DOOM HEART FEST. – Bresso 11/11/2017

La prima edizione del Doom Heart Fest. ha radunato al Blue Saloon di Bresso alcune realtà di grande interesse della scena internazionale ed italiana.

DOOM HEART FEST. - Bresso 11/11/2017 doom1
From left to right: Arne Vandenhoeck (Marche Funèbre), Alberto Carmine (Doom Heart), Alberto Esposito (Hadal), Clode (Tethra), Dennis Lefebvre (Marche Funèbre)

L’evento, ottimamente organizzato dalla RED MIST Booking & Management e da Doom Heart, pagina Facebook italiana di riferimento per gli appassionati di doom metal, nonché patrocinato anche da MetalEyes IYE, ha avuto il merito di portare in Italia i belgi Marche Funèbre, band attiva da diversi anni ma decisamente consacratasi quest’anno con il bellissimo album Into the Arms of Darkness.
A completare il bill sono stati chiamati i Tethra, anch’essi ormai assurti ad uno status superiore dopo l’ottimo Like Crows For The Earth, i triestini Hadal, autori del notevole Painful Shadow e la one man band Theta, fattasi notare sempre quest’anno con il sound sperimentale di Obernuvshis’.

DOOM HEART FEST. - Bresso 11/11/2017 doomtheta
THETA

E’ toccata proprio a Mattia Pavanello, ideatore di quest’ultimo progetto, l’apertura della serata: un compito non facile il suo, quello di rompere il ghiaccio con sonorità di complessa fruizione di fronte ad una platea ancora abbastanza diradata e disattenta e non ancora abbastanza numerosa, come sarebbe avvenuto in seguito.
Il giovane musicista milanese è salito sul palco, ha fatto partire le proprie basi e, senza dire una parola, nascosto dal cappuccio della sua felpa ha imbracciato la chitarra offrendo una mezz’ora di interessante doom drone. Chiaramente la proposta di Theta non è certo un qualcosa che possa coinvolgere con immediatezza e quindi, dal vivo, tutto ciò si rivela ancor più difficile: eppure, dopo alcuni minuti ci si è ritrovati del tutto accerchiati da questi accordi dilatati e distorti, poggiati su una base dronica volta a creare un flusso musicale che trova la sua forza e ragion d’essere nell’annullamento dei concetti di spazio e tempo.

DOOM HEART FEST. - Bresso 11/11/2017 doomhadal
HADAL

Sicuramente un’introduzione ideale per un set come quello dei triestini Hadal, band composta da musicisti esperti e capaci di offrire una prova convincente, pervasa da uno stile versatile che fa delle sonorità doom le fondamenta sulle quali erigere un metal allo stesso tempo robusto ed evocativo, comunque piuttosto sfaccettato aprendosi di volta in volta ad influenze che riportano anche al migliore alternative rock/metal.
Soprattutto si rivela vincente una spiccata componente grunge che, andandosi a fondere con le ritmiche e gli umori del gothic/death doom, conferisce al sound un certo tiro pur mantenendone intatte le malinconiche caratteristiche di fondo.
Molto vario ed efficace è apparso l’uso delle voci, con un Alberto Esposito a suo agio alle prese con le diverse gamme vocali e ben coadiuvato nel controcanto in growl dai suoi compagni d’avventura (tra i quali cito il simpaticissimo bassista Teo, una di quelle rare persone con cui parlare di musica, e non solo, è tempo speso benissimo), abili nel costruire un’impalcatura sonora solida e precisa in ogni frangente.

DOOM HEART FEST. - Bresso 11/11/2017 doomtethra
TETHRA

A rappresentare ulteriormente il doom tricolore sono stati successivamente i Tethra, la cui salita sul palco era piuttosto attesa giocando in qualche modo in casa: della band guidata oggi da Clode ho già ampiamente parlato nel corso di quest’anno sia in sede di recensione, sia con una successiva intervista ed infine raccontando del release party di Like Crows for the Earth, per cui non posso che ribadire quanto di buono scritto in quelle occasioni, trovando anzi, come è normale, la band ancora più incisiva nella trasposizione live dei propri brani: infatti, specialmente quelli più datati sono parsi ancor meglio assimilati da una line up che, vocalist a parte, non ha più nulla in comune con quella che incise Drown into the Sea of Life. A proposito di formazione, va segnalato che rispetto all’ultimo full length il bravo chitarrista Luca Mellana ha dovuto abbandonare la band per problemi di lavoro ed è stato rimpiazzato dall’altrettanto valido Federico Monti.
La band ha sciorinato nel tempo a propria disposizione i brani miglior di un repertorio di qualità, decisamente graditi da un pubblico che, con il passare delle ore , è decisamente aumentato, raggiungendo un dato numerico soddisfacente, almeno se rapportato al normale afflusso agli eventi doom sul suolo italiano.

