Hornwood Fell – Hornwood Fell

In una nazione come la nostra nella quale la decadenza morale appare inarrestabile, non si può fare a meno di apprezzare chi esibisce una dote in via d’estinzione quale è la coerenza.

Rispetto dei canoni stilistici tradizionali e recupero dello spirito primevo del black metal, questo è ciò che propongono i laziali Hornwood Fell con questo loro esordio auto intitolato; anche se, molto spesso, tali dichiarazioni di intenti servono a nascondere evidenti limiti tecnico- compositivi, questo non è certo il caso dei nostri, capaci invece di proporre una quarantina di minuti di musica avvolgente e disturbante, che riporta le lancette dell’orologio indietro di una ventina d’anni, senza che per questo si avverta nell’aria un odore stantio. Tenendosi alla larga da qualsiasi deriva di tipo melodico o avanguardistico, il trio tira dritto per la propria strada, lastricata di integrità e genuina passione: questo disco esibisce le caratteristiche salienti del genere nella sua versione più verace, quali vocals aspre, blast beat furiosi, chitarre ronzanti e una produzione priva di fronzoli; una serie di elementi che costituiscono sia il maggiore pregio sia il peggiore difetto, a seconda del punto di osservazione. Se il risultato è quello di offrire tracce intense quanto lineari, come ad esempio Meca e Mutavento, ben venga allora la manifesta rinuncia a qualsivoglia intento innovativo e, paradossalmente, tutto ciò appare come una boccata d’aria fresca se paragonato alle molte uscite plastificate e originali solo in apparenza, in quanto di fatto semplici copia e incolla di generi diversi tenuti insieme da una colla scadente. Per gli Hornwood Fell un esordio positivo, all’insegna di un black dal sapore antico ma non per questo necessariamente anacronistico.

Tracklist:
1. Cerqua
2. Tempesta
3. Meca
4. L’ira
5. Mutavento
6. VinterFresa part 1
7. VinterFresa part 2

Line-up :
Andrea Vacca – Bass
Andrea Basili – Drums
Marco Basili – Guitars, Vocals

HORNWOOD FELL – Facebook

In Your Eyes ezine webzine dal 1999

GRAZIE A TUTTI

Come preannunciato all’inizio dell’estate, l’attività di MetalEyes è cessata ufficialmente dal 31 agosto con la pubblicazione dell’ultima recensione. Il sito rimarrà comunque online ancora per

Leggi Tutto »

Esogenesi – Esogenesi

I quattro lunghi brani, inframmezzati da un breve strumentale, testimoniano in ogni frangente lo spessore già ragguardevole raggiunto dagli Esogenesi al loro primo passo, sicuramente non più lungo della gamba in quanto preparato con tempi debitamente lunghi come si conviene a chi si dedica ad un genere per sua natura antitetico a tutto ciò che appare frettoloso o superficiale.

Leggi Tutto »

Hardline – Life

La cover di Who Wants To Live Forever dei Queen come perla incastonata tra la dozzina di tracce che compongono l’album, valorizza, se ce ne fosse bisogno il gran lavoro degli Hardline a conferma dell’ottimo stato di forma dell’hard rock melodico.

Leggi Tutto »

Walkways – Bleed Out, Heal Out

In un momento di scarsa qualità delle proposte alternative rock vicine al metalcore questo gruppo è una bella scoperta e vi regalerà degli ascolti molto piacevoli e duraturi.

Leggi Tutto »