Empty – Vacio

Gli Empty cercano di proporre una versione del black piuttosto coraggiosa senza sconfinare nell’avanguardismo, inserendo invece nel proprio sound istanze provenienti sia dal gothic che dal depressive.

Probabilmente la Spagna, tra le maggiori nazioni dell’Europa meridionale è quella con la scena black metal meno sviluppata, al contrario invece di quanto accade per esempio in campo doom o death.

Gli Empty, da Saragozza, cercano di proporre una versione del genere piuttosto coraggiosa senza sconfinare nell’avanguardismo, inserendo invece nel proprio sound istanze provenienti sia dal gothic che dal depressive: l’operazione riesce abbastanza bene dal punto di vista strettamente compositivo, perché le soluzioni offerte dal gruppo iberico sono varie, brillanti ed evitano accuratamente di lasciare che il sound si adagi lungo i più rassicuranti e conosciuti stilemi sonori. D’altro canto, però, non si può fare a meno di notare che in sede di produzione di sarebbe potuto fare molto meglio, in quanto soprattutto il suono della batteria fuoriesce dalle casse in maniera secca e quasi fastidiosa per l’udito, anche se non escludo che tale difetto possa esser accentuato dalla compressione dei file mp3 che ci sono pervenuti.
Questo, benché non infici il valore complessivo di Vacio, ne attenua inevitabilmente l’impatto, anche perché basta ascoltare un brano ottimo come The night remains for who is per rendersi conto del potenziale in serbo ad una band che, d’altronde, è attiva da quasi un ventennio, con uscite su lunga distanza piazzate a distanza abbastanza regolare ogni 3-4 anni.
La lunghissima Filandom under the sign of misfortune rappresenta, invece, la summa di tutto quanto gli Empty riescono a convogliare nel proprio sound, passando da fraseggi acustici, classiche accelerazioni ed un finale dai tratti disperati e dal notevole impatto emotivo, chiedendo nel migliore dei modi un album che si sviluppa decisamente in crescendo, sotto tutti gli aspetti.
La versione in vinile pubblicata dalla Osmose contiene anche una ottava traccia, Deathlorn, anch’essa dai connotati piuttosto cupi e drammatici, in ossequio ad un concept che lascia ben poco spazio a sprazzi di ottimismo nei confronti delle nostra condizione di esseri umani.
Vacio è un album decisamente interessante, il cui approccio sonoro un po’ naif non dovrebbe impedire agli appassionati più attenti di apprezzarne lo sviluppo vario e connotato dalla giusta intensità emotiva.

Tracklist:
1.The yellow rain
2.Empty
3.The rope at the mill
4.We all taste the same for the worms
5.The night remains for who is
6.The pilgrim of desolation
7.Filandom under the sign of misfortune
8.Deathlorn

Line-up:
Drizzt: voices & bass
Orgall: guitars
Vanth: lead & acoustic guitars
Naemoth: drums (Session)

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