Nel mondo del progressive metal le sonorità moderne hanno preso il sopravvento su quelle classiche, almeno nelle preferenze degli ascoltatori e come in tutti i generi ad un periodo di moderato successo e popolarità le uscite del genere si moltiplicano così come le nuove band.
I Source sono un terzetto statunitense proveniente dal Colorado, Return To Nothing è il loro debutto licenziato dalla Pavement Entertainment, un’opera lunga ed ambiziosa che, partendo da un concept legato alle esperienze di meditazione, filosofia e yoga ci consegna un’opera matura, elegante e moderna.
I brani, leggermente prolissi a dire il vero, mantengono comunque una buona scorrevolezza, tra metal moderno e prog concettuale, cambi di ritmo, frenesie elettriche ed atmosfere ariose viziate da chiari riferimenti a viaggi mentali e fughe meditative.
Il sound mantiene questa caratteristica per tutta la durata del disco che passa gli ottanta minuti, tanti per far vostra la musica del combo in pochi ascolti.
Infatti l’album va curato senza fretta, le armonie prog si alternano con l’alternative metal di matrice statunitense, i richiami alla musica orientale accentuano l’atmosfera concettuale che il disco emana, una terapia tooliana vera e principale influenza dei Source.
La band di Undertow e Ænima è presente in dosi massicce nel songwriting della band, meno tragico e drammatico e più solare ma sempre specchiato nel gruppo di Maynard James Keenan.
In generale il livello qualitativo si mantiene su livelli alti, i Source non si dimenticano di essere una band metal e quando i brani lo richiedono ci vanno pesante, ma come d’incanto si torna a viaggiare su nuvole disegnate dalla mente che suo malgrado viaggia invitata dal gruppo statunitense ad esplorare gli angoli più reconditi del proprio mondo.
L’opener Forgiveness è probabilmente il brano più diretto di Return To Nothing, ma dalla successiva Memories Of Yesterday si comincia a fluttuare, accompagnati e presi per mano dalle varie The Essence, Return To Nothing e il piccolo gioiello tooliano The Serpent, picco più alto e brano più duro e metallico del disco.
Nel genere l’album fa la sua figura e merita l’attenzione degli amanti del prog alternativo e moderno, a cui va il consiglio di pazientare e lasciare che la musica creata dai Source arrivi piano a toccare le giuste corde, poi non vi lascerà più.
TRACKLIST
01. Forgiveness
02. Memories of Yesterday
03. The Essence
04. The Word Source
05. Return to Nothing
06. Complaisance
07. Consumed
08. The Serpent
09. Quadrant
10. Veil of Doubt (CD Bonus Track)
LINE-UP
Ben Gleason- Vocals, Guitar
Georges Octobous- Drums
Dan Crisafulli- Bass
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