Un lavoro notevole, per quanto di complessa assimilazione, questo primo full length degli svedesi Seedna.
Gli scandinavi sono autori di una interessante miscela di black e post metal intrisa di una costante vena drammatica che non si esplicita, però, tramite toccanti melodie, quanto per un impatto in grado di imprimere un dolore più sordo che acuto.
La stessa fotografia alla quale i nostri ricorrono in sede promozionale riporta ad un immaginario introspettivo che ben si confà a temi misteriosi ed annichilenti, come quelli riguardanti ciò che attende ognuno di noi dopo la morte.
Confesso che questa recensione è stata una di quelle che più difficoltà mi ha creato in sede di stesura, inducendomi più volte a rimandare l’arduo compito di descrivere Forlorn, a causa della sua non facile decrittazione.
Ciò che emerge con certezza, dopo un esame fin troppo approfondito, è l’impressione di trovarsi al cospetto di un lavoro di rara profondità, nel quale ambient, doom e post metal si incontrano, senza sovrapporsi, dando vita ad un flusso sonoro che non può essere liquidabile con quattro parole di circostanza.
Quest’opera prima dei Seedna ci obbliga a modificare il nostro rapporto con la musica, alla quale gran parte delle persone assegna una semplicistica funzione ludica: Forlorn ci induce piuttosto a pensare, a compenetrarci con sonorità che non fanno sconti a livello melodico se non di rado, lasciando che a guidare l’ascolto sia un sentore drammatico che, a differenza di quanto accade con il funeral doom, non trova sfogo in senso catartico ma lascia invece in eredità un senso di costernazione, stante l’impossibilità (o forse il rifiuto ?) di comprendere cosa ci aspetta in un futuro che mai è apparso così oscuro e minaccioso.
In questo continuum che è Forlorn, spicca la lunghissima Wander con i suoi magnifici 22 minuti di summa compositiva dei Seedna, anche se, personalmente, credo che Abyss sia la vera chiave di lettura dell’opera, con le sue sonorità che, specie nella seconda metà, appaiono un’ideale trasposizione in senso estremo dell’umore che pervadeva uno dei capolavori del male di vivere tradotto in musica, quale fu Pornography dei Cure.
Insomma, siamo al cospetto di un gran disco che lascia in eredità sensazioni diverse dopo ogni ascolto, per cui anche queste righe vanno prese con beneficio d’inventario: domani, pervaso da un diverso stato d’animo, potrei ritoccare o rettificare molte delle valutazioni e delle sensazioni appena espresse, e forse è proprio qui che sta il bello …
Tracklist:
1. Hourglass
2. Wander
3. Passage
4. Frozen
5. Eternal
6. Abyss
7. O
Line-up:
Olle – Vocals and Ritual Instruments
Erik – Bass
Gabriel – Guitar
Johan – Drums
Max – Guitar