I tedeschi Maladie sono un affollato combo che, in ossequio al monicker prescelto, definisce il proprio stile musicale plague metal.
In effetti, l’operato della band non è facilmente definibile in quanto convoglia elementi del metal più oscuro (doom, black, depressive) rielaborandoli con una vena progressiva e sperimentale il cui vessillifero è senz’altro il sassofonista Hauke Peters.
Infatti, il primo aspetto che colpisce all’ascolto è il tono caldo di questo strumento la cui impronta mi ricorda non poco quella di David Jackson dei mitici Van Der Graaf Generator e, in fondo, non credo neppure sia una bestemmia attribuire ad un lavoro come Symptoms una visionarietà degna dell’Hammill settantiano, il tutto ovviamente trasposto su un piano metal.
Quando poi si scopre che la voce più ruvida appartiene a Déhà (anche al piano e violoncello), sorta di Re Mida della scena estrema underground europea, molti dei cerchi si chiudono: francamente non ho idea di quanto, in percentuale, sia misurabile il contributo compositivo del musicista belga, fatto sta che a tratti emergono passaggi la cui irresistibile progressione e la struggente malinconia riportano ad uno dei suoi migliori progetti, We All Die (Laughing).
Sicuramente, però, anche gli altri sette componenti sono fondamentali alla riuscita di questo magnifico affresco musicale, a partire dal secondo vocalist Alexander Wenz, dotato di un timbro stentoreo ed evocativo, per passare all’ottimo trio di chitarristi (Bjorn Koppler – Mark Walther – Kevin Olasz) e alla coppia ritmica (Moritz Grenzmann – basso – e Tobias Blach – batteria -).
Un lavoro di squadra, dunque, che fornisce uno dei frutti più prelibati degli ultimi tempi (l’album è uscito alla fine dello scorso anno, ma forse non se ne è parlato ancora per quanto meriterebbe): Symptoms si snoda per circa quaranta minuti come una traccia unica (Divinitas – A Journey) suddivisa in otto parti, il che consente di riproporre in diverse fasi lo splendido tema portante (part II e part VII) e in qualche modo a terminare l’album così come si era aperto, in una sorta di perfetta struttura circolare.
Nel mezzo ci sta tutto ciò che l’ispirazione di questo ensemble di musicisti consente di riversare sullo spartito, per cui senza soluzione di continuità si alternano parti solo apparentemente in contrasto tra loro (e che se maneggiate da altri forse lo diverrebbero realmente) ma in realtà legate da un filo melodico tutt’altro che sottile, anche quando a prendere campo sono le sfuriate in blast beat di matrice black.
Questa è una descrizione di massima di ciò che si più trovare all’interno di questo lavoro dei Maladie, visto che entrare nei particolari di un qualcosa di così geniale e sfaccettato rischierebbe di risultare ridondante, nonché fuorviante: non resta quindi che l’ascolto diretto di Symptoms per rendersi conto di quanta grande musica ci giri intorno, basta solo volerla realmente intercettare …
Tracklist:
1.Divinitas – A Journey, Pt. I
2.Divinitas – A Journey, Pt. II
3.Divinitas – A Journey, Pt. III
4.Divinitas – A Journey, Pt. IV
5.Divinitas – A Journey, Pt. V
6.Divinitas – A Journey, Pt. VI
7.Divinitas – A Journey, Pt. VII
8.Divinitas – A Journey, Pt. VIII
Line-up:
Hauke Peters – Saxophone
Bjorn Koppler – Guitars
Marl Walther – Guitars
Déhà – Vocals, Piano, Cello
Alexander Wenz – Vocals
Moritz Grenzmann – Bass
Kevin Olasz – Guitars
Tobias Blach – Drums