Dark Tranquillity – Atoma

Circa 2000 anni fa Plutarco scrisse Le Vite Parallele, un opera importante che costituiva un primo esempio di letteratura biografica, utilizzando quale metodo narrativo la comparazione tra personaggi storici dalle analoghe caratteristiche appartenenti alla storia greca e romana.

Se lo scrittore e filosofo ellenico fosse stato un nostro contemporaneo e, magari, si fosse occupato anche di musica, avrebbe potuto sicuramente riservare un capitolo a due band che occupano un posto di rilievo nella storia del metal, In Flames e Dark Tranquillity.
Infatti, la storia di questi due gruppi, nati nella stesa città e pressapoco negli stessi anni, è emblematica di come, nella vita, ciascuno sia destinato prima o poi a prendere direzioni diverse pur percorrendo una strada comune per diverso tempo.
Inventori del Gothenburg Sound, più prosaicamente conosciuto come death melodico, Dark Tranquillity ed In Flames presero le mosse all’inizio degli anni ’90 e, a rimarcare la stretta connessione tra le due band, nei rispettivi full length d’esordio ebbero in comune persino il vocalist, visto che Mikael Stanne, storico singer dei Dark Tranquillity, prestò la sua voce all’esordio degli In Flames, intitolato Lunar Strain, prima di lasciare il posto in via definitiva ad Anders Friden.
Le due band percorsero la stessa strada, costellata di successi ed album di grande spessore, fino agli ultimi anni del secolo, quando i Dark Tranquillity impressero un’improvvisa svolta gothic al proprio sound con lo splendido Projector, mentre gli In Flames, con Colony, preparavano la svolta modernista di Clayman, album che sarebbe risultato lo spartiacque per la band di Friden, nonché l’imprevedibile imbocco di una strada senza ritorno.
Avvenne così che, mentre Stanne e soci, nonostante i buoni riscontri, tornarono sui propri passi rientrando nel loro più rassicurante trademark ma conservando, sia pure in maniera meno accentuata, gli aspetti peculiari immessi in Projector, gli In Flames impressero al loro sound una svolta commerciale che vide svanire progressivamente qualsiasi traccia di death per sostituirlo con una forma di metal moderno, discreto nelle sue prime espressioni ma resosi via via sempre più inoffensivo.
Il resto è storia dei nostri giorni: i Dark Tranquillity continuano a mettere a ferro e fuoco i palchi di tutta Europa, gratificando la numerosa frangia di fedeli seguaci con la riproposizione di un sound che potrà anche aver smarrito la propria carica innovativa, ma che viene proposto sempre con tanta e tale classe e maestria da risultare comunque al passo con i tempi. Ben diversa è la parabola degli storici dirimpettai, che quasi contemporaneamente (ed ecco quello che sarà forse l’ultimo parallelismo) hanno pubblicato Battles, album deludente del quale si può rinvenire, nella recensione scritta da Alberto per MetalEyes, tutta la delusione del fan di vecchia data.
Io ho sempre preferito, invece, tra le due band i Dark Tranquillity, e sono felice di constatare che la loro stella non ha smesso di brillare: lo scettro del death melodico è sempre nelle mani di Stanne e soci e, anche se vengono insidiati ormai da vicino da numerose realtà che, dalla loro, hanno quell’urgenza compositiva che non si può richiedere a chi calca la scena da oltre un quarto di secolo, non è solo il carisma a consentire loro il mantenimento di questo status ma sono i fatti parlare, sotto forma di un ottimo album come Atoma.
Infatti, considerando che i nostri mantengono ormai da un po’ un cadenza regolare di un album ogni tre anni, bisogna risalire a Fiction, datato 2007, per trovare un altra uscita di livello medio alto: nel nuovo lavoro, probabilmente, non sono rinvenibili brani epocali (i miei preferiti sono la title-track, The Pitiless e l’evocativa Merciless Fate) ma si tratta indubbiamente di una raccolta molto compatta e priva di filler.
La dozzina di canzoni vede un Mikael Stanne sempre in grande spolvero, anche nelle parti pulite, supportato da musicisti che riuscirebbero ad interpretare alla perfezione il genere anche con gli occhi bendati e le mani legate: chi li ha visti recentemente dal vivo non può che suffragare questa sensazione di trovarsi al cospetto di una band che, pur occupando con merito un posto di rilievo nella storia del metal, continua a calcare i palchi con lo spirito di un tempo e con la consapevolezza di chi sa di poter regalare ancora dell’ottima musica ai propri numerosi estimatori.

Tracklist:
1. Encircled
2. Atoma
3. Forward Momentum
4. Neutrality
5. Force of Hand
6. Faithless by Default
7. The Pitiless
8. Our Proof of Life
9. Clearing Skies
10. When the World Screams
11. Merciless Fate
12. Caves and Embers

Line-up:
Anders Iwers – Bass
Anders Jivarp – Drums
Niklas Sundin – Guitars
Mikael Stanne – Vocals
Martin Brändström – Electronics

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