Malepeste/Dysylumn – Ce qui fut, ce qui est, ce qui sera

Ce qui fut, ce qui est, ce qui sera non solo mette in mostra due ottime band ma regala cinquanta minuti di materia estrema interpretata in maniera intensa e creativa, due attributi che rendono il lavoro degno della massima attenzione.

Nonostante gran parte della scena musicale metal attinga a piene mani dalla mitologia greca e romana, a mia memoria le tre Parche vennero tirate in ballo solo nella suite The Three Fates, facente parte dell’album d’esordio degli ELP.

Probabilmente nell’arco di quasi mezzo secolo qualcun altro molto meno noto dello storico trio, emblema del virtuosismo strumentale in ambito prog, avrà menzionato nei propri lavori queste inquietanti figure intente a gestire il filo dell’esistenza umana; di sicuro lo fanno, e molto bene, i Malepeste e i Dysylumn, due band francesi che uniscono le proprie forze in questo split album intitolato Ce qui fut, ce qui est, ce qui sera, sotto l’egida della Goathorned Productions.
Entrambe le band, provenienti da Lione, esibiscono un black metal inquieto ed obliquo, come da tradizione transalpina, ma molto meno sperimentale e dissonante rispetto a molti propri colleghi e connazionali.
I Malepeste conferiscono al loro sound un’aura piuttosto progressiva, tanto che l’elemento black appare molto meno accentuato a favore di un approccio atmosferico, pur se ammantato di una spessa coltre di oscurità; alla band, che si rifà sentire dopo un ottimo full length come Deliquescent Exaltation risalente al 2015, tocca il compito di descrivere Clotho, Lachesis ed Atropos, ovvero quelle che nella mitologia greca venivano definite le Moire, e in poco meno di venti minuti viene offerta un’interpretazione convincente, profonda e ricca di variazioni e sfumature, dal taglio molto evocativo (specialmente in Atropos) e pregevole anche da punto di vista tecnico, a conferma delle qualità esibite nel recente passato.
I Dysylumn sono invece freschi reduci di un full length come Occultation, molto ben accolto dalla critica, ed il perché lo si capisce dopo pochi secondi del loro primo brano Nona (che assieme a Decima e Morta erano invece le tre Parche secondo la tradizione dell’antica Roma), una dimostrazione di forza magnifica in virtù di un sound trascinante, più riconducibile al black metal rispetto ai Malepeste a livello di ritmiche ma non meno ricco di spunti memorabili; le altre due tracce dedicate alle temibili figure femminili mantengono comunque un’impronta incalzante sulla quale incombono il growl ed il notevole lavoro chitarristico di Sébastien Besson.
L’inquietante Epilogue, con il suo testo recitato al contrario, rappresenta idealmente il riavvolgimento del filo dell’esistenza, chiudendo uno split album che smentisce una volta di più chiunque ritenga che tali operazioni siano trascurabili o ancor peggio superflue.
Ce qui fut, ce qui est, ce qui sera non solo mette in mostra due ottime band ma regala cinquanta minuti di materia estrema interpretata in maniera intensa e creativa, due attributi che rendono il lavoro degno della massima attenzione.

Tracklist:
1. Malepeste – I – Prologue
2. Malepeste – II – Clotho
3. Malepeste – III – Lachésis
4. Malepeste – IV – Atropos
5. Dysylumn – V – Nona
6. Dysylumn – VI – Decima
7. Dysylumn – VII – Morta
8. Dysylumn – VIII – Épilogue

Line-up:
Malepeste
Nostradamus – Bass
Flexor – Drums
Xahaal – Guitars
Larsen – Vocals

Dysylumn
Camille Olivier Faure-Brac – Drums
Sébastien Besson – Guitars, Vocals

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