Il 29 maggio 1989 ci lasciava ad appena quarantasei anni il grande John Cipollina, uno dei maggiori musicisti e session-man californiani di sempre. Nato a Berkeley, fu uno dei grandi protagonisti della scena di San Francisco, dal 1966 in poi. Dotato di un sound unico ed inconfondibile, vero e proprio maestro nell’uso del tremolo, dotato di uno stile distintamente espressivo e assai melodico, il grande chitarrista statunitense è stato inserito, da Rolling Stone, nell’elenco dei cento migliori axemen, al n. 32 per l’esattezza, davanti a leggende della sei corde come Brian May, Robert Fripp e Frank Zappa.
Cipollina è conosciuto principalmente per il suo lavoro con i Quicksilver Messenger Service, band cardinale nella nascita ed affermazione dell’acid rock in California, nati tra il 1964 e il 1965. QMS, nel 1968, fu il primo atto di una carriera fulminante: prodotto da Nick Gravenites (Paul Butterfield Blues Band), il debutto dei Quicksilver metteva in mostra atmosfere epiche e luminosi strumentali, con sferzanti intrecci chitarristici tra Cipollina e Gary Duncan, ben supportati dalla sezione ritmica di David Freiberg (futuro Jefferson Starship) al basso e Greg Elmore alla batteria. Happy Trails, nel 1969 fu il primo capolavoro del gruppo: registrato in parte dal vivo, con solo tre lunghi brani tra cui Mona e Who Do You Love (ambedue di Bo Diddley), presentava travolgenti improvvisazioni, in cui l’estro e la fantasia di Cipollina risaltavano, in tutta la loro bellezza. Anche il sognante Shady Grove (1969) fu un disco eccezionale e stupendo, nuovamente ricco di brillanti tour de force strumentali.
Alle Hawaii, nel 1970, sotto la direzione di Dino Valenti, venne realizzato il nuovo Just For Love, contrassegnato da brani incantevoli e scelte timbriche straordinarie. Vertiginoso lo strumentale dal titolo Cobra, pezzo cucito su misura per i fraseggi di Cipollina. Ma il chitarrista americano dimostra anche di sapere dialogare splendidamente con le note melodiche del pianoforte. Sessions dell’album andarono a costituire, con altre tracce, il successivo disco dei Quicksilver (What About Me, 1971).
Nel 1972, Cipollina lasciò temporaneamente i Quicksilver e suonò in Rolling Thunder, disco solista di Mickey Hart, il batterista dei Grateful Dead. La connessione, storica e musicale, con il gruppo di Jerry Garcia rimane molto importante: materiale dei due di può oggi riascoltare anche sul secondo CD di Curiosities from the San Francisco Underground, apparso nel 2016 per la Shady Grove.
Nel 1973, Cipollina fondò i Copperhead, che debuttarono, in quello stesso anno, per la CBS, con un ottimo album omonimo, che faceva incontrare il retaggio west coast e l’heavy rock americano anni Settanta. Purtroppo il successo fu nullo, malgrado le aspettative, ed il gruppo si sciolse. Nel 1975, lo ritroviamo nei riformati Quicksilver, per il disco Solid Silver, esempio di valida reunion ed ultimo atto prima dello scioglimento definitivo. Realmente la fine di un’epoca gloriosa.
Sempre nel 1975, Cipollina suonò con i gallesi Man, campioni dello space rock britannico, nel loro live Maximum Darkness, pubblicato dalla United Artists: una serie di lunghe, magnifiche ed astrali escursioni cosmiche, con un talento improvvisativo senza pari negli assoli. Seguì quindi un ritiro di quattro anni, dopo un decennio costantemente sulla breccia ed impegnatissimo su più fronti. Unica eccezione, al solito, qualche concerto significativo.
Cipollina, quando ormai il momento magico del rock psichedelico californiano era passato, ritornò comunque in pista, alla fine dei Seventies, quando imperavano (anche negli USA) post-punk e new wave. La sua rimase così una musica senza tempo, fluida e sognante, lontana dalla commercialità ed incurante delle mode. Nel 1979 suonò nell’esordio di Terry and the Pirates (Too Close For Comfort) e l’anno dopo si accasò, in Germania, presso la Line Records, impegnata in operazioni nostalgiche ma di notevole spessore e qualità artistica. Videro in tale maniera la luce il disco omonimo del suo nuovo gruppo – i Raven, nel 1980 – e il secondo di Terry and the Pirates (The Doubtful Handshake, con una cover che ricordava volutamente Happy Trails: un autentico sguardo rivolto al passato).
Tra il 1981 ed il 1982, stavolta per la piccola Rag Baby, furono pubblicati altri due album di Terry and the Pirates, Wild Dancer e Rising of the Moon. Li si apprezza meglio nel live (postumo, 2007) intitolato Return to Silverado, stampato dalla Acadia. Al 1982, sempre accompagnato dalla band di Terry Dolan, risale inoltre anche la storica e magistrale performance di Cipollina, alla Rockpalast di Dortmund, fortunatamente riedita su compact dalla tedesca Mig, nel quinto volume della serie West Coast Legends. La conferma che quella live era la vera dimensione per il chitarrista americano.
Nel 1984, Cipollina collaborò con Robert Hunter. Tra il 1985 e il 1986 fu invece a fianco di Merrell Fankhauser. La voglia di rock era comunque più forte: Cipollina costituì infatti gli Zero (Here Goes Nothin’, 1987) e soprattutto gli eccellenti Dinosaurs (1988). Di lui abbiamo oggi anche vari bootleg semi-ufficiali, sia con i Quicksilver, sia da solo. Questi ultimi comprendono anche il periodo 1976-1978 (quando cioè Cipollina non effettuò registrazioni di studio) ed il 1983. Detto altrimenti: non ci manca niente davvero per tornare a ricordare, ascoltare ed apprezzare uno dei più grandi chitarristi di tutta la storia del rock.