LE INTERVISTE DI OVERTHEWALL: MARIO GAZZOLA

Grazie alla reciproca collaborazione con la conduttrice radiofonica Mirella Catena, abbiamo la gradita opportunità di pubblicare la versione scritta delle interviste effettuate nel corso del suo programma Overthewall, in onda ogni domenica alle 21.30 su Witch Web Radio.
Questa volta Mirella ha intervistato lo scrittore Mario Gazzola.

MC E’ uscito a dicembre il primo saggio che esplora a 360° le connessioni della musica pop rock con l’immaginario di fantascienza, autori Mario Gazzola ed Ernesto Assante. Con noi Mario Gazzola. Ciao Mario e benvenuto su Overthewall.
Per prima cosa ti chiedo di te. Tu hai scritto di rock e di cinema per diverse testate cartacee, web e radio, hai scritto libri, saggi e racconti. Ci parli della tua attività di scrittore ?

MG Volentieri: è iniziata verso il 2007 con la pubblicazione del mio primo racconto sulla rivista di s/f Robot. Avevo fatto il giornalista rock free lance, un programma radio e un paio di mostre di foto di musicisti live, ma non era mai diventato il mio lavoro principale. Ho pensato che Tom Waits e Nick Cave erano dei grandi anche senza il mio modesto contributo e che, se volevo continuare a scivere, forse era meglio che mi dedicassi a qualcosa di più MIO che l’intervista per il nuovo disco di XX. Così nel 2009 è uscito (per Mursia) il mio primo romanzo ‘Rave di Morte’, ma alla musica non si scappa: anche se è un thriller cyberpunk ambientato nel 2025, il protagonista è un critico rock che hackera un’anteprima e così si caccia nei guai!
Poi, dopo aver girato con amici il cortometraggio un po’ cronenberghiano ‘Con gli occhi di domani’ (con musiche degli Iconoclast), è nato il mio sito Posthuman.it che lo ospita: così pian piano sono ricaduto nel “vizio” di scrivere recensioni di dischi, ora anche film, teatro etc., per una testata tutta mia, quindi alla fine – da buon tossicodipendente – sono ritornate anche le collaborazioni esterne con Nocturno Cinema, col Mediatrek di Assante etc. Si vede che dal destino non si sfugge!

MC Com’è nata l’idea di scrivere Fantarock? Parlaci di quest’opera.

MG L’idea l’ha buttata lì Ernesto un giorno mentre ci parlavamo al telefono: un’analisi della musica da quel punto di vista particolare non esisteva e consentiva di mettere insieme un po’ della cultura che m’ero fatto nel genere fantastico (da narratore, ma anche in campo di cinema e fumetti) con l’immortale passione musicale. Ho annaspato in affanno per alcuni giorni, soffocato dal terrore di non saper come fare a racchiudere tutta la multiforme materia in un unico testo, in che ordine, che struttura, come non dimenticare questo ma anche quello e poi… pian piano è cominciata a nascere una bozza d’indice. Se c’è una cosa in this life di cui bene o male riesco sempre a venire a capo è un testo scritto, quindi… volere è potere. Alla fine son venute fuori ben 460 pagine di rock che guarda al futuro!

MC Fantarock segue l’intero corso della musica rock, dagli anni Cinquanta a oggi. Com’è strutturato il libro e quali sono state le maggiori difficoltà nella sua realizzazione?

MG E’ strutturato in capitoli cronologici, circa uno per decennio, introdotto da una legenda che suggerisce al lettore non esperto una lista di libri, film e fumetti per inquadrare quel che conta nell’evoluzione della s/f in quella decade. Anche se poi non è detto che per es. i musicisti degli anni ’80 s’ispirino tutti al cyberpunk perché quella è stata la corrente letteraria forte di quel periodo. Come ricorderete, nell’84 sono usciti film come appunto 1984 di Orwell (con musiche degli Euryhtmics), il quale peraltro aveva scritto il romanzo nel 1948, di lì influenzando schiere di musicisti di ogni epoca, da Bowie a Rick Wakeman degli Yes fino ai Queensrÿche, ai Radiohead e l’anno scorso gli italiani La Fabbrica dell’Assoluto. Oppure Dune, film di Lynch (con musiche di Toto e Brian Eno) dal romanzo di Herbert, che però è del ’65 e anch’esso ha influenzato altri musicisti, da Klaus Schulze agli iron Maiden.
Quindi seguire il corso del tempo non è sempre facile né lineare, ci si tira dietro un sacco di connessioni incrociate (musica-cinema-letteratura-fumetto) e crosstemporali ma per me è fondamentale seguire l’evoluzione di un segno nel tempo: quando compro un disco io guardo sempre in che anno è stato pubblicato, per inserirlo nella mia ‘storia personale’: mi dico magari “ah guarda, Miles Davis nel ’75 già anticipava il funk no wave”. E comunque… in fondo è bello farsi travolgere da questa valanga, no? Se no che appassionati saremmo?!

MC C’è un artista di cui avresti parlato all’infinito o per il quale hai una particolare predilezione?

