L’India è ormai un laboratorio sempre attivo dove nascono creature musicali in tutte le frange metalliche, se si parla di suoni estremi poi c’è solo l’imbarazzo della scelta.
Death metal, brutal e come in questo caso black, sono i generi dove quella terra lontana, produce ottimi gruppi in abbondante quantità, molto conosciuti nei paesi asiatici, troppo poco considerati in Europa, dove gli amanti della musica dura sono da sempre poco inclini alle novità di casa loro, figuriamoci se si tratta di band fuori dal solito circuito Europa/Stati Uniti.
Gli Heathen Beast sono una band di Calcutta, dopo aver dato alle stampe un tris di mini cd , immettono sul mercato questa compilation dove sono compresi tutti e tre i lavori prodotti, andando a formare un album completo, opera sopra le righe che conferma la qualità della musica estrema prodotta nel loro paese d’origine.
Black metal feroce, ateo come ben sottolineato dalla band, una denuncia contro tutte le religioni, la politica e il livello sociale in cui letteralmente annega il paese Indiano, con la loro città, sorta di megalopoli dove la povertà è ai minimi storici da sempre e la violenza dilaga.
Un inferno, un antro dove l’uomo si divora l’anima e si nutre dei suoi simili, Calcutta esprime il lato peggiore del genere umano, lasciato a se stesso e dove la vita non vale neppure un pasto caldo, le malattie dilaniano corpi e menti e solo pochi riescono a sopravvivere ad una calamità che non ha fine.
La Band tutto questo lo trasporta in musica, elargendo metal estremo di spiccata personalità tra la tradizione black e ottime parti dove la loro cultura esce allo scoperto e si amalgama perfettamente al sound devastante, costruito dal gruppo.
Grandiose le ritmiche di questo lavoro, riprese dalla musica tradizionale(The Carnage Of Godhra) che fanno da tappeto a solos di lancinante black metal rabbioso, ed ottime le parti più in linea con la musica metallica, con uno scream talmente disperato, violento e vissuto da mettere i brividi(Carvaka anche alla sei corde)
Il gruppo il meglio di sé lo dà quando riesce ad uscire dai soliti binari estremi, con questa alleanza tra metal e musica popolare che rende le songs davvero clamorose.
Un lavoro straordinario quello fatto da Mimamsa alle pelli, accompagnato dal basso di Samkhya, mai sentito sinceramente un gruppo black con una varietà così accentuata nelle ritmiche, ed enorme il lavoro del chitarrista/cantante, una belva ferita, un urlo bestiale che trasuda puro odio iconoclasta.
Religious Genocide è disturbante nella sua inumana violenza, Ayodhya Burns è un crescendo tragico dove la chitarra accenna riff classici, violentati dalla voce abrasiva del singer, Gaurav Yatra (The Aftermath) nel suo violento incedere riesce a trasmettere un mood progressivo, mentre le percussioni disegnano ricami di musica orientaleggiante per quasi sette minuti di spettacolare musica metallica.
Benissimo ha fatto la Transcending Obscurity a prendersi cura della distribuzione di questa compilation, che riassume il lavoro di un grande gruppo.
TRACKLIST
1. Blind Faith
2. Religious Genocide
3. Ayodhya Burns
4. Drowning of the Elephant God
5. Contaminating the Ganges
6. Bakras to the Slaughter
7. The Carnage of Godhra
8. Ab Ki Baar Atyachaar
9. Gaurav Yatra (The Aftermath)
LINE-UP
Samkhya Bass
Mimamsa Drums
Carvaka Vocals, Guitars