Black metal norvegese suonato da un uomo solo nel solco della tradizione norvegese.
In molti generi musicali basterebbe questa scarna descrizione per far capire ai più di cosa stiamo parlando, invece nel black metal questo è solo il punto di partenza di un viaggio.
L’ep di esordio di Daagh è un bellissimo trattato di circa trentacinque minuti su come si possa fare ancora del grande black metal nel solco del true norwegian black metal, a partire dalla copertina per arrivare alle note musicali. Dall’inizio alla fine di questo disco si è trascinati nel freddo inverno nordico, dove tutto è ghiacciato, e proprio lì arde il fuoco del black. Le chitarre distorte che trovano lo spazio per magnifiche melodie malate, la batteria che cala incessante come una scure vendicatrice, la voce che appare lontana come potrebbe essere in una tempesta di neve, e quell’incedere che ha fatto amare a tante persone il verbo del black metal. A ragion veduta è stato detto tante volte che questo non è giustamente un genere per tutti, e l’ep di Daagh ne è la prova. Chi ama il nero metallo qui potrà trovare l’armonia del caos che solo questa musica sa regalare, invece chi non lo apprezza vi ascolterà solo una cacofonia. Daagh usa al meglio la tradizione norvegese per produrre un album molto ortodosso e pieno di ottime idee, con alcuni spunti geniali. Il disco suona come dovrebbe suonare un album di black metal classico ed è nettamente al di sopra della media del genere. Ci si immerge totalmente in questo muro del suono, in questa veemenza nichilista e di richiamo verso un passato che era sicuramente più sincero di questo attuale presente. Uno dei punti a favore di Daagh è il sapiente uso delle tastiere, che creano grandi atmosfere aggiungendo maggior valore al disco. Un grande ep che esce per la polacca Wolfspell Records, un’eccellente etichetta di black metal underground, che farà uscire ottime cose in concomitanza con il solstizio autunnale.
Tracklist
1.I
2.II
3.III
4.IV
5.V