MG Beh, il vero fantarocker non può sfuggire all’importanza di David Bowie che, oltre ad essersi rinnovato a più riprese spaziando in generi musicali molto diversi, ha attinto a diverse correnti del fantastico: dall’Odissea nello spazio di Kubrick al citato 1984 al cyberpunk burroughsiano di Outside. E poi ha pure interpretato personaggi alieni (L’Uomo che cadde sulla Terra), horror (Miriam si sveglia a mezzanotte), fantasy (Labyrinth) e per così dire steampunk (The Prestige) nella sua parallela carriera d’attore cinematografico. Nel bene nel male, nessuno è stato così poliedrico.

MC Qual’è il periodo della storia del rock che ti ha incantato maggiormente?

MG Credo che il più intenso sia ancora quello che va dal ’67 a circa metà dei ’70, perché è quello in cui il rock ha alzato il tiro culturalmente (e anche ideologicamente) dando vita a un’evoluzione strepitosa, sia musicale che nei testi, nelle copertine, nei live show, come mai più dopo. In quell’epoca, in cui infatti si sono svolti il festival di Woodstock e il primo allunaggio, anche il rapporto con la s/f è stato intenso e concettualmente importante (una collana di s/f come Urania in Italia tirava numeri oggi impensabili): i giovani musicisti psichedelici di allora – Byrds, Hendrix, Floyd, Bowie stesso, Hawkind e poi Blue Öyster Cult, Tangerine Dream, Eno, Kraftwerk, fino alle primizie del punk – guardavano allo spazio e alla s/f con l’entusiasmo della ‘corsa allo spazio’ dell’epoca e la brama di scoprire nuovi mondi con l’ambizione di rivoluzionare quello attuale. Una carica che difficilmente ritroviamo intorno a noi oggigiorno.

MC Oltre alle band che hanno fatto la storia del Rock ne citi altre contemporanee. Chi sono gli artisti dei giorni nostri che segui con più interesse?

MG Beh, si cerca di seguire il corso del tempo senza rimanere affezionati ai miti del passato, per quanto glorioso: ultimamente ho visto bellissimi concerti degli immortali King Crimson e dei Flaming Lips, che sono sempre dei miti; lì per es. ho scoperto come supporter gli ottimi Universal Sex Arena veneti. L’ultimo disco di Jack White l’ho trovato originalissimo, come anche il Something Weird dei bresciani Mugshots, insieme a molte cose della Black Widow, che in campo di fantarock è l’arca della scienza italiana. Ho trovato molto originale il metal-electro-blues di Zeal and Ardor e quello più jopliniano dei Blues Pills, il nu jazz psichedelico di Kamasi Washington, quello di Yazz Ahmed e quello di Caterina Palazzi in Italia. Le canzoni di resistenza rivisitate da Marc Ribot & vari ospiti e il funk avanguardistico degli I hate my village, il revival psichedelico dei tedeschi Vibravoid e il prog-wave moderno degli italiani Twenty Four Hours… si potrebbe continuare per ore, la buona musica è tutt’altro che morta! Se mai temo la pigrizia del pubblico attuale d’andarsela a scoprire, pur nell’epoca del tutto disponibile subito online…

MC Parliamo della copertina del libro. A cosa ti sei ispirato?

MG Ah, dall’averla vista su Facebook, in un gruppo di fan di Kubrick: questo grafico dilettante, Eytan Wronker, aveva fuso in una sola immagine gli astroanuti di 2001 Odissea nello spazio colle strisce pedonali più famose del mondo di Abbey Road. Gli ho subito chiesto se ce la lasciava usare perché avevo trovato per caso la sintesi iconografica perfetta dei due mondi su cui stavo lavorando!

MC Dove i nostri ascoltatori possono acquistare Fantarock?

MG In libreria, naturalmente: Arcana è distribuita in tutt’Italia. Oppure ordinandolo online su Amazon, come oggi va di moda. O ancora… invitando l’autore a una presentazione live nella propria città, per garantirsi la propria copia autografata!

MC Ci sono progetti immediati di cui vuoi parlarci?

MG Stiamo faticosamente producendo un album in cui gruppi attuali interpretano brani d’ispirazione fantascientifica citati nel libro. Non so ancora preannunziarvi esattamente quando uscirà (ma spero entro l’anno), ma posso dirvi che i Mugshots hanno registrato una cover degli Stranglers, Maurizio Marsico Satellite of Love di Lou Reed, e il trio Edna una bellissima versione jazz di The Man Machine dei Kraftwerk. Il resto è ora in ebollizione. Poi in autunno uscirà sempre per Arcana (nella nuova collana dedicata alla narrativa) ‘Oblique strategie sonore’, un’antologia di racconti fantamusicali tratti da spunti scritti da Brian Eno proprio per le session del citato Outside di Bowie. Insieme a me ci saranno ancora Assante, che debutterà qui come narratore, insieme anche al musicista Marsico, e poi scrittori navigati del pulp italiano come Danilo Arona, Andrea C. Cappi, Giovanni De Matteo, Lukha B. Kremo e Claudia Salvatori. E lì sarà un delirante supertrip in cui la narrativa di s/f offrirà il suo omaggio alle visioni che da sempre ci ha ispirato la musica.

MC Ti ringrazio di essere stato con noi.

MG Grazie a te e a tutti i lettori/ascoltatori!