Savior From Anger – Temple Of Judgment

Un album di metal classico da gustarsi fino alla fine, colmo di canzoni che riprendono, senza risultare copie sbiadite dei grandi classici, il mood aggressivo, epico ed oscuro delle migliori uscite del genere.

Avevamo lasciato Marco Ruggiero (alias Mark Ryal) ed i suoi Savior From Anger all’indomani dell’uscita del precedente Age of Decadence, uscito tre anni fa con la formazione a due elementi ed un ottimo lavoro incentrato su un’incendiario e quanto mai efficace U.S. power metal, lo ritroviamo oggi con un contratto importante con Pure Steel Records, ed una line up a quattro elementi, con gli innesti di musicisti dall’elevata esperienza ed un curriculum assolutamente da top band.

Un passo indietro per ripercorrere in poche righe l’avventura del gruppo campano, iniziata dieci anni fa con l’ep No Way Out e proseguita con il debutto sulla lunga distanza Lost In The Darkness uscito nel 2008.
Una line up cangiante vedeva appunto la band ridursi ad un duo, con il polistrumentista napoletano che, aiutato dal solo Michael Coppola alle pelli, si sobbarcava tutto il lavoro strumentale dello scorso album, compreso le fatiche al microfono.
Tre anni sono passati e ritroviamo la band in gran forma e che, sotto l’ala della prestigiosa label tedesca, licenzia questo bellissimo Temple Of Judgement.
Con Ryal troviamo un terzetto di musicisti niente male, partendo da Bob Mitchell ex Sleepy Hollow, Wycked Synn, Alchemy X, Attacker tra le altre e vocalist di assoluto valore, il drummer Michael Kusch anche lui alle prese con una nutrita schiera di bands tra cui Adligate, Denial e Polaris e Frank Fiordellisi al basso.
E Temple Of Judgement esplode in tutta il suo metallico DNA americano, supportato da un ottimo songwriting e da una produzione ora all’altezza della situazione, mentre il chitarrista nostrano concentrato unicamente sulla sei corde regala solos classici ispiratissimi e riff che odorano di scuola ottantiana ma senza risultare vintage.
Un album di metal classico da gustarsi fino alla fine, colmo di canzoni che riprendono, senza risultare copie sbiadite dei grandi classici, il mood aggressivo, epico ed oscuro delle migliori uscite del genere, con un Mitchell che si conferma vocalist di razza, aggressivo, tagliente e melodico, così come la sezione ritmica che bombarda senza pietà, cavalcando a spron battuto su queste undici power metal songs.
Difficile trovare un brano non all’altezza, l’album è ricco di spunti esaltanti, almeno per chi, nel marasma dei suoni moderni e con l’orecchio ormai abituato alle divagazioni sinfoniche delle power metal band europee, non si fa mancare del buon U.S. metal, tra Vicious Rumors, Metal Church, primi Savatage ed Armored Saint.
Temple Of Judgement può tranquillamente considerarsi l’apice qualitativo dei Savior From Anger, alzato di molto da brani esplosivi come In The Shadows, la seguente Bright Darkness, la devastante e cruenta Thunderheads, The Eyes Open Wide e la conclusiva title track.
Un ritorno sontuoso per la band, un album dall’acquisto obbligato per ogni defender che si rispetti.

TRACKLIST
1.Across The Seas
2.In The Shadows
3.Bright Darkness
4.The Eye
5.Thunderheads
6.Chosen Ones
7.The Calling
8.Starlight
9.The Eye Opens
10.Repentance”
11.Temple Of Judgment

LINE-UP

Bob Mitchell – vocals
Mark Ryal – guitars
Frank Fiordellisi – bass
Michael Kusch – drums

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