OGNI DOMENICA ALLE 22, ALL’INTERNO DI OVERTHEWALL

Riproponiamo questa rubrica con la quale noi di Metaleyes porremo alla vostra attenzione alcuni tra i dischi dei quali abbiamo parlato nel corso della settimana.

La settimana scorsa non siamo andati in onda dato che la nostra speaker preferita è stata impegnata nelle vesti di presentatrice del Metal Queen’s Burning Night, quindi sono molti i lavori degni di menzione accumulatisi in questi 15 giorni, per cui li porterò alla vostra attenzione con una rapida carrellata.
Cominciamo con il ritorno di due nomi pesanti provenienti dal nord europa, sto parlando degli At The Gates con To Drink From The Night Itself, e degli Amorphis con Queen Of Time, due opere convincenti per band che non hanno bisogno di presentazioni e che dimostrano come il passare degli anni non ne abbia affievolito l’impatto; c’è senz’altro chi non sarà d’accordo sostenendo che questi dischi non sono all’altezza delle loro opere più datate ma, attenzione, se si guarda sempre indietro non si vede dove si appoggiano i piedi mentre si cammina e in più si rischia un fastidioso torcicollo …
Sempre in ambito melodic death va segnalato l’ottimo The Light That Shines dei francesi Fractal Gates, mentre chi ama il thrash non dovrebbe farsi sfuggire l’ultimo lavoro degli spagnoli Angelus Apatrida, Cabaret De La Guillotine e infine, per chi si ritiene orfano dei migliori Nightwish, è doveroso l’ascolto del full length d’esordio dei bulgari Metalwings, For All Beyond.
Voliamo nella nostra ingovernabile penisola segnalando, in ambito heavy/power metal, i Chronosfear con l’album omonimo e i Nereis con Turning Point; per le sonorità più estreme, black metal nello specifico, emergono i Kyterion con Inferno II e gli storici Abhor con Occulta Religio.
Per quanto riguarda sonorità più moderne e nervose ecco poi il metalcore dei Last Resistance con A World Painted Grey ed il postmetal degli Sterpaglie con Pellicano del Deserto.
L’angolo del doom contiene un’altra band italiana, i siciliani Haunted, autori del magnifico Dayburner, gli inglesi Grave Lines con Fed Into The Nihilist Engine e gli statunitensi Chrch con Light Will Consume Us All, entrambi interpreti del miglior sludge. Chiudo segnalando un album decisamente ostico ma a mio avviso di enorme valore come quello degli inglesi Bodies On Everest , i quali con A National Day Of Mourning offrono un inquietante spaccato della cupa realtà che ci circonda con un terrificante mix di psichedelia ,drone, sludge, ambient ed elettronica.

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