Argus – From Fields Of Fire
Sono evidenti gli ottimi intarsi sonori, figli del migliore heavy metal che ogni amante del genere ha bene presente, perché in questo genere non è tanto o solo importante la velocità, ma la classe e l’eleganza, e di queste ultime due gli Argus ne hanno in abbondanza.
Tchornobog – Tchornobog
La musica che Soroka riversa in questo lavoro rappresenta il suo personale calice, un contenitore al cui interno trovano spazio tutte lo forme di metal estremo avvinghiate tra loro in un mortale abbraccio e rese in maniera convulsa, dissonante, ossessiva e, in definitiva, terribilmente inquietante.
Tommy Stewart’s Dyerwulf – Tommy Stewart’s Dyerwulf
Non mancano attimi di affascinante musica del destino, ma la sensazione all’ascolto è quella di un lavoro che decolla solo a sprazzi, per poi tornare in picchiata verso il compitino.
Tarlung – Beyond The Black Pyramid
Si continua, come nel primo lavoro, a danzare tra i cadaveri squartati dalla famelica creatura, mentre il doom e lo stoner amoreggiano lascivi con una psichedelia infernale, inesorabile arma per catturare e fare scempio di umane debolezze.
Wo Fat – Midnight Cometh
La potenza sprigionata dagli strumenti rimane inalterata per tutto il tempo che il meteorite impiega per arrivare alla fatale esplosione sulla Terra, anche quando l’atmosfera si colora di nero ed escono dallo spartito sfumature dark/blues davvero suggestive.
Hands Of Thieves – Feasting On Dark Intentions
Davvero niente male questo primo passo degli Hands Of Thieves, e del resto ogni tanto c’è bisogno di lasciarsi scuotere per bene da qualcuno che non vada troppo per il sottile, come fanno questi ragazzi dell’Oregon.
Fvneral Fvkk – The Lecherous Liturgies
I Fvneral Fvkk, al di là delle apparenze e dei temi trattati, che un titolo come Erection In The House Of God spiega meglio di molte parole, suonano un doom epico, liturgico e maestoso, musicalmente tutt’altro che da prendere a cuor leggero.
Dwoom – Pale Mare – Demo MMXVII
I Dwoom hanno lanciato un sasso piuttosto pesante nelle acque talvolta stagnanti del classic doom e, tenendo conto che questo è un demo, con tutte le limitazioni del caso, l’ipotesi che un prossimo ed auspicabile full length possa avere effetti dirompenti all’interno della scena è tutt’altro che peregrina.
DeRais – Of Angel’s Seed and Devil’s Harvest
Il funeral doom è la base di questo lavoro che offre circa tre quarti d’ora di musica strumentale, disturbata dal ricorso a voci registrate che appaiono predominanti nelle due lunghe tracce centrali
Seer – Volume III & IV : Cult Of The Void
Questo disco è una discesa nel magma del metal, dove pulsa il suo cuore, ed è un inno alla varietà ed alla creatività della musica pesante.
Into The Arcane – Het Verlangen der Geest
Nel complesso, trattandosi di un primo passo vi sono diversi segnali positivi, anche se per ora paiono mancare quegli spunti in grado di lasciare davvero il segno.
Muka – Sveta Stoka
Con Sveta Stoka i Muka tengono perfettamente fede al loro monicker, che in croato significa angoscia, andando a scandagliare i punti dolenti di un’umanità fragile ed insicura, al di là dell’ostentazione di una spensieratezza di facciata.
Evoke Thy Lords – Lifestories
Gli Evoke Thy Lords imperterriti il loro percorso obliquo all’interno del doom, anche se l’impressione è che ora il sound sia più compatto, lasciando al solo flauto e a qualche assolo di chitarra il compito di di far provare qualche vertigine lisergica all’ascoltatore.
Apneica – Vulnerabile Risalita
Un passo indietro che non deve equivalere ad una bocciatura per gli Apneica, i quali possono ripartire da qui scegliendo in maniera più decisa su quale delle due sponde approdare, perché, come già detto, qui di talento da spendere ce n’è in abbondanza e si tratta solo di ottimizzarlo al meglio.
Evadne – A Mother Named Death
Una delle espressioni più alte del death doom melodico, collocabile alla pari delle migliori produzioni di Saturnus e Swallow The Sun.
Sektarism – La Mort de l’Infidèle
Pur non essendo e non volendo essere facile, La Mort De L’Infidele è un disco che colpirà al cuore gli amanti del funeral doom e della musica rituale, quindi chi segue i Dark Buddha Rising, i nostri Nibiru, perché la linea è quella, usare la musica come era utilizzata nell’antichità, ad esempio nei riti orfici.
Death The Leveller – Death The Leveller
E’ difficile oggi trovare qualcuno in grado di proporre il doom, nella sua veste più epica, in maniera così competente e sentita, e credo che non servano altri commenti o aggettivi per indurre chi ama il genere a fare proprio questo splendido ep.
Atlantean Kodex – The Annihilation Of Bavaria
Questo ennesimo live album (il terzo in dieci anni) immortala gli Atlantean Codex in una delle loro migliori performance, questa volta sul palco di Theuern nel novembre di due anni fa.
Ungraved Apparition – Pulse_0
Pulse_0 si rivela essenzialmente un ideale punto di partenza per cui, smussando qualche spigolo, focalizzando al meglio l’aspetto melodico ed evitando estemporanee soluzioni ad effetto, gli Ungraved Apparition hanno tutto il tempo ed i margini per fare senz’altro meglio in futuro.
Cold Insight – Further Nowhere
Rispetto alla pre-produzione ascoltata diversi anni fa, il growl di Sébastien Pierre conferisce ulteriore pathos ad un sound trascinante e melodico, che oscilla senza soluzione di continuità tra il death/doom atmosferico ed il death melodico, andando a completare un’opera di rara completezza e profondità.