Innero – ChaosWolf

Dalle note biografiche degli Innero salta subito all’occhio il fatto che la band è stata fondata da tre ex membri dei Màlnatt, il che potrebbe indurre in errore pensando di poter ritrovare nel black metal offerto dal gruppo bolognese parte della dissacrante e folle inventiva che ha sempre contraddistinto l’operato della creatura di Porz.

In realtà gli Innero, per assurdo, sorprendono semmai in virtù di una certa ortodossia perché qui il genere è offerto in maniera piuttosto tradizionale senza aderire però pedissequamente ai modelli nordici orientandosi, piuttosto, verso un approccio più epico e melodico.
In tal senso, appare eloquente una taccia come Durum in Armis Genus, dai connotati che riportano con decisione ai Primordial, con tanto di voce stentorea in stile Averill utilizzata al posto dello screaming evidenziato nei primi tre brani; d’altra parte, se un modello si doveva scegliere, quello della band irlandese è senz’altro di grande spessore e il fatto che non siano moltissimi i gruppi che l’hanno eletta quale punto di riferimento contribuisce a rendere il sound non troppo inflazionato.
In effetti, è proprio nella seconda metà dell’album che gli Innero paiono esplorare con maggiore profondità ed efficacia questo versante sonoro che interpretano sicuramente in modo coinvolgente, conferendo al tutto anche un’aura drammatica riscontrabile in Open Eyes, traccia che beneficia di una splendida introduzione per poi snodarsi nervosa con l’alternanza di accelerazioni e passaggi evocativi dalla notevole enfasi epica.
Questo è senza dubbio il volto migliore degli Innero, i quali dovrebbero spingere ancor più in questa direzione senza temere d’essere considerati poco originali perché, come già detto in più occasioni, chiunque suoni oggi black metal ha un suo punto di riferimento riscontrabile in maniera più o meno esplicita, per cui la differenza la fa il saperne reinterpretare la lezione introducendovi il giusto livello di pathos e convinzione.

Tracklist:
1.Among Wolves
2.The Shaman
3.Unbowed, Unbent, Unbroken
4.Durum in Armis Genus
5.Alone
6.Open Eyes
7.Under the Moon We Gather

Line-up:
Fuscus – Bass
Crassodon – Drums
Arctos – Guitars
Alces – Vocals

INNERO – Facebook

GRAZIE A TUTTI

Come preannunciato all’inizio dell’estate, l’attività di MetalEyes è cessata ufficialmente dal 31 agosto con la pubblicazione dell’ultima recensione. Il sito rimarrà comunque online ancora per

Leggi Tutto »

Esogenesi – Esogenesi

I quattro lunghi brani, inframmezzati da un breve strumentale, testimoniano in ogni frangente lo spessore già ragguardevole raggiunto dagli Esogenesi al loro primo passo, sicuramente non più lungo della gamba in quanto preparato con tempi debitamente lunghi come si conviene a chi si dedica ad un genere per sua natura antitetico a tutto ciò che appare frettoloso o superficiale.

Leggi Tutto »

Hardline – Life

La cover di Who Wants To Live Forever dei Queen come perla incastonata tra la dozzina di tracce che compongono l’album, valorizza, se ce ne fosse bisogno il gran lavoro degli Hardline a conferma dell’ottimo stato di forma dell’hard rock melodico.

Leggi Tutto »

Walkways – Bleed Out, Heal Out

In un momento di scarsa qualità delle proposte alternative rock vicine al metalcore questo gruppo è una bella scoperta e vi regalerà degli ascolti molto piacevoli e duraturi.

Leggi Tutto »