Skyborne Reveries – Winter Lights

Il buon gusto e il delicato incedere dei brani rendono assolutamente gradevole un’opera come Winter Lights, che consente di trascorrere un’ora in compagnia di musica di notevole intensità emotiva e decisamente scorrevole.

Dal sempre ricco e peculiare scrigno della Naturmacht ecco provenire questo secondo full length degli Skyborne Reveries, one man band australiana attiva da qualche anno per volontà del musicista australiano Nathan Churches.
Il sound qui offerto è un post black metal molto atmosferico, ben strutturato e sviluppato con uno spiccato senso melodico.

Il buon gusto e il delicato incedere dei brani rendono assolutamente gradevole un’opera come Winter Lights, che consente di trascorrere un’ora in compagnia di musica di notevole intensità emotiva e decisamente scorrevole. Va detto altresì che, nonostante qualche accelerazione ritmica e lo screaming di prammatica, le pulsioni metalliche rimangono decisamente sullo sfondo, relegatevi anche da una produzione che privilegia anche troppo le tastiere, strumento predominante nell’intero lavoro.
Così, una serie di brani dall’andamento sognante e carezzevole si snoda senza particolari variazioni sul tema, andando a comporre un lavoro sicuramente bello ma che, proprio per i piccoli difetti sopra enunciati, non consente agli Skyborne Reveries di raggiungere o avvicinare l’eccellenza assoluta.
Ciò che resta nelle orecchie è un qualcosa di piacevolmente carezzevole che posso definire, a grandi linee, una versione molto più edulcorata dei Coldworld e, anche per questo, Winter Lights è destinato a trovare estimatori in chi predilige anche la musica ambient più ariosa. Tra i brani direi che la miglior sintesi il buon Nathan la raggiunge in The Forgotten, sia per minutaggio che per struttura, laddove il black assume una parte più preponderante all’interno del sound, sposandosi al meglio ad una sempre ben presente vena atmosferica.
Ecco quindi un’ ideale base dalla quale ripartire per provare a fare un decisivo salto di qualità, oltre ad un fondamentale progresso auspicabile a livello di produzione proprio esaltare al meglio le caratteristiche di un sound che, essendo ben lontano dalle ruvidezze del black più canonico, necessità di una resa senz’altro più limpida.

Tracklist:
1. Winter Lights
2. Ascending Beyond That August Firmament
3. Song of the Rin
4. I Must Return
5. The Forgotten
6. When Stars Sing
7. Of Mountains and Tranquil Skies

Line up:
Nathan Churches – All instruments, Vocals, Programming

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