Major Parkinson – Blackbox

La tradizione scandinava per i suoni progressivi continua a donarci band e lavori che rientrano in quell’aura cult riservata alla musica d’eccellenza e che, inevitabilmente, rimane ad esclusiva o quasi degli appassionati che non si sono fermati al 1975 o giù di li, ma ai quali piace andare oltre l’ovvio.

I Major Parkinson sono una band norvegese attiva da anni e con una già buona discografia alle spalle (questo è il quarto full length), ed una formazione che si rinnova quasi ad ogni album.
Gli otto musicisti sono impegnati in Blackbox, album che unisce varie sfumature della musica progressiva, passando con disinvoltura da note rock tradizionale all’uso dell’elettronica, a dire il vero abbondante tra i brani che escono dalla scatola nera, con intrecci di musica a 360° che abbraccia al suo interno una moltitudine di suoni, creando un sound originale ed affascinate, tra strumenti classici, elettricità rock e tappeti di chiara ispirazione ottantiana.
Esaltato dalla prova dello straordinario Jon Ivar Kollbotn al microfono (non solo un vocalist, ma un interprete a tutto tondo), l’album si dipana tra magiche soluzioni progressive, teatrali e moderne, con un’aura oscura che permea il sound con soluzioni e sorprese nel songwriting, che vanno da citazioni più o meno famose (passando da Bowie agli Ultravox) ad atmosfere cinematografiche ed originali come in Night Hitcher o Madeleine Crumbles.
Blackbox ha bisogno di qualche ascolto in più e tanta apertura mentale nel saper cogliere le varie e suggestive ispirazioni che la band unisce ad un indubbio talento nel saper scrivere musica fuori dai soliti schemi progressivi odierni, che siano legati alla tradizione o che guardino a soluzioni intimiste e moderne care ai gruppi odierni.
Valorizzato da atmosfere teatrali ed in alcuni casi pomposamente cinematografiche, Blackbox risulta un ascolto maturo, conseguenza di un approccio esemplare per quanto riguarda le interpretazioni vocali e soluzioni musicali fuori da schemi prestabiliti.

Tracklist
1.Lover, Lower Me Down!
2.Night Hitcher
3.Before the Helmets
4.Isabel -­ A Report to an Academy
5.Scenes from Edison’s Black Maria
6.Madeleine Crumbles
7.Baseball
8.Strawberry Suicide
9.Blackbox

Line-up
Jon Ivar Kollbotn – lead vocals
Eivind Gammersvik – bass, backing vocals
Lars Christian Bjørknes – piano, synth, organs, programming, notation, backing vocals
Sondre Sagstad Veland – drums, percussion, backing vocals
Sondre Rafoss Skollevoll – guitar, backing vocals
Øystein Bech-Eriksen – guitar
Claudia Cox – violin, backing vocals
Linn Frøkedal – guest vocals

MAJOR PARKINSON – Facebook

In Your Eyes ezine webzine dal 1999

  • Múm Finally We Are No One
    by Gabriella Capraro on 11 Settembre 2025 at 17:46

    Múm Finally We Are No One, pubblicato dalla FatCat Records nel 2002, è un emblematico esempio di come la trasformazione, alle volte, rappresenta una dolce e rivoluzionaria evoluzione.

  • Zatokrev Bring mirrors to the surface
    by Massimo Argo on 11 Settembre 2025 at 14:29

    Dopo dieci anni da “Silk Spiders Underwater…” tornano gli svizzeri Zatokrev con un disco che pulsa fortissimo, un piccolo capolavoro di post metal e post hardcore

  • Garrett Sparrow – RAMBO
    by Leonardo Pulcini on 9 Settembre 2025 at 15:23

    Garrett Sparrow, Sfogliare “RAMBO” è come aprire il quaderno di un liceale: scarabocchi, pensieri confusi e sentimenti a cui dare un nome. Ma a scuola conclusa, sarebbe un peccato buttarlo.

  • The Saint & la Bestemmia present: Adventure with the Saint Episode n°54
    by Il Santo on 8 Settembre 2025 at 16:22

    Oggi ascoltiamo: Johnny Brunette Trio, Bad Brains, Von Masoch, The Sons of Hercules, Nations on Fire, The Cannibals, The Flowers, The Crawdaddys, Thee Hypnotics, Man or Astro-Man, No Trend, The Bad Beats, Das Klown, The Sore Losers, Dee Rangers, Witchdoctors

  • Hüsker Dü, in arrivo un box set dal vivo
    by Reverend Shit-Man on 6 Settembre 2025 at 20:30

    Continua l’opera meritoria della Numero Group, label specializzata in ristampe e restaurazioni tra gli archivi di band fondamentali del post–hardcore americano degli anni Novanta (Karate, Unwound, Codeine e altre) e in generale di altre formazioni indie rock, con l’obiettivo di ridare vita e pubblicare chicche inedite e altre registazioni perdute o dimenticate, o mai pubblicate.

GRAZIE A TUTTI

Come preannunciato all’inizio dell’estate, l’attività di MetalEyes è cessata ufficialmente dal 31 agosto con la pubblicazione dell’ultima recensione. Il sito rimarrà comunque online ancora per

Leggi Tutto »

Esogenesi – Esogenesi

I quattro lunghi brani, inframmezzati da un breve strumentale, testimoniano in ogni frangente lo spessore già ragguardevole raggiunto dagli Esogenesi al loro primo passo, sicuramente non più lungo della gamba in quanto preparato con tempi debitamente lunghi come si conviene a chi si dedica ad un genere per sua natura antitetico a tutto ciò che appare frettoloso o superficiale.

Leggi Tutto »

Hardline – Life

La cover di Who Wants To Live Forever dei Queen come perla incastonata tra la dozzina di tracce che compongono l’album, valorizza, se ce ne fosse bisogno il gran lavoro degli Hardline a conferma dell’ottimo stato di forma dell’hard rock melodico.

Leggi Tutto »

Walkways – Bleed Out, Heal Out

In un momento di scarsa qualità delle proposte alternative rock vicine al metalcore questo gruppo è una bella scoperta e vi regalerà degli ascolti molto piacevoli e duraturi.

Leggi Tutto »