Alessandro Liccardo e Sergio Toledo Mosca hanno alzato la saracinesca dietro la quale la loro cinquecento riposava da un paio d’anni, hanno ricaricato la batteria, gonfiato le gomme, lubrificato per bene il motore e sono pronti per tornare a viaggiare in lungo ed in largo per lo stivale e non solo, accompagnati da Francesco Sacco e Mirkko De Maio, fida sezione ritmica di quella macchina rock’n’roll chiamata Hangarvain.
I musicisti napoletani nel frattempo hanno riversato le loro energie in progetti importanti come la Volcano Records & Promotions, label che in poco tempo è diventata un punto di riferimento per il rock underground tricolore e per la quale esce questo nuovo lavoro di sei brani (cinque inediti più la cover di I Heard It Through The Grapevine di Marvin Gaye) che rappresenta una sorta di nuovo inizio per una delle realtà più importanti nate nella nostra penisola per quanto riguarda il genere.
Roots And Returns segna un cambio di direzione, lasciando le strade dell’alternative rock del bellissimo Freaks e riavvicinandosi in qualche modo al magnifico Best Ride Horse, ma a pochi metri la cinquecento scala marcia e passa oltre, andando a recuperare suoni, ispirazioni ed atmosfere del rock americano classico ed inglobando nel sound elementi riconducibili al southern rock, al blues e soprattutto al rhythm and blues.
Il riff che funge da miccia al candelotto rock’n’roll che farà esplodere la title track è quanto di più southern troverete in giro, richiamando i Lynyrd Skynyrd di God & Guns: un inizio che sorprende ed esalta, a cui fa seguito il mid tempo Apple Body, con l’anima blues che si impossessa delle dita di un Liccardo in forma smagliante alla sei corde.
Si può sicuramente considerare un lavoro di transizione questo Roots And Returns, ma è indubbio che l’approccio più classico alle composizioni renda ulteriormente personale il sound dei “nuovi” Hangarvain, splendidi interpreti del rock americano con l’irresistibile refrain di Love Is Calling Out e Give Me An Answer.
The River travolge con un ritmo hard blues forsennato, il chorus in sede live farà più vittime dell’influenza e gli Hangarvain in questa sede tornano per un attimo all’appeal del precedente lavoro.
La già citata cover chiude questo album con un groove micidiale e la piccola automobile è ormai sulla strada, tornata libera di portare i quattro musicisti nostrani ovunque si faccia del rock sanguigno, irriverente e maledettamente sporcato di rhythm and blues: bentornati Hangarvain.
Tracklist
1. Roots And Returns
2. Apple Body
3. Love Is Calling Out
4. Give Me An Answer
5. The River
6. I Head It Through The Grapevine
Line-up
Sergio Toledo Mosca – Lead Vocals
Alessandro Liccardo – Guitars, Backing Vocals
Francesco Sacco – Bass
Mirkko De Maio – Drums