My Shameful – Hollow

Per essere una band dedita al funeral-death doom, i finlandesi My Shameful sono senz’altro piuttosto prolifici, visto che Hollow è il loro sesto album in poco più di un decennio (dal 2003, anno della pubblicazione di “Of All the Wrong Things”), alla luce anche della pausa di 5 anni intercorsa tra il quarto ed il quinto full-length.

Il ritorno con “Penance”, avvenuto lo scorso anno, era stato buono ma non eccezionale, anche se nel sound della creatura di Sami Rautio emergeva quale tratto distintivo un umore molto più cupo che non malinconico, finendo per rendere decisamente più impegnativo l’ascolto.
Tratti distintivi, questi, che non subiscono mutamenti particolari in Hollow, dove vengono semmai accentuati e focalizzati tali aspetti, sciorinando oltre un’ora di dolorose litanie prive di sbocchi atmosferici ma intrise di un mood opprimente ai limiti dell’asfissia.
Pregio e limite, questo, per un disco la cui lunghezza certo costituisce un parziale ostacolo ad una fruizione agevole e, del resto, il genere non è fatto per essere cantato sotto la doccia ma, semmai, per essere assimilato con calma e pazienza pari alla lentezza dei tempi dilatati lungo i quali i musicisti che vi si dedicano srotolano le loro lunghe composizioni.
Il lavoro pare comunque vivere di due fasi piuttosto distinte: infatti, se i primi quattro brani mostrano un passo decisamente più lento, salvo le accelerazioni presenti nell’opener Nothing Left At All, culminante nel soffocante funeral di Hour Of Atonement, da The Six in poi il sound prende a lambire sonorità dai tratti meno claustrofobici; in questa traccia, in particolare, la migliore del disco a mio avviso, i My Shameful si muovono come se fossero una versione più dinamica degli Worship, anche se, nel complesso, la scuola funeral finlandese è quella che imprime il proprio marchio indelebile nel sound di Sami, partendo dagli imprescindibili Thergothon, passando per i Colosseum senza dimenticare Shape Of Despair e Skepticism, pur se depurati dall’uso delle tatsiere.
Sprazzi chitarristici di matrice gothic si affacciano nella successiva Murdered Them All ma è un apparizione fugace, visto che No Greater Purpose ci fa ripiombare una disperazione composta ma terribilmente plumbea, per un altro degli episodi chiave dell’album.
Now And Forever, titolo che non fa presagire certo una chiusura rivolta ad un futuro roseo, con il suo finale magnifico e leggermente più ritmato mette la pietra tombale sul quello che è il miglior album che potessero pubblicare oggi i My Shameful, con suoni essenziali ma sorretti da una buona produzione, e una prestazione vocale davvero efficace per la cruda negatività che Sami Rautio riesce ad evocare.
Con la dipartita, ahimè forzata, dei Colosseum e l’ormai (troppo) lungo silenzio di Skepticism e Shape Of Despair, i My Shameful, meritatamente, si dividono oggi con i Profetus lo scettro del funeral doom nordeuropeo.

Tracklist:
1. Nothing left at all
2. Hollow
3. And I will be worse
4. Hour of atonement
5. The Six
6. Murdered them all
7. No greater purpose
8. Now and forever

Line-up:
Sami Rautio – vocals, guitars
Twist – bass
Jürgen Fröhling – drums

MY SHAMEFUL – Facebook

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

In Your Eyes ezine webzine dal 1999

  • Purity Ring
    by Gabriella Capraro on 15 Ottobre 2025 at 15:42

    “Purity Ring”, il nuovo album di Megan James e Corin Roddick: un ritorno alle origini synth-pop tra ricordi digitali, malinconia e rinascita elettronica.

  • Frontiere sonore – PUNTATA 01
    by admin on 15 Ottobre 2025 at 8:43

    Una selezione musicale eclettica con DFMK, NOM, Clap! Clap!, After in Paris, Angel Face, Campidonico, Glyders, Elisa Montaldo, Manduria e Hybrid: suoni unici e atmosfere originali.

  • The Queen Is Dead Volume 170 – Lambwool, Ajna, Dayofwrath
    by Massimo Argo on 14 Ottobre 2025 at 17:34

    Lambwool, Ajna e Dayofwrath in tre nuove uscite Cyclic Law: musica oscura tra guerra, psiche e dannazione. Dark ambient e industrial al massimo livello.

  • VA – Don Letts The Rebel Dread at Echo Beach
    by Massimo Argo on 14 Ottobre 2025 at 9:25

    Scopri "Don Letts The Rebel Dread at Echo Beach", una raccolta che celebra il meglio del dub digitale con selezioni d'autore dal catalogo della leggendaria etichetta.

  • Adja – Golden Retrieve Her
    by Leonardo Pulcini on 13 Ottobre 2025 at 17:14

    "Golden Retrieve Her" è una lezione di anatomia, e il corpo da dissezionare è quello di Adja. Bisturi e pinze? No, jazz, soul e R&B nelle mani di una poetessa con la musica nel sangue.

GRAZIE A TUTTI

Come preannunciato all’inizio dell’estate, l’attività di MetalEyes è cessata ufficialmente dal 31 agosto con la pubblicazione dell’ultima recensione. Il sito rimarrà comunque online ancora per

Leggi Tutto »

Esogenesi – Esogenesi

I quattro lunghi brani, inframmezzati da un breve strumentale, testimoniano in ogni frangente lo spessore già ragguardevole raggiunto dagli Esogenesi al loro primo passo, sicuramente non più lungo della gamba in quanto preparato con tempi debitamente lunghi come si conviene a chi si dedica ad un genere per sua natura antitetico a tutto ciò che appare frettoloso o superficiale.

Leggi Tutto »

Hardline – Life

La cover di Who Wants To Live Forever dei Queen come perla incastonata tra la dozzina di tracce che compongono l’album, valorizza, se ce ne fosse bisogno il gran lavoro degli Hardline a conferma dell’ottimo stato di forma dell’hard rock melodico.

Leggi Tutto »

Walkways – Bleed Out, Heal Out

In un momento di scarsa qualità delle proposte alternative rock vicine al metalcore questo gruppo è una bella scoperta e vi regalerà degli ascolti molto piacevoli e duraturi.

Leggi Tutto »