Omen – Hammer Damage

Hammer Damage rimane un lavoro per i fans accaniti del gruppo, agli altri si consiglia sicuramente un ascolto delle opere ottantiane, punto di forza della discografia degli Omen.

La Pure Steel continua la sua missione incentrata sul recuperare molte delle realtà storiche del metal classico in giro per il mondo, alcune sconosciute se non si è stati fan accaniti dei suoni metallici degli anni ottanta, altre con un’aura di mito che le ha accompagnate nel nuovo millennio, conquistate con album che sono diventati classici per ogni amante del genere che si rispetti.

Mancavano gli storici power metallers statunitensi Omen all’appello e dopo varie vicissitudini e molti ritardi, il nuovo lavoro vede la luce per l’etichetta tedesca.
Un gruppo storico che con i primi lavori targati anni ottanta ha contribuito non poco alla causa dell’U.S. metal, specialmente con i primi tre album divenuti delle pietre miliari del genere come Battle Cry , esplosivo album di debutto del 1984, il successore Warning Of Danger del 1985 e The Curse uscito l’anno dopo.
Poi alti e bassi e molte compilation fino al 2003 ed al ritorno discografico con Eternal Back Down, seguito dopo tredici anni da questo Hammer Damage, un lavoro che accontenterà sufficientemente i fans del gruppo, ma che lascia anche qualche perplessità.
Tornato al fianco del leader Kenny Powell lo storico batterista Steve Wittig e confermati Kevin Goocher al microfono ed Andy Haas al basso, gli Omen licenziano un lavoro chiaramente improntato sul metal americano di matrice old school, dunque ogni cliché del genere fa bella mostra di sé: riff scolpiti nell’acciaio, ritmiche e mid tempo tra l’heavy ed il power e flavour oscuro ed epico come da tradizione, ma Hammer Damage delude per una produzione troppo deficitaria e per qualche canzone non riuscita alla perfezione.
L’esplosivo sound che ha reso famoso il gruppo detona a tratti, l’epicità è ancora l’arma più letale del gruppo, mentre le tracce faticano a decollare, anche se le cavalcate metalliche non mancano ed il talento di Powell alla sei corde è ancora intatto.
La voce ruvida del vocalist accompagna con buona grinta il mood battagliero del disco, anche se manca il classico riff che rimane in testa, lasciando che Hammer Damage passi senza lasciare particolari tracce.
Chaco Canyon (Sun Dagger), Caligula e la semiballad Eulogy For A Warrior risultano i brani più riusciti dell’album, mentre il resto viene poco valorizzato dalla produzione e da un songwriting appena sufficiente per un gruppo di tale livello.
Hammer Damage rimane quindi un lavoro per i fans accaniti del gruppo, agli altri si consiglia sicuramente un ascolto delle opere ottantiane, punto di forza della discografia degli Omen.

TRACKLIST
1. Hammer Damage
2. Chaco Canyon (Sun Dagger)
3. Cry Havoc
4. Eulogy For A Warrior
5. Knights
6. Hellas
7. Caligula
8. Era Of Crisis
9. A.F.U.

LINE-UP
Kevin Goocher – vocals
Kenny Powell – guitar
Andy Haas – bass
Steve Wittig – drums

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