Jens Bogren consiglia a Petrozza di mettere nelle mani dei nostri Fleshgod Apocalypse la intro del nuovo album, Apocalypticon.
Ne esce un pezzo cupo, marziale, apocalittico, che ben presenta Gods Of Violence, quattordicesimo album della più grande band thrash europea ed uno dei gruppi più importanti della scena metal mondiale.
Mille Petrozza è sempre sul ponte di comando e, come il vino, più invecchia più viene buono, mentre un altro tassello e stato giunto a quel monumento alla musica estrema di nome Kreator.
Il suo leader non si è mai seduto sugli allori di una popolarità che poteva tranquillamente tenere a bada con album tutti uguali, facendo il compitino sufficiente a far gioire gli amanti del thrash old school.
D’altronde, gli esperimenti del troppo sottovalutato Renewal e del gotico Endorama, avevano dimostrato all’epoca delle uscite (rispettivamente 1992 il primo e 1999 il secondo, in compagnia di quel genio dark di Tilo Wolff) di che pasta fosse fatto il musicista tedesco, poco incline ad assoggettarsi ai cliché del thrash metal.
Dopo cinque anni dal notevole Phantom Antichrist, i Kreator tornano con un album entusiasmante che li inserisce definitivamente nell’eletta schiera di quel pugni di band che hanno fatto la storia della musica estrema.
Dopo trent’anni a sfondare padiglioni auricolari o a sperimentare nuove soluzioni per far crescere la propria musica, la band tedesca dà alle stampe uno degli album più riusciti della loro lunga carriera, un’opera metal totale dove la band gioca non solo con il genere prediletto, ma anche con il power ed il death metal melodico, facendo impallidire tre quarti della Scandinavia odierna ed una buona fetta del loro paese d’origine, patria del power alla Blind Guardian/Grave Digger,
Registrato ai Fascination Street, Gods Of Violence deflagra in una tempesta di metal estremo, epico e melodico, e le armi usate dal gruppo sono bordate di power metal, sfuriate thrash e tanta melodia, come se i Kreator si fossero ritrovati in studio a bere due birre e jammare con Blind Guardian, Iron Maiden, In Flames (i primi, quelli metal) e Grave Digger: ne esce un album spettacolare, dove Petrozza canta con una aggressività spaventosa, in un’atmosfera di totale distruzione.
E qui sta il bello, perché Gods Of Violence, pur essendo un album estremo e di una forza spaventosa, riesce a mettere in evidenza l’aspetto melodico alla perfezione, come nella stupefacente Fallen Brother o nel singolo Satan Is Real, anche se il meglio questo lavoro lo dà nelle atmosfere da battaglia del il trittico World War Now, Totalitarian Terror e nella classicheggiante Hail To The Hordes, brano sanguigno che vi faranno sembrare gli ultimi trent’anni di epic metal sigle per cartoni animati.
Un album bellissimo e appagante, una vera e propria prova di forza per un gruppo che vive attualmente una seconda giovinezza e si piazza di diritto tra gli dei del metallo.
TRACKLIST
01. Apocalypticon
02. World War Now
03. Satan Is Real
04. Totalitarian Terror
05. Gods Of Violence
06. Army Of Storms
07. Hail To The Hordes
08. Lion With Eagle Wings
09. Fallen Brother
10. Side By Side
11. Death Becomes My Light
LINE-UP
Mille Petrozza – Vocals / Guitar
Sami Yli-Sirniö – Guitar
Christian Giesler – Bass
Ventor – Drums