Stryctnyne – Unfinished Business

Unfinished Business continua fino all’ultima canzone ad alternare metal e hard rock

Strana storia quella degli Stryctnyne, band statunitense fondata dal bassista Samson James e dal chitarrista Grandma Cyco addirittura nel bel mezzo degli anni ottanta, con due demo all’attivo tra il 1990 e l’anno successivo e poi un lungo letargo che porta al risveglio nel 2013 con una compilation e a questo primo lavoro sulla lunga distanza che esce su per giù a distanza di trent’anni dall’inizio delle ostilità.

Unfinished Business quindi si può considerare in toto come un ritorno del gruppo newyorkese, finalmente sul mercato con il suo hard & heavy che se a tratti si può considerare scolastico, non manca di farsi apprezzare per il buon lavoro in fase di creazione, un’attitudine che rivolge lo sguardo tanto al metal classico (Accept) quanto all’hard rock nato nella terra dei canguri (Ac/Dc) e legato ad un certo modo di fare rock’n’roll maschio, ignorante e senza compromessi.
La voce rude, da polveroso motociclista appena sceso dal suo cavallo d’acciaio di ritorno da un giro per la Route 66, di Siren Scac ci porta nell’America on the road, sempre in bilico tra l’heavy metal e l’hard rock, la chitarra sputa saliva impolverata dalla sabbia del deserto, mentre Blasphemer risulta un’opener atipica per l’album, interpretata dal singer con toni vicini al growl, dalle ritmiche sabbathiane e dai solos che sono filmini metallici all’orizzonte.
Ottima apertura, non fosse che dalla seconda traccia l’album cambia registri, gli umori si fanno rock, ruvidi, pesanti, ma pur sempre devoti al rock, e bisogna arrivare al brano numero sette (Satan’s Ride) per ritornare alle sonorità classic doom metal dell’inizio.
Bellissima Thunder Godz che, a dispetto di un titolo super metallico, risulta un rock’n’roll intriso di southern rock, trascinante e splendidamente U.S.A.
Unfinished Business continua fino all’ultima canzone ad alternare metal e hard rock, risultando vario, mentre col tempo le tracce intrise di spirito ribelle hanno la meglio su quelle più orientate al metal tout court.
In generale un buon ritorno per il gruppo di Long Island, che si fa ascoltare e diverte, onesto nel portare avanti una proposta old school fregandosene altamente di mode e music biz, promossi.

TRACKLIST
1. Blasphemer
2. Last Rite
3. Kill or Be Killed
4. Line Them Up
5. Hammer Down
6. Reality
7. Satan’s Ride
8. Thunder Godz
9. Turn the Power On
10. Witches Hunt
11. The Power and the Glory
12. Keeper’s of the Secret

LINE-UP
Samson James – Bass
Jack Hammer – Drums
Grandma Cyco – Guitars
Siren Scac – Vocals

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