Leviathan – Beholden To Nothing, Braver Since Then

Nuovo album in questo inizio 2014 per la band americana dei Leviathan, non proprio dei novellini della scena, giunti al quinto album in studio: il loro primo vagito risale al 1991 con un Ep omonimo, per più di vent’anni all’insegna di un prog metal che ha nel dna quella manciata di gruppi che hanno fatto la fortuna del genere.

Dunque parliamo dei Dream Theater ma anche degli Shadow Gallery, con un approccio seventies in grado di rendere il lavoro un buon connubio tra il nuovo prog, che strizza l’occhio a sonorità più dure e l’estetica del progressive rock, quello dei maestri settantiani
Settantacinque minuti di musica che, dall’inizio alla title-track, posta in chiusura, spazia tra varie atmosfere, cambi di tempo ed uno spirito vintage che aleggia per tutto il disco ed esce clamorosamente allo scoperto con la suite Religion ed i suoi sette movimenti: fulcro dell’album, i brani che compongono questo bellissimo puzzle musicale scomodano mostri sacri del suono progressivo, tra richiami che di volta in volta si fanno più marcati, tra suoni intimisti che si trasformano in cavalcate elettriche o ariose aperture melodiche, spezzate da improvvise puntate di tensione sonora dall’incedere emozionale come i nove minuti di If The Devil Doesn’t Exist.
Magical Pills Provided, altra perla del lavoro tra Pink Floyd ed il re cremisi, ci dimostra una volta di più che siamo al cospetto di una band che guarda più al passato che al presente, anche le tastiere in questo disco, diversamente dalle classiche band metal prog, sono relegate ad un lavoro di secondo piano rispetto alle chitarre, che sono invece protagoniste indiscusse sia nei suoni acustici che elettrici.
I Genesis (quelli veri, dei primi meravigliosi dischi con Peter Gabriel), sono chiamati in causa nella bellissima Misanthrope Exhumed, mentre Beholden To Nothing, Braver Since Then che chiude il lavoro, torna a calcare territori più moderni e metallici: a band accelera di quel tanto per regalarci ancora dei cambi di tempo mozzafiato, accomiatandosi con un brano dalle reminiscenze Shadow Gallery.
Complimenti a John Lutzow, chitarrista e tastierista e se non bastasse, compositore di musica e testi di questo ottimo lavoro, ed un plauso a tutti i musicisti coinvolti; non aspettatevi una classica produzione scintillante, in questo lavoro, non so quanto volutamente, i suoni sono piuttosto vintage e per alcuni questo potrebbe costituire un difetto: io non me ne curo e consiglio caldamente questo disco ai fan del progressive tout court.

Tracklist:
1. Ephemeral Cathexis
2. A Shepherd’s Work
3. Intrinsic Contentment
4. Overture of Exasperation
5. Creatures of Habit
Religion: Superstition, Imposed Tradition and The Spiritual Crutch of Human Crux (from 6. to 12.)
6. Solitude Begets Ignorance
7. A Testament for Non-Believers
8. If the Devil Doesn’t Exist…
9. Magical Pills Provided
10. Thumbing Your Nose at Those Who Oppose
11. Empty Vessel of Faith
12. Words Borrowed Wings
13. Bettering Darklighter
14. Misanthrope Exhumed
15. Beholden to Nothing, Braver Since Then 10:23

Line-up:
John Lutzow-Guitars,keyboards,B.vocals
Jeff Ward-Vocals
Dave Rumbold-Drums
Derek Blake-Bass,B.vocals

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