Mortual – Autumn Requiem

Ottimo esordio per i polacchi Mortual: black/death, gothic e dark al servizio di un’opera sognante e di non facile catalogazione.

Siamo ormai giunti alla fine di questo anno, l’inverno si sta prendendo il suo dovuto spazio nel ciclo continuo delle stagioni, i colori si spengono, ed il buio ci accompagna attraverso i mesi più freddi: una stagione perfetta, intrisa di atmosfere plumbee che invogliano ad ascoltare opere dai connotati melanconici, introspettivi, dark.

In nostro aiuto viene l’amato mondo metallico che, con i suoi svariati generi ha di che tenerci compagnia quando le giornate si fanno corte e la tristezza accompagna la voglia di fuggire dal mondo esterno, magari ascoltando opere sognanti e malinconiche come Autumn Requiem dei polacchi Mortual.
Lavoro ambizioso quello della band di Trzebenica, un concept incentrato sulla vita e le battaglie introspettive di un poeta e, per questo, molto drammatico, operistico, e sognante.
Tutto meno che monocorde, l’album musicalmente è composto da un’ottima commistione di vari generi, dai più estremi come il black/death nelle parti più drammatiche, al gothic/dark nei numerosi ed emozionanti passaggi dove i suoni rallentano per far sognare, con ottimi interventi classici mai pomposi.
Le atmosfere cangianti rendono questo lavoro di difficile catalogazione e i brani mediamente lunghi ne fanno un disco da assaporare lentamente, per far nostre tutte le varie sfaccettature che compongono un songwriting molto maturo per una band all’esordio.
Bellissimi gli innumerevoli interventi pianistici e l’uso delle voci, che passano dal growl al recitato fino all’ottima voce femminile (Marta Wolak), elegante, delicata ed ugualmente dai tratti dark.
Continui e ripetuti cambi di tempo, danno ad Autumn Requiem quel tocco prog che alza la qualità di un lavoro davvero bello, emozionante, almeno per chi, delle atmosfere di cui è pregno il lavoro, ne apprezza l’enorme potenziale poetico, ammantato di una malinconia che, a tratti, si fa tragica come i temi di cui il giovane ed immaginario poeta si fa cruccio (amore, morte, fede).
Più di un’ora di musica che è un viaggio nell’io del protagonista ma che potrebbe benissimo essere il nostro, almeno quello di chi ha la sensibilità di confrontarsi con argomenti troppe volte lasciati in sospeso per rincorrere la vita di tutti i giorni, lasciando la nostra vera essenza in balia dei mille problemi di una vita spesso fatta di una superficialità esasperante.
Tra i brani, magnifici risultano i sedici minuti di The Crucible: Prologue, Rainy Ballad e la lunghissima ed affascinante title-track; l’intero album si rivela comunque di assoluto livello ed i Mortual sono decisamente una band dalle potenzialità enormi, migliorabile forse nelle parti più tirate, ma perfetta in quelle atmosferiche.
Fatevi un favore, ascoltateli.

Tracklist:
1. Lisa’s Memory
2. Anhedonia
3. My Apocalypse
4. The Crucible: Prologue
5. Rainy Ballad
6. Lullaby of the Damned
7. Lethargy
8. Autumn Requiem

Line-up:
Michal Zuk – Drums, Tambourine, Glasses, Seashells (Track 4;  Scene III, Tracks 6,8)
Wojtek Michalowski – Vocals, Keyboards
Piotrek Bocian – Guitars, Bass
Czarek Michalkiewicz – Guitars
Marta Wolak-Female – Vocals

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