Mob Rules – Tales From Beyond

Tales From Beyond quindi risulta un buon disco, l’ennesimo di una band che, se non ha mai trovato il Graal del capolavoro, sicuramente non ha mai deluso le aspettative, confermandosi come una un punto fermo per gli amanti di queste sonorità.

I Mob Rules sono una delle tante band nate a metà degli anni novanta (1994), in pieno ritorno sia qualitativo che commerciale dei suoni heavy classici, specialmente nel vecchio continente, anni in cui le vecchie glorie tornavano a produrre grande musica, accompagnate da nuove realtà di un certo rilievo, ancora oggi sulle bocche e negli stereo dei true defenders sparsi per l’Europa.

La band tedesca è sempre rimasta un gradino sotto i gruppi più famosi, ma questo non ha mai inficiato la buona qualità della sua musica, un ottimo esempio di heavy power metal, molte volte valorizzato da soluzioni vicine al prog e dalla fiera vena epica.
Il sestetto ha così scritto negli anni pagine di metallo epico, oscuro e melodico, convogliando in un unico sound le sue maggiori influenze, dal metal classico di scuola Dio, ai Maiden, senza lasciare indietro il sound originario delle proprie terre, sommandoli ed ottenendo un concentrato di ritmiche power, solos heavy melodici e dalla vena epica, tra cavalcate in crescendo, riff cadenzati e potentissimi, accompagnati dalle tastiere, capaci di teatralizzare e rendere magniloquenti molti dei brani scritti.
Tales From Beyond, come avrete capito, non si discosta dalla usuale proposta che il gruppo ci ha abituato fin dai tempi del debutto Savage Land, primo di otto fratelli che, senza picchi clamorosi, ma con buona costanza, hanno portato i Mob Rules nel nuovo millennio.
Qualche inserto folk celtico, cambi di ritmo ed una buona predisposizione per le melodie, fanno del nuovo lavoro l’ennesimo buon disco da parte della band, come sempre sul pezzo nel travolgerci con cavalcate metalliche, protagoniste anche su Tales From Beyond e loro marchio di fabbrica, assecondate da un’ottima prova delle due asce, che non si risparmiano nello scambiarsi la scena con solos gustosi, mentre il buon Klaus Dirks, alza di non poco la qualità del lavoro con un’eccellente prova, un po’ Dio, un po’ Dickinson, insomma singer di razza superiore.
La coppia Matthias Mineur e Sven Lüdke alle chitarre, la sezione ritmica compposta da Markus Brinkmann al basso e Nikolas Fritz alle pelli, e le tastiere di Jan Christian Halfbrodt, completano una line-up consolidata e affiatata, che permette a Tales From Beyond di viaggiare su livelli ottimi, aiutato anche da un’ottima produzione.
Molto atmosferici i vari brani, pur mantenendosi su livelli alti di energia, il pathos epico/oscuro che si respira sul nuovo album è l’arma in più di canzoni dall’alto tasso emozionale come la celtica Somerled, la maideniana On The Edge, il crescendo epico di My Kingdom Come e le tre parti di A Tales From Beyond, mini suite di quindici minuti che, nelle parti più elaborate, avvicina il gruppo ai meravigliosi Vanden Plas.
Tales From Beyond quindi risulta un buon disco, l’ennesimo di una band che, se non ha mai trovato il Graal del capolavoro, sicuramente non ha mai deluso le aspettative, confermandosi come una un punto fermo per gli amanti di queste sonorità.

TRACKLIST
1.Dykemaster’s Tale
2. Somerled
3. Signs
4. On the Edge
5. My Kingdom Come
6. The Healer
7. Dust of Vengeance
8. A Tale from Beyond (Part 1: Through the Eye of the Storm)
9. A Tale from Beyond (Part 2: A Mirror Inside)
10. A Tale from Beyond (Part 3: Science Save Me!)
11. Outer Space

LINE-UP
Klaus Dirks – Vocals
Matthias Mineur – Guitars
Sven Lüdke – Guitars
Markus Brinkmann – Bass
Nikolas Fritz – Drums
Jan Christian Halfbrodt – Keyboards

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