Whiskey Myers – Early Morning Shakes

Terzo Album per una delle migliori realtà southern rock del nuovo millennio.

I Whiskey Myers, insieme ai Blackberry Smoke, sono sicuramente le due band dell’ultima generazione che più di altre stanno portando, nel nuovo millennio, i suoni e le atmosfere dei grandi che hanno fatto la storia del rock sudista, ricreando quel po’ di meritato interesse anche fuori dagli States, dove il genere non ha mai perso la propria popolarità, essendo una sorta di dottrina per l’americano della provincia.

Il gruppo texano, a sei anni dall’esordio “Road of Life”, complice il bellissimo secondo album “Firewater” di tre anni fa, è riuscito a crescere vertiginosamente in popolarità,trovandosi così in poco tempo a calcare i palchi dei festival più prestigiosi insieme alle band che del genere sono considerate le istituzioni. Capitanati dal vocalist e chitarrista Cody Cannon, personaggio dallo smisurato carisma, il gruppo arriva al terzo full-length con la consapevolezza di essere ormai una delle top band del southern sfornando un lavoro dal songwriting magnifico, pregno di hard rock, suoni roots e blues alcolico. Early Morning Shakes, a differenza del suo predecessore, mette in secondo piano l’approccio country per suoni più taglienti, le chitarre risultano graffianti il giusto per far risaltare il suono zeppeliniano, sempre presente nella band ma mai così in risalto: ne è la prova Hard Row To Hoe, dove il riff è uno stupendo copia/incolla di “Heartbraker” degli Zep. Cody Cannon conferma di essere perfetto cantore del suono americano, sia quando il sound si fa più duro, sia quando le atmosfere si rilassano e i Whiskey Myers ci emozionano con ballad nelle quali il country rock fa la sua comparsa e dove il blues prende il sopravvento, portandoci in viaggio verso territori musicali vicino ai Black Crowes dei fratelli Robinson. Cody Tate e John Jeffers sono una coppia di chitarristi eccezionali, capaci di ricamare i brani di ritmiche e solos affascinanti, ma anche di graffiare il giusto con personalità, facendo risultare il suono dei Whiskey Myers riconoscibile al primo ascolto. Così risulta piacevole abbandonarsi al suono americano di brani come Dogwood, Home, Reckoning, Lightning, Need A Little Time Off For Bad Behaviour senza per questo sminuire le altre song che compongono il lavoro entusiasmante di questa grande band, praticamente il meglio che oggi il southern rock possa regalare.

Tracklist:
01.Early Morning Shakes
02.Hard Row to Hoe
03.Dogwood
04.Shelter from the Rain
05.Home
06.Headstone
07.Where the Sun Don’t Shine
08.Reckoning
09.Wild Baby Shake Me
10.Lightning
11.Need a Little Time Off for Bad Behavior
12.Colloquy

Line-up:
Cody Cannon –Lead Vocals, Acoustic Guitars
Cody Tate – Lead Guitars, Vocals, Rhythm Guitars
John Jeffers – Rhythm Guitars
Gary Brown-Bass
Jeff Hogg-Drums

WHISKEY MYERS – Facebok

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Killers Lodge – Unnecessary I

La tensione resta alta per tutto il disco, poco più di mezzora di rock sparato da un cannone direttamente nelle nostre orecchie, che diverte senza essere ruffiano, suonato alla grande da musicisti esperti e che danno l’impressione di divertirsi a loro volta.

Ancora una grande band si affaccia sulla scena metal italiana, questa volta nella mia amata Genova: il suo nome è Killers Lodge ed è formata da tre musicisti molto conosciuti nel circuito estremo della nostra penisola e non solo.

