Ctulu – Ctulu

L’album omonimo dei Ctulu non può essere considerato deludente e ne consolida il nome senza, però, dare seguito alla progressione iniziata con Seelenspiegelsplitter. Una scelta ponderata o solo un lieve calo di ispirazione?

Ritroviamo i tedeschi Ctulu alle prese con questo album autointitolato che spariglia abbastanza le carte in tavola rispetto al precedente Seelenspiegelsplitter.

Non vengono certo meno le tematiche care a Lovecratf, anche perché con un monickher del genere é difficile attendersi qualcosa di diverso, ma è piuttosto il sound ad essersi ulteriormente incattivito, mettendo un po’ da parte certi spunti sperimentali che avano fatto capolino nel precedente lavoro tramite un brano come Tiara Aus 10 Phobien.
I Ctulu odierni vanno via diretti, senza perdersi in troppi ghirigori, rendendo forse più elementare e prevedibile il loro black, ma riuscendo ugualmente ad evitare di risultare calligrafici e ripetitivi.
Certo, passare da un album della durata di oltre un’ora ad uno dal minutaggio pressoché dimezzato, è indicativo di quanto la band della Bassa Sassonia abbia optato in maniera decisa per un forma musicale molto più concisa, andando decisamente in controtendenza rispetto a chi, con il passare del tempo, tende ad allargare i propri orizzonti musicali (con il rischio collaterale di poter perdere talvolta la via maestra).
Detto che, comunque, preferivo non poco Seelenspiegelsplitter, questa nuova fatica dei Ctulu è soddisfacente, essendo priva di punti deboli ma, per converso, anche di particolari picchi compositivi.
L’aura maligna che aleggia in tutte le traccie e l’impeto che pervade il modus operandi del gruppo tedesco sono pur pur sempre elementi non trascurabili, così come quelle parti corali che si palesano quasi all’improvviso, ricordancoci, qualora l’avessimo dimenticato, che qui si parla pur sempre di chi dimora dormiente in R’lyeh e che nessuno può ritenersi immune dal suo fatale richiamo.
Il brano migliore, a mio avviso, è Von Mondeswächtern und Menschverächtern, ma l’album omonimo dei Ctulu non può essere considerato deludente e ne consolida il nome senza, però, dare seguito alla progressione iniziata con Seelenspiegelsplitter. Una scelta ponderata o solo un lieve calo di ispirazione? Lo scopriremo alla prossima occasione.

Tracklist:
1. Serce krwawe
2. Treibjagd
3. Totenhauswinde
4. Rozgoryczona, rozczarowana, a gotowa na wszystko
5. Heerführer der Herrenlosen
6. Dämmerung
7. Von Mondeswächtern und Menschverächtern
8. Die Arkaden von R’lyeh

Line-up:
M. – Guitar, Chorals
A. – Guitar, Bass, Chorals
I.D. – Drums

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