Oktor – Another Dimension of Pain

I polacchi Oktor arrivano al primo full length dopo oltre dieci anni d’attività anche se, di fatto, il loro materiale inedito più recente risale ormai al 2005.

Questo Another Dimension Of Pain mostra una band che, probabilmente, avrebbe avuto bisogno di qualche altra uscita su distanza ridotta per testarsi prima di cimentarsi in un lavoro vicino all’ora di durata.
Infatti, quel che si evince dopo ripetuti ascolti dell’album, è che il sound appare frammentario, con troppi momenti interlocutori che vanno ad interrompere il flusso di un death doom talvolta anche pregevole: tutto ciò comporta, inevitabilmente, che poco o nulla di ciò che si è ascoltato è destinato a restare impresso.
Fondamentalmente il lavoro si compone di tre brani portanti, tutti di considerevole lunghezza, tra i quali la sola Conscious Somatoform Paradise si rivela davvero competitiva, forse perché è quella in cui il trio polacco indulge meno in svenevolezze decadenti, come avviene invece in Mental Paralysis (soprattutto) e in Hemiparesis of the Soul; l’assimilazione delle parti in clean vocals, già di per sé non brillantissime, non vengono certo agevolate dall’utilizzo della lingua madre, mentre ad appesantire il tutto gli Oktor collocano tra queste tracce degli intermezzi pianistici invero minimali, tali da apparire quasi l’accompagnamento musicale dei vecchi film muti (anche se la cosa fosse stata voluta, l’effetto evocativo si rivela decisamente scarso).
Chiude la fatica Undone, brano che vede la voce pulita a sovrapporsi al suddetto stile pianistico, non aggiungendo alcunché ad un album che non riesce mai a decollare: da questo genere ci si aspettano emozioni a profusione oppure sensazioni di straniamento capaci di avvolgere nella loro spira l’ascoltatore ma, in Another Dimension Of Pain nulla di tutto ciò accade, forse perché gli Oktor hanno voluto fare il passo più lungo della gamba.
In tal caso, auspicando un aggiustamento di tiro, li aspettiamo alla prossima occasione con idee compositive focalizzate su un death doom magari più lineare ma, nel contempo, più omogeneo ed efficace.

Tracklist:
1. Another
2. Conscious Somatoform Paradise
3. Dimension
4. Mental Paralysis
5. Of
6. Hemiparesis of the Soul
7. Pain
8. Undone

Line-up:
Jerzy Rajkow-Krzywicki – Guitars, Bass, Keyboards, Drums, Vocals
Jan Rajkow-Krzywicki – Guitars, Drums, Vocals
Piotr – Vocals (clean)

OKTOR – Facebook

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

In Your Eyes ezine webzine dal 1999

  • Sūn Byrd – In Paradiso
    by Leonardo Pulcini on 20 Novembre 2025 at 19:00

    I Sūn Byrd portano il soul dal Nord Europa in un album che sa stranamente di Italia, di sud e feste al tramonto.

  • Intervista Macaco Cacao, dalla consolle al mondo.
    by Massimo Argo on 20 Novembre 2025 at 15:17

    Macaco Cacao, due dj che hanno una concezione molto particolare della musica, e che fanno cose molto originali.

  • E’ morto Nicola Vannini
    by Reverend Shit-Man on 20 Novembre 2025 at 9:00

    In un panorama dei necrologi musicali che, da almeno un decennio a questa parte, somiglia sempre più a una valle di lacrime, un altro triste avvenimento, in tal senso, va a funestare anche questo 2025. Nella giornata di ieri, infatti, ci ha lasciati, all'età di 65 anni, Nicola Vannini.

  • Frontiere Sonore – PUNTATA 06
    by Simone Benerecetti on 19 Novembre 2025 at 9:13

    Trasmissione radiofonica con Federico “il Deca” De Caroli e Simone Benerecetti. In scaletta: Federica Deiana, Cøldstar, G. Cistola & D. Germani, The Balboas, Jez Pike, Pink Butter, Jonathan Elias, Anthony Moore with AKA & Friends, Mephisto Walz, Angels of Libra (feat. Nathan Johnston).

  • The Queen Is Dead Volume 177- Dor, Lancasters, Evoken
    by Massimo Argo on 18 Novembre 2025 at 14:52

    Un approfondimento su tre dischi imperdibili: il viaggio introspettivo dei Dor, la psichedelia analogica dei The Lancasters e l’oscurità funeral doom degli Evoken. Analisi, atmosfere e suggestioni di tre opere che esplorano mondi sonori profondi e unici.

GRAZIE A TUTTI

Come preannunciato all’inizio dell’estate, l’attività di MetalEyes è cessata ufficialmente dal 31 agosto con la pubblicazione dell’ultima recensione. Il sito rimarrà comunque online ancora per

Leggi Tutto »

Esogenesi – Esogenesi

I quattro lunghi brani, inframmezzati da un breve strumentale, testimoniano in ogni frangente lo spessore già ragguardevole raggiunto dagli Esogenesi al loro primo passo, sicuramente non più lungo della gamba in quanto preparato con tempi debitamente lunghi come si conviene a chi si dedica ad un genere per sua natura antitetico a tutto ciò che appare frettoloso o superficiale.

Leggi Tutto »

Hardline – Life

La cover di Who Wants To Live Forever dei Queen come perla incastonata tra la dozzina di tracce che compongono l’album, valorizza, se ce ne fosse bisogno il gran lavoro degli Hardline a conferma dell’ottimo stato di forma dell’hard rock melodico.

Leggi Tutto »

Walkways – Bleed Out, Heal Out

In un momento di scarsa qualità delle proposte alternative rock vicine al metalcore questo gruppo è una bella scoperta e vi regalerà degli ascolti molto piacevoli e duraturi.

Leggi Tutto »