Infatti, fanno parte del progetto John KillerBob, basso, voce e factotum del combo, con trascorsi nei Cadaveria, Raza De Odio, Dynabyte e Necrodeath, Christo Machete, batteria, con alle spalle collaborazioni illustri del calibro, tra gli altri di Cadaveria, Tiranti, Mastercastle, Raza De Odio e Zorn, e il chitarrista Olly Razorback il quale è stato impegnato con la sua chitarra con Sadist, Metal Gang, Raza De Odio, Nerve e Cadaveria.
L’idea di fondare una nuova band parte da KillerBob e Machete dopo lo scioglimento dei Raza De Odio e, solo in seguito, si unisce al duo Olly Razorback; così la band si chiude in studio per uscirne con un lavoro di rock’n’roll sanguigno, dall’impronta Motorhead, composto da dieci brani che spaccano.
Cosa da non trascurare, il disco è stato realizzato in toto dal gruppo, senza aiuti esterni, incluso mixaggio e produzione, ed il risultato soddisfa sotto tutti i punti di vista: il suono risulta sporco, come il genere insegna, ma soprattutto è sorprendentemente live, senza aggiustamenti di sorta, tanto che vi sembrerà davvero di essere sotto il palco.
Dicevo Motorhead, ma ho riscontrato anche quell’attitudine cara a certe band rock’n’roll scandinave, quelle non piegate al music business, tipo Hellacopters e Turbonegro, ed un approccio punk che rende questo lavoro fuori da schemi predefiniti, tornando a quello per cui questo genere è nato: divertimento, sudore e tantissima passione.
La tensione resta alta per tutto il disco, poco più di mezzora di rock sparato da un cannone direttamente nelle nostre orecchie, che diverte senza essere ruffiano, suonato alla grande da musicisti esperti e che danno l’impressione di divertirsi a loro volta.
Le canzoni sono tutte notevoli, ma Like A Rock, che sprigiona Motorhead da tutti i pori, The Grudge, a metà tra Hellacopters e Sex Pistols, con un giro di basso irresistibile, New Life, la mia preferita ed anche la più metal del lotto, Land Of Doom, dove la band va due volte più veloce della band di Lemmy, e Bow And Scrape, sono quelle che mi hanno più impressionato per freschezza compositiva, bravura strumentale e sagacia nel saper manipolare la materia rock’n’roll risultando comunque originali.
Primo disco del nuovo anno e primo botto, e se il buongiorno si vede dal mattino …

Tracklist:
1.Cosmos
2.Like A Rock
3.The Grudge
4.Inefficiency
5.New Life
6.Who We Are
7.Land Of Doom
8.Ship Of Fools
9.Bow And Scrape
10.The Glory Of The Pillory

John KillerBob – bass,vocals
Christo Machete – drums
Olly Razorback – guitars

KILLERS LODGE – facebook

Nicumo – The End Of Silence

I Nicumo offrono una proposta decisamente fruibile ed immediata, individuabile in un hard rock dai tratti piuttosto melodici e talvolta malinconici, che si presenta come una summa di alcune delle band finniche capaci, nel recente passato, di lasciare un segno tangibile nella scena europea.

Dopo aver esaminato nel recente passato diverse uscite discografiche da parte di band finlandesi, meritoriamente portate alla ribalta anche nel nostro paese grazie all’operato della Red Cat Promotion, terminiamo almeno per ora questo ideale “tour dei mille laghi” con gli ottimi Nicumo.

Inseriti nell’interessante e variegato valido roster della label locale Inverse Records, i nostri offrono una proposta decisamente fruibile ed immediata, individuabile in un hard rock dai tratti piuttosto melodici e talvolta malinconici, che si presenta come una summa di alcune delle band finniche capaci, nel recente passato, di lasciare un segno tangibile nella scena europea.
L’opener Follow Me mostra subito la capacità dei Nicumo di comporre brani orecchiabili ma non per questo effimeri, andandosi a collocare nella scia dei Sentenced più melodici, mentre la successiva All Gone è un esempio di songwriting versatile, in grado di passare con disinvoltura da momenti carezzevoli in stile Him a ruvidezze vocali degne del Ville Laihiala epoca “Down”. Proprio la capacità di svariare tra diverse gamme vocali da parte del bravissimo cantante Hannu Karppinen è sicuramente uno dei valori aggiunti per il quintetto, basti ascoltarlo quando in Exorcist si traveste (solo metaforicamente, per sua fortuna … ) da Mr.Lordi, conducendo in porto un altro brano dal groove irresistibile. Il resto della band non è certo da meno, anche se la disinvoltura con la quale vengono sciorinati i brani fa apparire tutto molto più semplice di quanto non sia in realtà: ognuno svolge il proprio compito con classe invidiabile, senza strafare e ponendosi come unico obiettivo la riuscita dei singoli brani. Nel prosieguo del disco si segnalano altri ottimi episodi, come la più ritmata My Bullet, o My Own Silence, dove fanno capolino sonorità che richiamano un altro pezzo da novanta della scena finnica quali gli Amorphis. Messa così, potrebbe essere naturale liquidare questo lavoro come una semplice, seppur riuscita, operazione di collage, sottovalutando invece la capacità mostrata da questi musicisti nel fare proprie tali innegabili influenze e rimodellarle in funzione di una resa finale dalla qualità francamente inattaccabile. Sarebbe un vero peccato, quindi, se una realtà come i Nicumo restasse confinata ai ristretti (almeno dal punto di vista demografico) confini nazionali, perché un sound come quello proposto in The End Of Silence ha tutte le carte in regola per poter fare breccia ad ogni latitudine.

Tracklist:
1. Follow Me
2. All Gone
3. Devil
4. Exorcist
5. Firestorm
6. My Bullet
7. Difference
8. Kills Me
9. My Own Silence
10. Lines Drawn by Tears

Line-up :
Sami Kotila – Bass
Aki Pusa – Drums, Percussion
Tapio Anttiroiko – Guitars
Atte Jääskelä – Guitars
Hannu Karppinen – Vocals

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