I quattro cavalieri dell’apocalisse, immortalati sulla copertina, ci introducono al nuovo lavoro dei norvegesi Cretura, ottimo combo estremo arrivato al traguardo del terzo full length, licenziato dalla Wormholedeath, e successore dei precedenti Monsters of Wonderland (debutto del 2012) e When the Dead Goes to Dance, uscito nel 2013.
Symphonic extreme metal è il sound su cui si poggia questo bellissimo lavoro, prodotto da Wahoomi Corvi ai Realsound Studios, un’epica cavalcata di sessanta minuti in compagnia di guerra, morte, distruzione e carestia, una delle molteplici interpretazioni date ai quattro leggendari cavalieri.
E la musica dei Cretura ben si adatta al concept, un oscuro, debordante e devastante metal estremo, che pesca dal black metal sinfonico, caro a i Dimmu Borgir, ma non manca di potenziare il suo impatto con la forza del death metal, orchestrato a meraviglia da ottimi inserti tastieristici e reso affascinate dall’uso della doppia voce, uno screaming malvagio, ed una voce femminile (Sárá Márjá Guttorm) che, opportunamente, si discosta dai toni operistici tout court, per un apporto più concreto alle affascinanti atmosfere da tregende metallica del sound.
Come tutti i musicisti provenienti dal freddo nord Europa, anche i Cretura non lasciano indietro una tecnica strumentale sopraffina, la sezione ritmica risulta travolgente come raffiche di vento gelido che si abbattono sulle coste del mare del nord (Jørgen Beijer Johnsen al basso e Michael Sveri alle pelli), le chitarre sono armi micidiali , spadoni che tagliano e squartano con solos ora colmi di epicità, ora di tragiche melodie (Markus Oddekalv Pettersen, anche terrificante orco al microfono e Marius Toen) mentre le tastiere aggiungono feeling sinfonico al mood estremo e drammatico dell’album.
Si viaggia a velocità sostenute, a tratti qualche rallentamento alza l’atmosfera di brani d’assalto come l’opener Reign of Terror e la successiva Grand Warfare Through Dark Ages, anche se il cuore dell’album è lasciato alla marcia funebre, Funeral Roses, accompagnata da un video molto suggestivo, ed alla cavalcata in crescendo Northern Winds, che parte come un’oscura ballad per crescere di intensità e travolgere con una bordata di black metal epico.
Anche se ad un primo ascolto la sensazione rimane oscurata dalla violenza di brani come Voices Of Hunger e Når lyset dør, affiorano col passare del tempo affascinanti sfumature folk, che rendono l’atmosfera di Fall Of The Seventh Golden Star molto suggestiva, facendo respirare aria di tempi passati, lontani centinaia di anni, perennemente all’ombra della furia distruttrice del metal estremo suonato dal gruppo di Bergen.
Una menzione particolare per The Pale Horseman & the Hunter of the Sky , stupendo brano dalle sfumature gotiche che avvicina il gruppo al symphonic gothic, grazie all’interpretazione della singer, questa volta più in linea con le sue colleghe di genere.
Se cercate un ascolto diverso nell’immenso panorama dei suoni sinfonici, sicuramente Fall Of The Seventh Golden Star riesce nella non facile impresa di risultare un album vario, violentissimo, epico e bilanciato da bellissimi momenti atmosferici a loro modo originali e dalla forte personalità.
TRACKLIST
1. Past, Present & Future
2. Reign of Terror
3. Grand Warfare Through Dark Ages
4. Voices of Hunger
5. Funeral Roses
6. Northern Winds
7. Pray For A Brighter Tomorrow
8. Når Lyset Dør
9. At The 11th Hour
10. The Pale Horseman & The Hunter of The
Sky
11. The Last Song of The Earth
LINE-UP
Marius Toen – Guitars (lead)
Zlargh – Guitars, Vocals
Jørgen Beijer -Johnsen Bass
Michael Sveri – Drums
Sárá Márjá Guttorm – Vocals
Kine-Lise Madsen Skjeldal – Keyboards, Vocals (backing)