Svartanatt – Svartanatt

Tralasciando la copertina, bruttina in verità, l’esordio sulla lunga distanza dei rockers svedesi Svartanatt si può certo considerare un buon esempio di rock vintage, legato al decennio a cavallo tra gli anni sessanta e settanta, periodo di grande musica rock che la band di Stoccolma interpreta a suo modo, rileggendo la lezione dei gruppi storici di quel periodo.

Molto più europeo che americano, il sound del gruppo si destreggia in modo elastico tra Led Zeppelin, Black Sabbath e quel tocco di blues che, a tratti, compare a valorizzare una parte dei brani che compongono un lavoro, capace di attirare l’attenzione per l’interpretazione sanguigna del vocalist Jani Lehtinen e per il buon lavoro chitarristico di Felix Gåsste, nonostante una produzione che segue il mood vintage del disco
L’organo, strumento che avvolge di reminiscenze purpleiane la musica del gruppo, è suonato con ottimo gusto da Martin Borgh, mentre Daniel Heaster e Martin Borgh rispettivamente batterista e bassista, accompagnano con buona fantasia questo viaggio nel rock classico.
Chiaramente un album del genere racchiude in sé l’aspetto più derivativo della musica rock odierna, specialmente se si guarda al genere: non un difetto, almeno per il sottoscritto, ma una buona ragione per fare in modo che il talento faccia la differenza.
Gli Svartanatt potenzialmente ci sono, la loro musica si sposa con un’aura drammatica, specialmente nei brani più intimisti ed intrisi di blues ( la splendida Thunderbirds Whispering Wind), il loro approccio essenziale si amalgama ad una voglia di spingere e di ricamare la propria musica con solos che strappano emozioni, ma non sempre riescono a trovare il quid giusto (Dreams) per elevare il proprio sound a qualcosa di più di un buon lavoro.
Insomma, Svartanatt è è un album consigliabile agli amanti dei suoni vintage, ma siamo ancora qualche passo indietro rispetto ai lavori dei gruppi che in questi ultimi anni hanno dato lustro alla rivisitazione dell’hard rock classico; la band comunque possiede i mezzi per colmare il gap nelle prossime occasioni.

TRACKLIST
1.Filled Up With Darkness
2.Times Are Changing
3.Demon
4.Nightman
5.Thunderbirds Whispering Wind
6.Dreams
7.Rocket
8.Dead Mans Alley
9.Secrets Of The Earth
10.Destination No End

LINE-UP
Jani Lehtinen – Vocals,Guitar
Felix Gåsste – Guitar
Mattias Holmström – Bass
Daniel Heaster – Drums
Martin Borgh – Organ

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