The Sonic Dawn – Eclipse

Il risultato è un piccolo capolavoro di psichedelica bellezza, un dolcissimo viaggio verso non una ma tante luci colorate, finalmente liberi, finalmente leggeri.

Ci sono cose e soprattutto dischi che vanno degustati con calma, che devono avere il tempo adeguato per potersi impossessare di noi stessi e contagiare ogni stilla del nostro sangue, e questo è ciò che fa il terzo album dei danesi The Sonic Dawn.

Il gruppo è uno degli esponenti più lucenti e stupefacenti della nuova ondata psichedelica che sta mietendo molte vittime in tutto il globo. Il suono è pesantemente legato agli anni sessanta e settanta, decenni cruciali per richiedevano creatività e talento. Ascoltando Eclipse si viene trasportati lontano, in un suono di psych rock con momenti fuzz e forti venature jazz, aperture che sono piccoli diamanti che brillano in una luce completamente nuova e generano stupore, che è proprio quello che si prefissa il gruppo. Le canzoni sono il frutto di un intero anno di lavoro e quelle che potete ascoltare qui sono state scelte in un novero di quaranta canzoni. Il disco è concepito come il racconto di una lunga notte in cui la natura e l’immaginazione la fanno da padroni, con la descrizione dei vari momenti fino all’arrivo di una radiosa mattina. Il lavoro dei danesi è notevole, le linee di chitarra sono pressoché perfette e giocano benissimo fra di loro, la batteria è amorevolmente analogica e bellissima, la voce calza perfettamente e poi c’è l’organo Hammond che è il valore aggiunto del gruppo.
Il risultato è un piccolo capolavoro di psichedelica bellezza, un dolcissimo viaggio verso non una ma tante luci colorate, finalmente liberi, finalmente leggeri.
I The Sonic Dawn non suonano esclusivamente per un pubblico psichedelico, ma sono un qualcosa che piacerà anche a chi possiede una mente musicalmente aperta e a chi vuole crearsi, anche solo per qualche momento, una realtà diversa e migliore da quella attuale.

Tracklist
1 Forever 1969
2 Psychedelic Ranger
3 The Stranger
4 No Chaser
5 Opening Night
6 Circle of Things
7 On the Edge of Our Time
8 Christiania
9 The Last Page
10 Love Bird
11 To Change Who We Are
12 Islands in Time
13 Towards the End

Line-up
Emil Bureau – Guitar / Lead vocals
Jonas Waaben – Drums
Niels ‘Bird’ Fuglede – Bass guitar

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ParcoLambro – ParcoLambro

Sei brani per quasi un’ora di musica che non conosce l’usura del tempo e che necessita, in modo d’essere apprezzata anche da chi non frequenta più certi lidi sonori da anni, della giusta apertura mentale per farsi attraversare da note provenienti dalle più disparate direzioni.

Questo album autointitolato, uscito nel 2017 per Music Force, mette in luce il quintetto bolognese ParcoLambro, band che offre un sound capace di tener fede agli intenti dichiarati in sede di presentazione, facendo riferimento a gruppi storici come Area (direi più la versione 2 guidata dal compianto Giulio Capiozzo, rispetto a quelli monumentali con Demetrio Stratos) e Soft Machine.

Se emulare i nomi presi a riferimento rappresenta decisamente una bella sfida, bisogna dire che i ParcoLambro reggono adeguatamente il confronto, grazie ad un approccio che è quello tipico della jam session, attualizzato comunque da un uso originale dell’elettronica e di una notevole varietà ritmica.
Come spesso accade in tali frangenti, a fare la parte del leone sono soprattutto i fiati e un organo che fornisce un notevole carico di psichedelia al tutto, ma anche la restante strumentazione è protagonista con pari dignità, per cui non resta, a chi lo voglia fare, di compiere quello che è comunque il tuffo in un passato musicale sigillato saldamente nel DNA della mia generazione (ovvero quella degli imberbi ragazzotti che nel ’79 gremivano l’Arena di Milano per ricordare uno dei più grandi vocalist mai apparsi sul pianeta), indipendentemente dai gusti e dagli ascolti sviluppati negli anni a venire.
Abbiamo così sei brani per quasi un’ora di musica che non conosce l’usura del tempo e che necessita, in modo d’essere apprezzata anche da chi non frequenta più certi lidi sonori da anni, della giusta apertura mentale per farsi attraversare da note provenienti dalle più disparate direzioni; infatti, se il brano d’apertura #5 sembra fornire coordinate riconducibili ai già citati modelli, arriva la prima parte di Nord con il suo incipit funky a smentire il tutto, mente in Not For You sembra a tratti di ascoltare la Mahavishnu Orchestra con i fiati a sostituire il violino, prima che a spiazzare ulteriormente arrivi una breve parte cantata, che resterà l’unica nell’intero lavoro.
Notturno è improvvisazione allo stato puro, mentre è un’altra traccia divisa in due parti, Ibis, a chiudere al meglio quest’opera impegnativa ma allo stesso tempo gratificante; non c’è solo una fredda esibizione di tecnica nel progetto musicale dei ParcoLambro, bensì il fluire privo di vincoli di una musica progressiva nel senso più genuino del termine.
Considerando che l’album non è proprio recentissimo, è auspicabile che a breve la band bolognese possa rifarsi viva con qualche succulenta novità.

Tracklist:
1. #5
2. Nord pt. 1
3. Nord Pt. 2
4- Not For You
5. Notturno
6. Ibis Pt. 1
7. Ibis Pt. 2

Line up:
Clarissa Durizzotto – sax alto
Mirko Cisilino – trombone, farfisa, moog, nordlead
Giuseppe Calcagno – chitarra, basso
Andrea Faidutti – chitarra, basso, voce
Alessandro Mansutti – batteria

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