Inhibitions – La Danse Macabre

Forse gli Inhibitions peccano talvolta in omogeneità, ma nel proporre la loro idea di black metal perlomeno non si accontentano di un’espressione piatta, provando ad inserire con buona proprietà elementi, sempre riconducibili al metal estremo,  capaci di rendere meno prevedibile la proposta.

Symphonic black metal per i greci Inhibitions, al loro secondo full length all’interno di una carriera ancora relativamente giovane.

Detto così ci si potrebbe aspettare qualcosa di enfatico e basato totalmente sul suono delle tastiere, ma come abbiamo imparato in questi ultimi tempi non è necessariamente così.
La Danse Macabre è  infatti un album nel quale l’aspetto melodico viene tenuto in primo piano, ma gli Inhibitions conferiscono al tutto una certa varietà, inserita in un sound che mantiene il giusto grado di sporcizia che attiene al genere.
Peraltro in questo caso ritroviamo dopo nemmeno troppo tempo Dimons’ Night, musicista che non aveva impressionato più di tanto alle prese con il death doom dei suoi Humanity Zero: qui, invece, il connubio con Pain pare offrire frutti ben più pregiati perché l’album offre molti spunti di interesse, in virtù di un approccio versatile grazie al quale lo spirito del black metal non viene snaturato bensì arricchito dalle numerose digressioni presenti all’interno dei singoli brani.
Troviamo così  un brano davvero ricco come Toxic Rain, con un break centrale di chitarra acustica pregevole, e una più lineare e catchy No Escape nella quale però non si rinuncia a cambiare le carte in tavola nel finale, e anche una notevole Religion of Peace, dai rallentamenti asfissianti che rimandano ai Morbid Angel di Covenant, pur se inseriti su una struttura black alla quale fa da contraltare l’ariosa Harsh Awakening.
Chiude questo buonissimo album la cover di K.I.N.G., vera e proprio hit in campo black metal, la cui riproposizione è utile soprattutto per rendersi conto di quanto nei Satyricon possa fare la differenza il drumming di Frost (infatti, una delle controindicazioni matematiche nel proporre cover fedeli alla versione originale è quella di soccombere inevitabilmente nel confronto con chi il brano l’ha scritto).
Forse gli Inhibitions peccano talvolta in omogeneità, ma nel proporre la loro idea di black metal perlomeno non si accontentano di un’espressione piatta, provando ad inserire con buona proprietà elementi, sempre riconducibili al metal estremo,  capaci di rendere meno prevedibile la proposta.

Tracklist:
1. The Calling
2. Toxic Rain
3. Back to the Dust
4. No Escape
5. My Journey to Death
6. Religion of Peace
7. Harsh Awakening
8. Eternal Winter
9. Rusty Razor
10. K.I.N.G. (Satyricon cover)

Line-up:
Pain – Vocals, Guitars
Dimon’s Night – Vocals, All instruments

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