L’esordio su lunga distanza dei Lorelei arriva in un momento di grande fermento della scena gothic death-doom russa.
Si rischia d’essere ripetitivi nell’affermare che le uscite proposte dalla Solitude e dalla BadMoodMan hanno ormai raggiunto un livello qualitativo tale da costituire un vero e proprio marchio di fabbrica. Dopo gli splendidi lavori di Revelations Of Rain e Shallow Rivers, Ugrjumye Volny Studenogo Morja sposta le coordinate musicali verso un gothic dai toni drammatici, enfatizzati dalla consueta dicotomia tra voce lirica e growl maschile. Quando entrambe le componenti vengono eseguite in maniera eccellente come in questo caso e il tutto va ad inserirsi in un contesto musicale raffinato e intenso come quello messo in scena dai Lorelei, ogni considerazione sulla prevedibilità di un disco simile diventa francamente superflua. I tre quarti d’ora di questo lavoro, che la band moscovita dedica al Rinascimento, con particolari riferimenti alla poetica del Petrarca (come almeno noi italiani abbiamo la possibilità di capire dal frequente inserimento di versi recitati nella nostra lingua) rappresentano qualcosa in più di un ideale “bignami” del gothic death-doom: ciò avviene grazie a brani che trasudano romanticismo da ogni nota, esaltati da un’esecuzione strumentale sobria quanto emozionante, dall’impeccabile intonazione lirica esibita da Ksenia Mikaylova e dal growl possente di E.S, (già noto nella scena come anima e voce degli Who Dies In Siberian Slush). Il disco non raggiunge vette epocali proprio perché, nel suo songwriting, è presente quel pizzico di autoreferenzialità derivante dallo stretto legame che unisce gran parte delle doom band dell’area moscovita, aspetto che inevitabilmente tende a rendere piuttosto omogenei i tratti stilistici, nonché i suoni a livello di produzione. Ma al di là di questo e del fatto che l’uso dell’idioma russo, anche qui, come nel caso dei Revelations Of Rain, finisce per precludere a questo prodotto una maggiore diffusione , non si può fare a meno di apprezzare brani, intrisi di un pathos degno dei componimenti del poeta fiorentino, come le magnifiche Ten’ju Bezlikoj … e Ne Vedaja Temnyh Predelov Pechali …, episodi che spiccano all’interno di un contesto complessivo comunque di assoluto valore. Ottimo esordio, quindi, per i Lorelei che, in un prossimo futuro, potrebbero anche trovare una maggiore esposizione se optassero anch’essi per l’adozione di testi in lingua inglese.
Tracklist:
1. Intro
2. Holod Bezmolvnogo Zimnego Lesa…
3. Ten’ju Bezlikoj…
4. Ugrjumye Volny Studenogo Morja…
5. La Vita Fugge, Et Non S’arresta Una Hora…
6. Ne Vedaja Temnyh Predelov Pechali…
7. Holodnyj Prizrachnyj Rassvet…
8. Raj Poterjan…
9. Outro
Line-up :
Alexandr Grischenko – Bass
Andrey Osokin – Guitars
Alexey Ignatovich – Guitars, Vocals
Marina Ignatovich – Keyboards
Ksenia “Serafima” Mikhaylova – Vocals
Guest: E.S. – Vocals