Crest Of Darkness – Welcome The Dead

Torniamo ad occuparci dei Crest Of Darkness, creatura infernale generata dalla mente di Ingar Amlien, che ci accompagna da ormai circa un ventennio.

Come ho già avuto modo di dire in occasione dei lavori più recenti, il musicista norvegese per motivi anagrafici è arrivato a maneggiare la materia con un approccio diverso rispetto ai suoi più giovani connazionali, quelli che in prima persona generarono quello che oggi conosciamo come black metal.
Infatti, Amlien, mentre qualcuno si dilettava a bruciare chiese o a commettere altri atti criminosi che portarono alla ribalta il movimento anche per motivi extramusicali, costituiva una delle travi portanti dei Conception, autori di un elegante power/prog metal che li portò a riscuotere un certo successo nella prima metà degli anni novanta: il suo approdo al black, quindi, avvenne con qualche anno di ritardo rispetto alla genesi del genere e questo, assieme al suo retaggio musicale, ha reso in qualche modo differente la produzione dei Crest Of Darkness rispetto a quella più tradizionale.
Tale scostamento non va ricercato nell’approccio stilistico vero e proprio, in quanto quello del trio norvegese, anche se contaminato da una buona componente death, segue in maniera abbastanza fedele i dettami codificati a suo tempo, risultando però una spanna sopra la media delle uscite del settore grazie ad una cura dei particolari ed all’abilità tecnica che è, comunque, nel DNA di chi si cimentava in gioventù in generi molto esigenti da questo punto di vista.
Con l’ausilio di altri due abili musicisti, il chitarrista Rebo ed il batterista Bernhard, neppure loro più di primo pelo, Amlien conferma e rafforza, con Welcome The Dead, tutto quanto di buono realizzato specialmente da quando la discografia della sua band ha ripreso vigore ed impulso, dopo un lungo periodo di silenzio a cavallo degli ultimi due decenni.
L’album si rivela così intenso, cattivo, suonato e prodotto ottimamente e privo di cali di tensione: se vogliamo, ai Crest Of Darkness manca quel pizzico di urgenza compositiva che si può rinvenire in chi si avvicina al black con il piglio nichilista e blasfemo dei ventenni, ma brani come la title track, The Almighty e Scourged And Crucified costituiscono esempi inattaccabili di arte nera, come del resto buona parte delle restanti tracce, impreziosite spesso da assoli di chiara matrice heavy, sciorinati dall’ottimo Rebo.
Fanno eccezione due episodi particolari, come l’acustica My Black Bride e la conclusiva Katharsis, nella quale il recitato dell’attore norvegese Espen Reboli Bjerke conferisce ulteriore e solenne evocatività ad un sound che, in questi ultimi minuti del disco, si fa più meditabondo e rallentato.
Welcome The Dead è un lavoro che non tradisce le aspettative, e del resto i Crest Of Darnkneess ed Ingar Amlien sono nomi che forniscono ampie garanzie in tal senso, e così sarà finché il maturo musicista scandinavo avrà voglia di continuare a forgiare, con la medesima convinzione, l’arte metallica nei suoi tratti più oscuri e corrosivi.

Tracklist:
1. Welcome The Dead
2. Chosen By The Devil
3. Scourged And Crucified
4. My Black Bride
5. Borrowed Life
6. The Almighty
7. Memento Mori
8. The Noble Art
9. Katharsis

Line-up:
Ingar Amlien: vocals, bass, guitars on “My Black Bride”
Bernhard: drums
Rebo: lead and rhythm guitars

Guest: Kristian Wentzel: keyboards
Espen Reboli Bjerke: voice on “Katharsis”

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