Lachrimatory – Transient

Transient è l’album d’esordio della band brasiliana Lachrimatory, pubblicato come autoproduzione nel 2011 e riedito quest’anno dalla sempre attenta label russa Solitude Productions.

Non sempre le riedizioni di album usciti diversi anni prima si rivelano operazioni necessarie o comunque stuzzicanti ma, in questo caso, basta ascoltare i primi due-tre brani del lavoro composto dal gruppo di Curitiba per renderci conto che un simile gioiellino merita d’essere riproposto, visto che ai più (compreso il sottoscritto) probabilmente all’epoca della sua prima pubblicazione era sfuggito.
Transient offre oltre un’ora di funeral-death doom di grande qualità, con una produzione magari perfettibile ma tutto sommato accettabile e, soprattutto, ricco di grande pathos: i Lachrimatory, del resto, non sono dei neofiti del genere, infatti i loro primi passi risalgono addirittura al 1999, ma prima di dare alle stampe un full-length hanno voluto a tutti i costi avere per le mani del materiale all’altezza, riuscendo senz’altro in questo intento.
Peraltro, pur facendo propri gli insegnamenti delle band più note in tale ambito, alla fine il sound dei brasiliani non appare neppure particolarmente derivativo, finendo per non assomigliare a qualcuno in particolare; l’uso del violoncello, che sovente va a sostituire la chitarra nelle parti soliste (vedi lo splendido finale di Void), offre una connotazione particolare alle composizioni, che durano mediamente una decina di minuti e che vivono su atmosfere malinconiche, nelle quali la parte del leone la fa indubbiamente Ávila Schultz, vocalist e tastierista.
Transient ha forse il solo difetto d’essere un po’ sbilanciato a livello di scaletta, per cui i primi tre brani Seclusion, Lachrimatory e Twilight, appaiono molto più efficaci ed evocativi rispetto alle successive Clarity e Deluge, mentre Void, come detto, vede i suoi momenti miglior nella parte conclusiva.
L’impressione (e auspicio) è che questa band, ottenuta una certa visibilità grazie alla riedizione di questo ottimo album, possa trovare il giusto impulso per proporre nel prossimo futuro qualcosa di ancor più convincente.

Tracklist:
1. Seclusion
2. Lachrimatory
3. Twilight
4. Clarity
5. Deluge
6. Void

Line-up:
Tiago Alvarez – Guitars, Vocals (backing)
Ávila Schultz – Vocals, Keyboards
Paulo Kolb – Drums
Maiko Thomé – Cello
Alexandre Antunes – Guitars, Vocals (backing)
Wagner Müller – Bass

LACHRIMATORY – Facebook

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

In Your Eyes ezine webzine dal 1999

  • Sūn Byrd – In Paradiso
    by Leonardo Pulcini on 20 Novembre 2025 at 19:00

    I Sūn Byrd portano il soul dal Nord Europa in un album che sa stranamente di Italia, di sud e feste al tramonto.

  • Intervista Macaco Cacao, dalla consolle al mondo.
    by Massimo Argo on 20 Novembre 2025 at 15:17

    Macaco Cacao, due dj che hanno una concezione molto particolare della musica, e che fanno cose molto originali.

  • E’ morto Nicola Vannini
    by Reverend Shit-Man on 20 Novembre 2025 at 9:00

    In un panorama dei necrologi musicali che, da almeno un decennio a questa parte, somiglia sempre più a una valle di lacrime, un altro triste avvenimento, in tal senso, va a funestare anche questo 2025. Nella giornata di ieri, infatti, ci ha lasciati, all'età di 65 anni, Nicola Vannini.

  • Frontiere Sonore – PUNTATA 06
    by Simone Benerecetti on 19 Novembre 2025 at 9:13

    Trasmissione radiofonica con Federico “il Deca” De Caroli e Simone Benerecetti. In scaletta: Federica Deiana, Cøldstar, G. Cistola & D. Germani, The Balboas, Jez Pike, Pink Butter, Jonathan Elias, Anthony Moore with AKA & Friends, Mephisto Walz, Angels of Libra (feat. Nathan Johnston).

  • The Queen Is Dead Volume 177- Dor, Lancasters, Evoken
    by Massimo Argo on 18 Novembre 2025 at 14:52

    Un approfondimento su tre dischi imperdibili: il viaggio introspettivo dei Dor, la psichedelia analogica dei The Lancasters e l’oscurità funeral doom degli Evoken. Analisi, atmosfere e suggestioni di tre opere che esplorano mondi sonori profondi e unici.

GRAZIE A TUTTI

Come preannunciato all’inizio dell’estate, l’attività di MetalEyes è cessata ufficialmente dal 31 agosto con la pubblicazione dell’ultima recensione. Il sito rimarrà comunque online ancora per

Leggi Tutto »

Esogenesi – Esogenesi

I quattro lunghi brani, inframmezzati da un breve strumentale, testimoniano in ogni frangente lo spessore già ragguardevole raggiunto dagli Esogenesi al loro primo passo, sicuramente non più lungo della gamba in quanto preparato con tempi debitamente lunghi come si conviene a chi si dedica ad un genere per sua natura antitetico a tutto ciò che appare frettoloso o superficiale.

Leggi Tutto »

Hardline – Life

La cover di Who Wants To Live Forever dei Queen come perla incastonata tra la dozzina di tracce che compongono l’album, valorizza, se ce ne fosse bisogno il gran lavoro degli Hardline a conferma dell’ottimo stato di forma dell’hard rock melodico.

Leggi Tutto »

Walkways – Bleed Out, Heal Out

In un momento di scarsa qualità delle proposte alternative rock vicine al metalcore questo gruppo è una bella scoperta e vi regalerà degli ascolti molto piacevoli e duraturi.

Leggi Tutto »