Il secondo full length dei bresciani Sunpocrisy è esattamente ciò che bisognerebbe spiattellare sotto il naso a chi, pervicacemente, continua a sostenere la pochezza della scena musicale italiana, in particolare di quella metal.
La band lombarda propone infatti una versione realmente evoluta di quello che per comodità definiremo post metal, non rendendo del tutto giustizia alle innumerevoli sfaccettature che l’album racchiude; sorta di risposta tricolore (ma meno schizoide e sinfonica) ai geniali statunitensi Xanthocroid, i Sunpocrisy con Eyegasm, Hallelujah! raggiungono qualcosa di molto vicino alla perfezione, verrebbe da dire, se non fosse che affermando ciò si finirebbe per precludere ai nostri un ulteriore margine di evoluzione che, al contrario, si intuisce essere ampiamente nelle loro corde.
L’accoppiata iniziale Eyegasm / Mausoleum of the Almost si rivela oltremodo sufficiente per fotografare le capacità di una band che spazia con disinvolta tra atmosfere liquide ed evocative e sfuriate di stampo post hardcore, senza che ciò vanifichi l’afflato melodico che pervade in maniera costante l’intero lavoro.
Eyegasm, Hallelujah! è un magnifico viaggio che si snoda senza soluzione di continuità e, anche quando la strada sembra farsi più tortuosa, dietro l’angolo ci sono sempre soluzioni sonore che ci spingono a proseguire un percorso immaginifico e a tratti commovente: dopo il breve intermezzo strumentale Transmogrification, arriva Eternitarian a ribadire quanto la musica sia in grado di rendere migliori le nostre esistenze, con diversi momenti di autentico incanto.
Dopo mezz’ora, che basterebbe ed avanzerebbe per sancire il successo di qualsiasi lavoro, ci aspettano ancora altri 40 minuti stupefacenti, a partire da Kairos Through Aion, brano dall’intensità spasmodica che, quando si apre melodicamente, può ricordare i migliori Fear Factory o i loro più qualificati seguaci Mechina, ma che in realtà è un personalissimo caleidoscopio di emozioni sublimate dall’impressionante crescendo conclusivo, propedeutico alla successiva Gravis Vociferatur, strutturata esattamente in maniera opposta, ovvero con una sfuriata iniziale che si stempera in sonorità più rarefatte nella sua fase discendente.
Festive Garments è l’episodio più aspro, fondamentalmente, con il suo incedere ascrivibile al progressive death meshugghiano, ma pur sempre bilanciato da una sensibilità compositiva che rende il brano tutt’altro che algido nel suo sviluppo, il tutto in preparazione del perfetto e sognante epilogo del disco denominato Hallelujah !.
I Sunpocrisy hanno due pregi fondamentali: non hanno pausa di osare ma, nel contempo, non spingono oltre il limite del ragionevole la loro vis sperimentale, mantenendo sempre un invidiabile equilibrio tra melodia e inquietudine; l’album, poi, sembra rivelarsi nel suo splendore in maniera repentina ma, in realtà, svela ad ogni ascolto particolari che si erano celati nelle occasioni precedenti.
Concludo dicendo solo che, se avessi ascoltato Eyegasm, Hallelujah! il mese scorso, invece che in questi primi giorni del 2016, per quel che vale sarebbe finito decisamente molto in alto nella mia top ten, risultando senza dubbio il miglior album uscito in Italia nell’anno appena terminato.
Ma tutto ciò in fondo è un qualcosa che può interessare solo agli statistici, i fatti ci consegnano piuttosto una band come i Sunpocrisy che, non ci sono dubbi, al di fuori dei nostri confini ci viene invidiata: e noi, all’interno del nostro tormentato stivale, cosa aspettiamo ad aprire per ben le orecchie approfittando di cotanta bellezza ? ….
Tracklist
1. I. Eyegasm
2. II. Mausoleum of the Almost
3. III. Transmogrification
4. IV. Eternitarian
5. V. Of Barbs and Barbules
6. VI. Kairos Through Aion
7. VII. Gravis Vociferatur
8. VIII. Festive Garments
9. IX. Hallelujah!
Line-up:
Gabriele Zampieri – Bass, Vocals
Matteo Bonera – Guitars, Samples
Stefano Gritti – Keyboards, Samples
Marco Tabacchini – Guitars
Jonathan Panada – Guitars, Vocals
Riccardo Fanara – Drums