DOOM HEART FEST. - Bresso 11/11/2017 doommarche
MARCHE FUNEBRE

Il gruppo più atteso della serata erano senz’altro i belgi Marche Funèbre, non fosse altro perché per la prima volta si spingevano a suonare all’interno dei nostri confini: va detto però che la data di Bresso non è stata in assoluto una primizia visto che il giorno prima Arne e compagni, sempre con i Tethra a precederli sul palco, si erano esibiti a Collegno, in questo caso purtroppo di fronte ad un pubblico più esiguo.
Forte di un album di grande spessore come il recente Into the Arms of Darkness la band fiamminga ha nettamente elevato la potenza di fuoco della serata, in virtù di un death doom che dal vivo diviene ancora più ruvido e di impatto: la scaletta ha oscillato tra brani recenti ed altri più datati, spesso superiori ai dieci minuti di durata, interpretati con vigore e convinzione da un gruppo di musicisti che ha senz’altro lasciato il segno.
In tal senso non si può non citare la prestazione del frontman Arne Vandenhoeck, capace di passare con buona disinvoltura dal growl allo screaming fino ad una evocativa voce pulita, ed arricchendo il tutto con una presenza scenica ed un’espressività che non è proprio consueta per i suoi colleghi di genere.
Ovviamente il momento clou dell’esibizione è stata l’esecuzione di Lullaby Of Insanity, quello che a mio avviso è uno tra i migliori brani death doom del 2017: trattasi di una traccia che supera il quarto d’ora di durata e nella quale i Marche Funèbre sono riusciti a far confluire tutte le loro anime, racchiuse tra le dolenti melodie tessute dalla chitarra solista di Peter Egberghs e le violente accelerazioni di matrice death, con la band capace davvero di viaggiare a pieno regime senza mai andare fuori giri.
Il set è stato chiuso da Crown Of Hope, brano manifesto che racchiude al suo interno il riferimento al monicker della band con la ripresa, nella parte conclusiva, della celeberrima Marcia Funebre di Chopin, il tutto tra i meritati applausi e ringraziamenti dei presenti.

DOOM HEART FEST. - Bresso 11/11/2017 doom2

Applausi e ringraziamenti che devono essere estesi, senza ombra di dubbio, ad Alberto “Morpheus” Carmine, motore di Doom Heart e portatore (in)sano di una passione per il doom che trova il suo naturale corrispettivo nel sottoscritto e in tutti quelli che, fottendosene delle mode e delle convenienze, continuano a promuovere un genere che “parla della morte ma è suonato ed ascoltato da persone che amano la vita”.
Resta lo spazio per un auspicio, ovvero che questa sia stata solo la prima edizione di un evento che, senza ambire ad assumere le dimensioni di un “Doom Over Kiev”, possa comunque trasformarsi un appuntamento fisso e tradizionale per tutti gli amanti del doom italiano.

In Your Eyes ezine webzine dal 1999

  • Múm Finally We Are No One
    by Gabriella Capraro on 11 Settembre 2025 at 17:46

    Múm Finally We Are No One, pubblicato dalla FatCat Records nel 2002, è un emblematico esempio di come la trasformazione, alle volte, rappresenta una dolce e rivoluzionaria evoluzione.

  • Zatokrev Bring mirrors to the surface
    by Massimo Argo on 11 Settembre 2025 at 14:29

    Dopo dieci anni da “Silk Spiders Underwater…” tornano gli svizzeri Zatokrev con un disco che pulsa fortissimo, un piccolo capolavoro di post metal e post hardcore

  • Garrett Sparrow – RAMBO
    by Leonardo Pulcini on 9 Settembre 2025 at 15:23

    Garrett Sparrow, Sfogliare “RAMBO” è come aprire il quaderno di un liceale: scarabocchi, pensieri confusi e sentimenti a cui dare un nome. Ma a scuola conclusa, sarebbe un peccato buttarlo.

  • The Saint & la Bestemmia present: Adventure with the Saint Episode n°54
    by Il Santo on 8 Settembre 2025 at 16:22

    Oggi ascoltiamo: Johnny Brunette Trio, Bad Brains, Von Masoch, The Sons of Hercules, Nations on Fire, The Cannibals, The Flowers, The Crawdaddys, Thee Hypnotics, Man or Astro-Man, No Trend, The Bad Beats, Das Klown, The Sore Losers, Dee Rangers, Witchdoctors

  • Hüsker Dü, in arrivo un box set dal vivo
    by Reverend Shit-Man on 6 Settembre 2025 at 20:30

    Continua l’opera meritoria della Numero Group, label specializzata in ristampe e restaurazioni tra gli archivi di band fondamentali del post–hardcore americano degli anni Novanta (Karate, Unwound, Codeine e altre) e in generale di altre formazioni indie rock, con l’obiettivo di ridare vita e pubblicare chicche inedite e altre registazioni perdute o dimenticate, o mai pubblicate.

GRAZIE A TUTTI

Come preannunciato all’inizio dell’estate, l’attività di MetalEyes è cessata ufficialmente dal 31 agosto con la pubblicazione dell’ultima recensione. Il sito rimarrà comunque online ancora per

Leggi Tutto »

Esogenesi – Esogenesi

I quattro lunghi brani, inframmezzati da un breve strumentale, testimoniano in ogni frangente lo spessore già ragguardevole raggiunto dagli Esogenesi al loro primo passo, sicuramente non più lungo della gamba in quanto preparato con tempi debitamente lunghi come si conviene a chi si dedica ad un genere per sua natura antitetico a tutto ciò che appare frettoloso o superficiale.

Leggi Tutto »

Hardline – Life

La cover di Who Wants To Live Forever dei Queen come perla incastonata tra la dozzina di tracce che compongono l’album, valorizza, se ce ne fosse bisogno il gran lavoro degli Hardline a conferma dell’ottimo stato di forma dell’hard rock melodico.

Leggi Tutto »

Walkways – Bleed Out, Heal Out

In un momento di scarsa qualità delle proposte alternative rock vicine al metalcore questo gruppo è una bella scoperta e vi regalerà degli ascolti molto piacevoli e duraturi.

Leggi Tutto »