am the Night
8. Near the End
9. Carrier of Black Holes

Line up:
Nocturnus Horrendus – Guitars, Bass, Vocals, Lyrics
J. Goat – Guitars, Bass

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