Demikhov – Experimental Transplantation of Vital Organs

Vladimir Demikhov viene definito da molti uno scienziato, nonché pioniere della tecnologia del trapianto degli organi vitali (tanto che persino il celeberrimo Chris Barnard pare lo considerasse il suo maestro); personalmente, invece, l’appellativo più gentile che mi viene in mente è sadico-psicopatico: difficile definire altrimenti colui che, in nome di chissà quale benefici per la scienza medica, si dilettò nel creare aberrazioni canine a due teste (chi come me ama gli animali rabbrividirà nel vedere le foto scattate all’epoca, provando ad immaginare le sofferenze alle quali furono soggette quelle povere creature).

Detto ciò, i Demikhov che ci interessano di più sono questi ragazzi di Desenzano che assumono in toto il monicker ed il concept da quel deprecabile personaggio: Experimental Transplantation of Vital Organs è il loro primo full length, arriva qualche anno dopo rispetto all’esordio #0 ed è un concentrato di musica rigorosamente strumentale, salvo qualche voce in sottofondo che si può cogliere ogni tanto, consacrata al disturbo dei padiglioni auricolari grazie al suo mix di drone, sludge, postmetal e progressive.
Ciò che ne scaturisce è così una quarantina di minuti che, come per gran parte degli album oggetto di tale scelta, non sempre riesce a sopperire del tutto all’assenza di parti cantate, ma riesce a far apparire il tutto più logico e funzionale alla causa rispetto a tentativi analoghi.
I Demikhov, tutto sommato, fanno con la musica ciò che l’omonimo emulo sovietico del dr.Frankenstein tentò di fare con gli esseri viventi: prima la sezionano, poi cercano di riportarla in vita unendo generi diversi finché non cessa nuovamente di vivere, e così via, in una sorta di inquietante loop.
Il risultato finale è intrigante e l’esperimento, almeno per loro, può dirsi senz’altro riuscito: probabilmente le cose migliori vengono fuori quando il trio lombardo lascia sgorgare le proprie pulsioni psichedeliche (ottima davvero Twice the Bark); proprio questo è il punto dal quale, personalmente, ripartirei con più convinzione alla prossima occasione, con lo scopo di rendere più organico il tutto senza dover necessariamente soffocare l’indole sperimentale.
Una buona prova rivolta a menti sufficientemente aperte.

Tracklist:
1.A Two-Headed Zeus Appears to Vladimir Demikhov
2.Twice the Bark
3.Accumulating Failures Magnifies Your Heads’ Collection
4.Disiecta Membra
5.Dogs for the Government
6.My Mind Master Mystic Mademoiselle
7.Hammer is the Most Underrated Surgical Tool
8.Dasvidania Tovarish

Line-up:
Kaiser
Lars
Zano

DEMIKHOV – Facebook

In Your Eyes ezine webzine dal 1999

  • Múm Finally We Are No One
    by Gabriella Capraro on 11 Settembre 2025 at 17:46

    Múm Finally We Are No One, pubblicato dalla FatCat Records nel 2002, è un emblematico esempio di come la trasformazione, alle volte, rappresenta una dolce e rivoluzionaria evoluzione.

  • Zatokrev Bring mirrors to the surface
    by Massimo Argo on 11 Settembre 2025 at 14:29

    Dopo dieci anni da “Silk Spiders Underwater…” tornano gli svizzeri Zatokrev con un disco che pulsa fortissimo, un piccolo capolavoro di post metal e post hardcore

  • Garrett Sparrow – RAMBO
    by Leonardo Pulcini on 9 Settembre 2025 at 15:23

    Garrett Sparrow, Sfogliare “RAMBO” è come aprire il quaderno di un liceale: scarabocchi, pensieri confusi e sentimenti a cui dare un nome. Ma a scuola conclusa, sarebbe un peccato buttarlo.

  • The Saint & la Bestemmia present: Adventure with the Saint Episode n°54
    by Il Santo on 8 Settembre 2025 at 16:22

    Oggi ascoltiamo: Johnny Brunette Trio, Bad Brains, Von Masoch, The Sons of Hercules, Nations on Fire, The Cannibals, The Flowers, The Crawdaddys, Thee Hypnotics, Man or Astro-Man, No Trend, The Bad Beats, Das Klown, The Sore Losers, Dee Rangers, Witchdoctors

  • Hüsker Dü, in arrivo un box set dal vivo
    by Reverend Shit-Man on 6 Settembre 2025 at 20:30

    Continua l’opera meritoria della Numero Group, label specializzata in ristampe e restaurazioni tra gli archivi di band fondamentali del post–hardcore americano degli anni Novanta (Karate, Unwound, Codeine e altre) e in generale di altre formazioni indie rock, con l’obiettivo di ridare vita e pubblicare chicche inedite e altre registazioni perdute o dimenticate, o mai pubblicate.

GRAZIE A TUTTI

Come preannunciato all’inizio dell’estate, l’attività di MetalEyes è cessata ufficialmente dal 31 agosto con la pubblicazione dell’ultima recensione. Il sito rimarrà comunque online ancora per

Leggi Tutto »

Esogenesi – Esogenesi

I quattro lunghi brani, inframmezzati da un breve strumentale, testimoniano in ogni frangente lo spessore già ragguardevole raggiunto dagli Esogenesi al loro primo passo, sicuramente non più lungo della gamba in quanto preparato con tempi debitamente lunghi come si conviene a chi si dedica ad un genere per sua natura antitetico a tutto ciò che appare frettoloso o superficiale.

Leggi Tutto »

Hardline – Life

La cover di Who Wants To Live Forever dei Queen come perla incastonata tra la dozzina di tracce che compongono l’album, valorizza, se ce ne fosse bisogno il gran lavoro degli Hardline a conferma dell’ottimo stato di forma dell’hard rock melodico.

Leggi Tutto »

Walkways – Bleed Out, Heal Out

In un momento di scarsa qualità delle proposte alternative rock vicine al metalcore questo gruppo è una bella scoperta e vi regalerà degli ascolti molto piacevoli e duraturi.

Leggi Tutto »