Il trio canadese Escarre arriva da molto più lontano rispetto a quanto faccia pensare il fatto che Une voûte sans clef ne risulti l’album d’esordio.
Infatti, i primi passi del progetto sono rinvenibili già ad iniziò secolo quando, con il monicker Esker, vennero dati alle stampe tre demo.
Di fatto, la band riunisce tre musicisti provenienti da due band funeral doom piuttosto quotate, Longing For Dawn e Towards Darkness, ma il sound proposto è ben lontano da quei lidi anche se, specie nella prima, una certa vena sperimentale è sempre stata presente.
L’avantgarde metal degli Escarre racchiude, così, in sé pregi e difetti insiti in questa definizione: molti spunti interessanti finiscono sepolti all’interno di un sound dissonante, di assimilazione dannatamente complessa e con l’aggravante della scelta di optare per vocals pulite invero poco incisive piuttosto che per soluzioni più grintose e, a mio avviso, più consone alla robustezza di fondo del sound.
Scelte che, come detto, non favoriscono la fruizione di un lavoro impeccabile dal punto di vista esecutivo, dato che i nostri dimostrano d’essere degli ottimi musicisti, ma Une voûte sans clef sembrerebbe essere più una lecita valvola di sfogo per chi è abituato a sonorità maggiormente controllate e, ovviamente, rallentate.
Gli Escarre esibiscono più di una volta passaggi brillanti che la natura avanguardistica dell’album finisce per disperdere benché il trio, gli va dato atto, non indulga nemmeno più di tanto in onanismi strumentali che sovente sono connessi ad uscite di questo tipo.
Difficile memorizzare un brano in particolare (ma non credo neppure che questo fosse tra gli obiettivi dei nostri), anche se si ricordano piacevolmente la seconda parte della lunga Heurt violin, il successivo strumentale Méandres triangulaires ed il più arioso finale di Une ciguë pour cure.
In definitiva, non si può certo considerare questo degli Escarre un esperimento fallito, anche se alla fine il bacino d’utenza a cui i contenuti di Une voûte sans clef vengono rivolti è necessariamente molto ristretto: chi si riconosce in questa cerchia, però, potrebbe apprezzare il tutto non poco.
Tracklist:
1. Mon ordalie
2. Heurt violine
3. Méandres triangulaires
4. Une fenêtre oubliée
5. Une ombre anémiée
6. Scène immobile
7. Mysticisme psychotrope
8. Une ciguë pour cure
Line-up:
Kevin Jones – Bass
François C. Fortin – Drums
Simon C. Bouchard – Vocals, Guitars, Keyboards