Sathanas – Necrohymns

I Sathanas sparano mezz’ora di musica che attenta pesantemente all’integrità della nostra cervicale, e pazienza se non c’è alcun profumo di novità: tutto sommato ci sono molti che a tali fragranze, spesso effimere, preferiscono l’alone di sudore lasciato da chi si lancia con un’integrità ed una competenza fuori discussione nella riproposizione di questo sound.

Una band chiamata Sathanas potrebbe risultare fin da subito invisa a qualche metallaro dall’indole intellettualoide e che ritiene tutti i riferimenti al maligno un giochino trito e ritrito, incapace di spaventare ancora qualcuno.

Nel caso del trio della Pennsylvania diciamo che l’utilizzo di tale monicker appare quanto mai legittimo, visto che parliamo di musicisti che si sbattono all’interno della scena estrema della East Coast da circa trent’anni, peraltro agendo in una cerchia stilistica e temporale vicina a quella degli Acheron di Vincent Crowley (dai quali proviene il batterista James Strauss ), per cui, almeno da questo punto di vista, le chiacchiere stanno a zero.
Per quanto riguarda l’aspetto musicale, Necrohymns rappresenta il decimo feroce rituale su lunga distanza per la band fondata nel 1988 dal chitarrista e vocalist Paul Tucker, affiancato qualche anno dopo dal bassista Bill Davidson e nel 2005 dal già citato Strauss; viste le premesse, a questi figuri si richiede essenzialmente di suonare un black/death/thrash diretto, sporco, blasfemo e carico di groove, e tutto ciò puntualmente avviene ma con una freschezza ancora sorprendente, alla luce della lunga carriera dei nostri.
I Sathanas sparano mezz’ora di musica che attenta pesantemente all’integrità della nostra cervicale, e pazienza se non c’è alcun profumo di novità: tutto sommato ci sono molti che a tali fragranze, spesso effimere, preferiscono l’alone di sudore lasciato da chi si lancia con un’integrità ed una competenza fuori discussione nella riproposizione di un sound che conosciamo a memoria ma che, quando viene offerto con tale convinzione, non risulta mai né superfluo nè tantomeno sgradito.
Fin dalle prime note di At the Left Hand of Satan i Sathanas buttano senza tregua il pallone nella metà campo avversaria, e da lì in poi sarà un piacevole rincorrersi, tra calci, sputi, gomitate e colpi di testa; come detto, chi ricerca novità si tenga alla larga da Necrohymns (e soprattutto non ne parli impropriamente, il nostro amico cornuto è molto permaloso), per tutti gli altri, invece, un ascolto regolare e mirato dell’ultimo album targato Sathanas potrebbe avere effetti molto positivi sull’umore, vale la pena provarci.

Tracklist:
1. At the Left Hand of Satan
2. Of Wrath and Hellfire
3. Throne of Satan
4. Harbinger of Death
5. Raise the Flag of Hell
6. Upon the Wings of Desecration
7. Sacramentum
8. Witchcult

Line-up:
Paul Tucker – Guitar, Vocals
Bill Davidson – Bass
James Strauss – Drums

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