Profane Burial – The Rosewater Park Legend

I Profane Burial sono una nuova band norvegese che scende nell’arena a cimentarsi con il symphonic black metal curiosamente nello stesso periodo in cui è previsto l’atteso ritorno dei maestri del genere, i connazionali Dimmu Borgir.

E’ inevitabile quindi utilizzare questi ultimi quale termine di paragone anche se, indubbiamente, l’approccio dei Profane Burial è molto più aspro e a tratti dissonante, un qualcosa che già l’appartenenza alla scuderia della Apathy Records poteva far presupporre.
Peraltro, è interessante ritrovare dopo alcuni anni Ronny Thorsen, ex-vocalist dei Trail Of Tears, gothic band che ha goduto di un discreto riscontro di audience nello scorso decennio: la sua prestazione vocale è assolutamente in linea con i dettami del genere, con una buona alternanza tra tonalità più vicine al growl ed altre allo screaming.
Ovviamente, in The Rosewater Park Legend risulta preponderante il lavoro di orchestrazione curato dai fondatori della band Kjetil Ytterhus ed André Aaslie, abili nel fornire al sound un’aura più minacciosa che enfatica, riuscendo piuttosto bene ad evitare eccessivi e stucchevoli barocchismi; in effetti, quali riferimenti vengono indicati, oltre agli inevitabili Emperor, gli altri seminali, per quanto meno conosciuti, Limbonic Art così come i Carach Angren, e per inquadrare al meglio il sound offerto dai profane BurialProfane Burial direi che si può parlare di un’ideale via di mezzo tra queste due ultime maniere di intendere il black metal sinfonico.
L’impronta fornita dalla coppia Ytterhus / Aaslie è solenne ma mai eccessivamente ridondante, prediligendo appunto un approccio inquieto, a tratti sincopato, nel quale il lavoro tastieristico sicuramente guida ma non schiaccia il resto della strumentazione: proprio questo equilibrio consente di mantenere il tutto al di sotto del livello di potenziale saturazione per l’ascoltatore, anche se l’assimilazione dell’album non è agevolissima.
Forse l’unica cosa che fa difetto al lavoro è la mancanza del brano guida capace di catturare l’attenzione in maniera più immediata, anche se The Stench Of Dying Roses spicca sul resto della tracklist presentando una serie di passaggi davvero coinvolgenti, oltre ad una notevole linea vocale: del resto, il suono dei Profane Burial è proprio strutturato in modo tale da non prevedere più di tanto il ricorso ad aperture melodiche, mantenendo sempre un elevato livello di tensione che implica anche frequenti cambi di tempo e spezzature ritmiche, tali da non agevolare il compito dell’ascoltatore, il quale avrà comunque di che dilettarsi con un’opera di questa notevole levatura.

Tracklist:
1.The Tower Bell
2.The Stench Of Dying Roses (The Children’s Song)
3.The Soldier’s Song
4.A Different Awakening (A Proclamation By The Priest)
5.An Interlude (Or How The Curse Of Rosewater Park Began)
6.The Letters
7.The Tale The Witches Wrote

Line-up:
Kjetil Ytterhus : Orchestration
André Aaslie : Orchestration & Vocals
Bjørn Dugstad Rønnow : Drums
Jostein Thomassen : Guitar & Bass
Ronny Thorsen : Vocals

PROFANE BURIAL – Facebook

In Your Eyes ezine webzine dal 1999

  • :: ACUFENI :: FASTIDI AURICOLARI CONTEMPORANEI #33
    by Marco Valenti on 7 Ottobre 2025 at 15:06

    Un viaggio tra emozioni e suoni: dai Falling Leaves e il loro doom malinconico, alla poesia mediorientale di Ghazel, fino ai mondi mistici di Ljungblut, Träume e Tristwch Y Fenywod.

  • Niia – V
    by Leonardo Pulcini on 6 Ottobre 2025 at 8:59

    Niia torna a casa del jazz con un bagaglio riempito da anni di nuovi sound: sistemato tutto nell'armadio, "V" è un album che sfiora la perfezione.

  • Bogue – How’d you feel about talkin’ to me
    by Reverend Shit-Man on 5 Ottobre 2025 at 20:00

    In questo marasma elettrico ed elettrizzante, per un brevissimo lasso di tempo, bazzicò anche un trio chiamato Bogue, formato nel 1999 dal bassista Dan Maister (che assunse il ruolo di frontman/chitarrista) insieme al batterista Matt Blake, ai quali si unì il chitarrista Michael J. Walker.

  • Intervista ai Di Notte
    by Massimo Argo on 2 Ottobre 2025 at 15:54

    i Di Notte si sono fatti notare ed amare per il loro suono post-punk e new wave anni ottanta, qualcosa di davvero notevole alle nostre latitudini. Abbiamo avuto l'occasione e la fortuna, grazie a Morgana e Cesare, di fare una chiacchierata con loro, ed è stato davvero interessante.

  • SLOKS – Flesh / Stab me 7″
    by Reverend Shit-Man on 1 Ottobre 2025 at 20:00

    Definisci rock 'n' roll": una musica elettrizzante, sporca, rumorosa, selvaggia, diretta, violenta (più nei suoni che nelle azioni) urticante per fighetti e palati fini perbenisti,

GRAZIE A TUTTI

Come preannunciato all’inizio dell’estate, l’attività di MetalEyes è cessata ufficialmente dal 31 agosto con la pubblicazione dell’ultima recensione. Il sito rimarrà comunque online ancora per

Leggi Tutto »

Esogenesi – Esogenesi

I quattro lunghi brani, inframmezzati da un breve strumentale, testimoniano in ogni frangente lo spessore già ragguardevole raggiunto dagli Esogenesi al loro primo passo, sicuramente non più lungo della gamba in quanto preparato con tempi debitamente lunghi come si conviene a chi si dedica ad un genere per sua natura antitetico a tutto ciò che appare frettoloso o superficiale.

Leggi Tutto »

Hardline – Life

La cover di Who Wants To Live Forever dei Queen come perla incastonata tra la dozzina di tracce che compongono l’album, valorizza, se ce ne fosse bisogno il gran lavoro degli Hardline a conferma dell’ottimo stato di forma dell’hard rock melodico.

Leggi Tutto »

Walkways – Bleed Out, Heal Out

In un momento di scarsa qualità delle proposte alternative rock vicine al metalcore questo gruppo è una bella scoperta e vi regalerà degli ascolti molto piacevoli e duraturi.

Leggi Tutto »