Norilsk – Weepers Of The Land

Weepers Of The Land non è affatto un brutto album, perché i due musicisti sono autori di un sound gradevole al quale manca quell’incisività e soprattutto quel pathos che vengono richiesti a chi si cimenta in ambito doom e dintorni: la sensazione è che ci siano ampie potenzialità per fare decisamente meglio, magari offrendo un ‘interpretazione meno dispersiva del genere.

Norilsk è un città siberiana nota per le sue temperature inclementi, oltre al fatto d’essere stata fondata in luoghi particolarmente inospitali negli anni ’30 da Stalin per diventare uno dei famigerati Gulag.

La band che ha deciso di adottare questo monicker è invece canadese e giunge con Weepers Of The Land al suo terzo full length in pochi anni di attività.
Il duo del Québec si cimenta con un death doom dalle sfumature post metal che non è affatto male, anche se l’impressione che resta al termine di questa mezz’ora abbondante di musica è quella di una band che mette un po’ troppa carne al fuoco, finendo per non assumere una propria fisionomia ben delineata.
Lo stoner sludge di No Sacred Ground scorre via piuttosto bene, invero, ma viene seguita da un funeral minimale e appena abbozzato (The Way) prima che la francofona Toute la noirceur du monde riporti il tutto su un piano melodico più ragionevole, benché a sua volta non troppo collegato a quanto oggetto in precedenza.
A confondere ulteriormente le idee arriva Tomber 7 fois, cover di uno dei brani più noti della cantante francese Mylene Farmer, sensuale creatura che ebbe un notevole successo negli anni novanta: la riproposizione non è affatto male e il suo irrobustimento non ne fa smarrire l’orecchiabilità ma resta la sensazione di un qualcosa fuori contesto.
Ben venga, allora, la conclusiva title track, notevole e lunga litania che sembra finalmente connotare il sound dei Norilsk in maniera più precisa e soprattutto minacciosa, tenendo fede all’immaginario creato dal monicker e dalla copertina del quale francamente, fino a questo punto del lavoro, non se ne era vista traccia.
Weepers Of The Land non è affatto un brutto album, perché i due musicisti sono autori di un sound gradevole al quale manca quell’incisività e soprattutto quel pathos che vengono richiesti a chi si cimenta in ambito doom e dintorni: la sensazione è che ci siano ampie potenzialità per fare decisamente meglio, magari offrendo un ‘interpretazione meno dispersiva del genere.

Tracklist:
1. No Sacred Ground
2. The Way
3. Toute la noirceur du monde
4. Tomber 7 fois (Mylene Farmer Cover)
5. Weepers of the Land

Line-up:
Nic M – Vocals, bass, guitars
Nick R – Drums, backing vocals

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