Sepultus Est – En el marmoreo laberinto donde sueñan los muertos

Un disco di funeral doom proveniente dal Perù è per certi versi un’anomalia, ancor più se pensiamo che sovente, quando questo genere viene proposto da musicisti residenti in nazioni senza una tradizione consolidata nel settore, i risultati sono spesso infarciti di ingenuità e di imperfezioni in fase di esecuzione e produzione.

Non è certo questo il caso dei Sepultus Est, band di Lima guidata da Lord Sepultus, il quale, pur costituendone il fulcro artistico e compositivo, non si adagia alla condizione striminzita di one man band ma si fa aiutare nella stesura della propria opera da un manipolo di musicisti: proprio una certa cura dei particolari e una scrittura ottimale lanciano questo En el marmoreo laberinto donde sueñan los muertos tra le potenziali soprese dell’anno appena iniziato, in ambito funeral (il disco, infatti, è stato da poco pubblicato dalla label russa GS Productions).
Lord Sepultus non si è certo risparmiato nel suo intento di scaraventarci nei baratri più profondi con la propria funerea ispirazione, così l’album sfiora il massimo consentito dalla lunghezza di un cd (78 minuti) con l’iniziale title track che, a sua volta supera i 40 minuti di durata: già da questi freddi numeri si può intuire quanto il lavoro sia estremo, non tanto dal punto di vista delle sonorità quanto per l’impegno che viene richiesto all’ascoltatore per coglierne al meglio ogni sfumatura.
Musicalmente siamo nell’alveo del funeral più melodico, con la tastiera del mastermind a guidare le trame di ogni brano, ora con dolenti aperture melodiche, ora con passaggi pianistici che, tutto sommato, rappresentano un elemento piuttosto peculiare.
Si diceva della traccia iniziale, che mette a dura prova la resistenza degli appassionati, a causa di una parte centrale che ferisce con la propria deriva depressive, compresi vocalizzi estremi che vanno rimpiazzare il growl dominante invece nel resto del lavoro: il giusto premio giunge negli ultimi dieci minuti, a dir poco meravigliosi nella loro reiterata ed evocativa melodiosità.
Nella più breve (20 minuti … ) Funebres estatuas en el jardin de la muerte spicca un bellissimo lavoro pianistico che è fondamentalmente ciò che lo distingue dal brano precedente, mentre Paisajes depresivos, bonus track tratta da un demo uscito nel 2013, differisce per un suo incedere a tratti romantico, per quanto sempre pervaso da quella vena di tristezza che si spegne solo con l’ultima nota di questo lunghissimo lavoro.
Un altro nome da appuntarsi per chi ama queste sonorità.

Tracklist
1. En el marmoreo laberinto donde sueñan los muertos
2. Funebres estatuas en el jardin de la muerte
3. Paisajes depresivos

SEPULTUS EST – Facebook

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

GRAZIE A TUTTI

Come preannunciato all’inizio dell’estate, l’attività di MetalEyes è cessata ufficialmente dal 31 agosto con la pubblicazione dell’ultima recensione. Il sito rimarrà comunque online ancora per

Leggi Tutto »

Esogenesi – Esogenesi

I quattro lunghi brani, inframmezzati da un breve strumentale, testimoniano in ogni frangente lo spessore già ragguardevole raggiunto dagli Esogenesi al loro primo passo, sicuramente non più lungo della gamba in quanto preparato con tempi debitamente lunghi come si conviene a chi si dedica ad un genere per sua natura antitetico a tutto ciò che appare frettoloso o superficiale.

Leggi Tutto »

Hardline – Life

La cover di Who Wants To Live Forever dei Queen come perla incastonata tra la dozzina di tracce che compongono l’album, valorizza, se ce ne fosse bisogno il gran lavoro degli Hardline a conferma dell’ottimo stato di forma dell’hard rock melodico.

Leggi Tutto »

Walkways – Bleed Out, Heal Out

In un momento di scarsa qualità delle proposte alternative rock vicine al metalcore questo gruppo è una bella scoperta e vi regalerà degli ascolti molto piacevoli e duraturi.

Leggi Tutto »