Pryapisme – Futurologie

Quand’ero bambino (qualche era geologica fa … ) l’idea che mi ero costruito della musica francese era che fosse essenzialmente rappresentata dai grandi chansonnier, di giganti come Gilbert Bécaud, Charles Trenet o Charles Aznavour.

Dopo diversi decenni non si può fare a meno di constatare che qualcosa nell’aria che respirano i cugini d’oltralpe dev’essere radicalmente cambiato, vista l’elevata concentrazione odierna di band che esprimono la loro creatività in maniera definibile, in maniera eufemistica, anticonvenzionale.
Qualcuno fa il grande colpo dando alle stampe un capolavoro in grado di meravigliare ad ogni ascolto (i 6:33 con “Deadly Scenes”), mentre altri, pur senza raggiungere simili livelli, se ne strafottono bellamente di ogni schema consolidato, riversando su un disco qualsiasi cosa passi loro per la testa (e non solo) come fanno i Pryapisme .
Questo manipolo di pazzi sa il fatto proprio a livello strumentale, e ce lo dimostra nell’arco dei tre quarti d’ora di musica apparentemente composta da figuri afflitti da un disturbo “quadripolare” (perché bipolare sarebbe troppo banale …) facendo quasi apparire dei grigi travet gente come Fantomas e affini.
L’unico problema è che qui la bizzarria prende troppo spesso il sopravvento, rendendo oggettivamente complicato seguire il filo logico di un disco che di logica, in effetti, ne ha pochina.
Il lavoro ha comunque un suo fascino ma io, ritenendomi una persona semplice, penso sempre che la musica mi debba soprattutto emozionare e, pur apprezzandone gli sforzi e rispettando le scelte artistiche, non sono mai riuscito ad innamorarmi facilmente di chi si fa promotore di proposte troppo cervellotiche.
I Pryapisme hanno il pregio però di rendersi simpatici, non solo perché evidenziano in ogni occasione il loro amore per i gatti: il loro atteggiamento scanzonato può costituire infatti un ideale grimaldello per penetrare con più agio nelle criptiche partiture inscenate.
Poi, solo dei simpatici folli possono pensare di presentare undici brevissimi brani privi di una sequenza logica, nei quali confluiscono jazz, elettronica, metal e chi più ne ha più ne metta, per poi piazzare in coda una traccia di oltre venti minuti che ripropone tutto quanto accaduto in precedenza in formato orchestrale.
Di sicuro il “piccolo trattato di futurologia sull’homo cretinus trampolinis” non è una lettura consigliabile a chi si vuole rilassare …

Tracklist:
1.I – Petit traité de futurologie sur l’Homo cretinus trampolinis (et son annexe sur les nageoires caudales)
2.II – Petit traité de futurologie sur l’Homo cretinus trampolinis (et son annexe sur les nageoires caudales)
3.III – Petit traité de futurologie sur l’Homo cretinus trampolinis (et son annexe sur les nageoires caudales)
4.IV – Petit traité de futurologie sur l’Homo cretinus trampolinis (et son annexe sur les nageoires caudales)
5.V – Petit traité de futurologie sur l’Homo cretinus trampolinis (et son annexe sur les nageoires caudales)
6.VI – Petit traité de futurologie sur l’Homo cretinus trampolinis (et son annexe sur les nageoires caudales)
7.VII – Petit traité de futurologie sur l’Homo cretinus trampolinis (et son annexe sur les nageoires caudales)
8.VIII – Petit traité de futurologie sur l’Homo cretinus trampolinis (et son annexe sur les nageoires caudales)
9.IX – Petit traité de futurologie sur l’Homo cretinus trampolinis (et son annexe sur les nageoires caudales)
10.X – Petit traité de futurologie sur l’Homo cretinus trampolinis (et son annexe sur les nageoires caudales)
11.XI – Petit traité de futurologie sur l’Homo cretinus trampolinis (et son annexe sur les nageoires caudales)
12.XII – Petit traité de futurologie sur l’Homo cretinus trampolinis (orchestral version)

Line-up:
Ban Bardiaux – Keys, vox
Nils Cheville – Guitars
Antony Miranda – Bass, moog, percs, vox
Nicolas Sénac – Guitars, synths
Aymeric Thomas – Drums, percs, electronics

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