Oubliette – The Passage

Secondo album dopo 4 anni di silenzi, eccezion fatta per due singoli, usciti unicamente in digitale per questo combo americano fautore di un ottimo melodic black metal: The Passage vi coinvolgerà e vi appassionerà dalla prima all’ultima nota.

Non tragga in inganno il nome francese Oubliette (termine che identifica un tipo di prigione medioevale, caratterizzata da un’unica apertura a botola, posta sul soffitto); qui siamo di fronte ad un combo americano, più precisamente del Tennessee, capitanato dalla coppia (nel senso stretto del termine) Emily (vocals) e Mike (lead guitar) Low.

In The Passage, album uscito a giugno per l’americana The Artisan Era (già famosa per essere l’etichetta di ottime band quali A Loathing Requiem, Inferi e soprattutto i grandissimi prog deathmetallers Augury) signore e signora Low ci propongono un ottimo black metal melodico, ricco di atmosfera e di avvolgenti umidi climi autunnali.
Imponente e maestosa l’opening track, A Pale Innocence, breve momento strumentale costruito su una base ritmica solida e un robusto drumming che, silenziato quasi improvvisamente da un bellissimo arpeggio di chitarre, ci introduce a The Curse. E allora facciamo subito la conoscenza di Miss Low. Uno scream potente, quasi maschile, si amalgama alla perfezione, sia con i tremoli serrati e velocissimi del bravissimo marito Mike e degli altri (due!) chitarristi – Harris e Wampler – sia con i frequentissimi mid-tempo, qui ancor più valorizzati da brevi ,ma sensazionali, atmosferici periodi musicali.
Pioggia e campane a morto sono l’intro di Solitude. Qui la tecnica dei nostri è eccelsa. I riff quasi maideniani dell’inizio (sarà un puro caso, ma anche qui abbiamo tre chitarristi…), ci rimandano per un istante alla gloriosa ottantiana NWOBHM inglese. Un pezzo splendido nella sua struttura melodica, ma mai troppo ruffiano, con un corpo classicamente black e – volendo ripeterci- un cantato scream, quello di Emily Low (nulla da invidiare alla nostra bravissima Raffaella Rivarolo, alias Cadaveria, solo forse un pizzico più profondamente epico) azzeccatissimo e sempre in armonia con gli altri strumenti, rendendo l’ascolto piacevolmente snello, di un brano fluido come un fiume (di sangue) che scorre.
Momento sublime con Elegy, eccelso brano gotico, armonizzato da leggiadri arpeggi e soavi voci femminili, che non ha nulla da invidiare a band del calibro di Nightwish nei loro momenti più melodici, e che farebbe arrossire di invidia mostri sacri del gothic doom  death dei primi anni ’90 (dagli Amorphis di The Karelian Isthmus, ai Paradise Lost di Gothic, passando da Always dei The Gathering), per poi terminare con un classico veloce periodo black, tanto per mostrarci che i nostri non cadranno mai nella rete del “troppo fuori tema”. Infine, di questo meraviglioso pezzo, prendiamo buona nota degli ottimi leads di Mr. Low.
Dopo una crepuscolare e malinconica Emptiness, dalla breve durata (49”), ecco The Raven’s Lullaby, sublimi sette minuti di autunnale nostalgica bruma musicale. Anche qui gli arpeggi rendono il brano uggioso come una piovosa mattina di novembre, ma l’imponenza musicale di tutto l’impianto sonoro nel suo insieme, non ci fa mai assopire completamente. Ci mantiene in un costante dormiveglia, quasi a volerci cullare, ma non ad indurre completamente sopore, per poterne assaporare ogni singola maiestatica nota.
Grande equilibrio tra melodie black, gothic doom e schegge di psichedelia in Barren. Un pezzo quasi floydiano, almeno nei suoi primi due minuti e mezzo. Attingendo da acide sonorità rock dei Seventies, muta la nostra brama per l’estremo, in una più ovattata necessità di suoni tenui, surreali, soporiferi che, in un turbinio di stordenti luci e profumi anni ’70, ci annebbiano la coscienza, sino al brusco risveglio del minuto 2:36, che quasi come un versetto dell’Apocalisse, ci ripiomba nel loro ottenebrante malinconico –ma nel contempo magicamente suadente – black metal.
Con grande tristezza arriviamo al termine dell’album, non prima di aver assaporato in toto un vero black in pieno stile scandinavo – The Passage – che pare uscito direttamente dalla produzione di un certo Roberto Mammarella della (mitica) Avantgarde Music. Un pezzo alla Carpathian Forest di Strange Old Brew per intenderci, vero maestoso epic black metal a cui non manca nulla, se non un’altra canzone a seguire. Ma l’album è oramai terminato, lo show finito, e a noi non resta che attendere nuove gemme … dalla terra della country music.

Tracklist
1.A Pale Innocence
2.The Curse
3.Solitude
4.Elegy
5.Emptiness
6.The Raven’s Lullaby
7.Barren
8.The Passage

Line-up
Mike Low – Guitars
Emily Low – Vocals
Todd Harris – Guitars
Greg Vance – Drums
Andrew Wampler – Guitars
James Turk – Bass

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The Passage by Oubliette