Dunkelnacht – Revelatio

Quello tra black metal e Francia è ormai da tempo un connubio che produce frutti decisamente poco convenzionali e molto spesso prelibati.

A tale dato di fatto non si sottraggono neppure i Dunkelnacht, accasatisi presso la WormHoleDeath ed autori di una prova convincente oltre ogni rosea aspettativa. Dimentichiamo però le sonorità sperimentali di Blut Aus Nord e Deathspell Omega, l’anomalia del quartetto di Lille risiede soprattutto in una versatilità compositiva che consente di imbastardire il black con un po’ tutti i generi metal più noti : fughe chitarristiche di matrice classica si alternano a passaggi di stampo industrial con frequenti sconfinamenti nel deathcore, mentre in altri frangenti l’attitudine melodica dei migliori Cradle Of Filth e Dimmu Borgir intercetta il sound degli attuali In Flames. Insomma, un pout-pourri al quale i nostri riescono a sopravvivere grazie a capacità tecniche sopra la media, in caso contrario Revelatio sarebbe potuto divenire un minestrone indigeribile. A voler essere severi, benché sia apprezzabile l’accostamento tra due diversi toni vocali, lo screaming più acido, piuttosto filtrato, talvolta è un pò fastidioso, molto meglio allora il semi-growl che irrobustisce ulteriormente i brani. Così una chitarra al fulmicotone poggiata su un blast-beat furioso apre nel migliore dei modi l’album dopo la doverosa intro, rendendo Emergent Primitive Constellations un ottimo brano capace di fotografare in maniera esauriente il sound dei transalpini, tra cambi di tempo, alternanze e vocali e la sensazione che possa in ogni momento accadere qualcosa di imprevisto; Ashes from Stellar Oracles è ancora più bizzarra, con la chitarra a riversare suoni particolari mentre la successiva Dissolveld Fractal Esoterism si muove inizialmente su tempi meno parossistici, ma è solo un illusione prima che la girandola di atmosfere rischi di farci perdere definitivamente la bussola: in quest’occasione si rivela azzeccato il ricorso anche ad una voce pulita all’altezza della situazione. Di stampo più alternativo è invece Through the Reign of Lunacy , mentre la terremotante Le Serment des Hypocrites, con un appropriato utilizzo della lingua madre, finisce per spingersi decisamente su coordinate deathcore. La title-track è un breve quanto piacevole strumentale pianistico che introduce le altre sfuriate Where Livid Lights Emblaze ed Enthroned in the Light, fino ad arrivare all’ottima Rebirth of the Black Procession, con la chitarra solista nuovamente in evidenza, prima che il breve rumorismo di Post Prophetic Rebellion chiuda il lavoro dopo tre quarti d’ora decisamente intensi, caleidoscopici, ma capaci di non annoiare mai, nonostante in certi momenti sia tutt’altro che semplice non farsi disorientare dalle costanti evoluzioni del quartetto. Revelatio è un ottimo disco che probabilmente farà fatica a farsi largo tra la marea di uscite che congestionano il settore ma, chi volesse ascoltare ancora del black capace di unire melodia, ferocia e tecnica sopraffina, provi a distogliere lo sguardo dai soliti nomi, invero piuttosto imbolsiti, dando una possibilità ai Dunkelnacht.

Tracklist:
1. The Fall of Entropy
2. Emergent Primitive Constellations
3. Ashes from Stellar Oracles
4. Dissolved Fractal Esoterism
5. Through the Reign of Lunacy
6. Le Serment des Hypocrites
7. Revelatio
8. Where Livid Lights Emblaze
9. Enthroned in the Light
10. Rebirth of the Black Procession
11. Post Prophetic Rebellion

Line-up :
Heimdall – Guitars
Alkhemohr – Bass
Max Goemaere – Drums
Frost – Vocals

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