Crypt Of Silence – Awareness Ephemera

La contiguità stilistica con i Mourning Beloveth è sempre piuttosto marcata e questa è l’unica perdonabile pecca di un album bellissimo a prescindere.

Poco più di due anni fa, quando mi ritrovai a parlare dell’album d’esordio dei Crypt Of Silence, Beyond Shades,
mi espressi in maniera non entusiastica nei confronti dell’operato del gruppo ucraino, pur valutandolo alla fine positivamente, in quanti mi appariva troppo appiattito su posizioni simili a quelle dei primi Mourning Beloveth, senza possederne però lo stesso impatto melodico e drammatico.

Oggi il gruppo irlandese rappresenta sempre la Stella Polare per la giovane band dell’est, ma il salto di qualità che auspicavo, confidando anche nell’innato fiuto della Solitude Productions nello scovare talenti, è avvenuto: Awareness Ephemera è un lavoro che rispecchia in molti aspetti il suo predecessore, con quattro lunghi brani per una durata complessiva attorno ai cinquanta minuti, ma la differenza la fa tutta l’incisività della scrittura.
Infatti, l’incedere dolente e rallentato di Longest Winter, fin dalle prime note fa capire quanto i Crypt Of Silence abbiano appreso al meglio la lezione, ammantando ogni nota del pathos necessario per avvincere e convincere i potenziali ascoltatori: il letale mix fra My Dying Bride, Mourning Beloveth e Daylight Dies (evocati questi ultimi soprattutto in Insignificant Sense) prende corpo srotolandosi dolorosamente, con ritmiche che sovente si fanno asfissianti spingendosi ai confini del funeral, particolarmente nella pachidermica Life Passed By.
E’ la meravigliosa Meridian, comunque, la traccia che chiude l’album, a fotografare nella maniera più nitida l’attuale status dei Crypt Of Silence, i quali scendono senza timore sullo stesso terreno dei loro maestri d’oltremanica, avvicinandoli non poco se non addirittura eguagliandoli a tratti; certo, la contiguità stilistica è sempre molto marcata e questa è, forse, l’unica perdonabile pecca di un album bellissimo a prescindere, anche perché per incidere brani di questo spessore non è sufficiente essere solo dei buoni copisti, ma bisogna possedere la giusta dose di talento.
Il compito che affidiamo ai ragazzi ucraini, alla prossima occasione, sarà soltanto, quindi, quello di farci affermare “sembrano … i Crypt Of Silence”, perché diciamo tranquillamente che il death doom proposto in Awareness Ephemera è inattaccabile per potenziale ed impatto emotivo, il che non è affatto poco per chi si nutre di questo genere musicale.

Tracklist:
1. Longest Winter
2. Insignificant Sense
3. Life Passed By
4. Meridian

Line-up:
Andriy Buchynskyi – Drums
Roman Komyati – Guitars (lead)
Mikhael Graver – Vocals, Bass
Vitalii Kaigorodtsev – Guitars (rhythm)

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