Norse – Norse

Calma, distorsioni e melodie molto ben delineate, nella decadenza e nel destino immanente che ci aspetta i Norse sono la perfetta banda della nave che nemmeno affonda, ma vive perennemente sotto la minaccia di farlo.

Debutto per i Norse, giovane gruppo italiano formatosi da poco.

I Norse fondamentalmente fanno noise con forti influenze post metal e tanti altri post, hanno delle linee melodiche da paura e il loro suono è qualcosa che mancava alle nostre latitudini. Tante realtà alternative poi si rivelano solo un insieme di pose, preoccupate più della loro immagine che delle note, mentre qui al centro di tutto c’è la musica. L’aria è bassa e umida, e i Norse ci portano in giro attraverso una decostruzione costante e potente della realtà: la musica diventa un cuneo nel quale insinuarsi e andare a scoprire cose nuove, esplorando paesaggi disidratati e ancora più aderenti alla loro natura. Calma, distorsioni e melodie molto ben delineate, nella decadenza e nel destino immanente che ci aspetta i Norse sono la perfetta banda della nave che nemmeno affonda, ma vive perennemente sotto la minaccia di farlo. Tutto il disco è costruito molto bene, ci sono tracce con improvvise sfuriate che vengono da lontano, da quella tradizione hardcore italiana che ha saputo cambiare e diventare un seme che feconda molte cose diverse fra loro. La traccia finale Manca è un qualcosa che ti scava dentro, un Don Caballero molto più variopinto ed urgente. Nel disco omonimo del gruppo si può trovare anche molto emo declinato nella maniera giusta, perché l’emo in Italia è stato spesso sublimato, e anche qui ce n’è un esempio. Un disco moderno, intelligente e musicalmente molto emozionante, senza difetti e che vi regalerà molti ascolti. Se volete un clic ed un ascolto veloce questo disco non fa per voi, ma se invece avete voglia di un’immersione in qualcosa di ben fatto e di corrosivo, questo è il posto giusto (l’album è in download libero dal bandcamp dei Norse).

Tracklist
1.collezione
2.aral
3.baratto
4.debacle
5.manca

NORSE – Facebook

Holding Patterns – Endless

In Endless ci sono tanti elementi del periodo d’oro della musica alternativa, quando le idee erano valide e volavano leggere, e ascoltando gli Holding Patterns si può avere ancora speranza in quel bitume che viene così denominato.

Gli inglesi Holding Patterns sono in pratica tre quinti della formazione dei Crash Of Rhinos, gruppo di Derby che pubblicò due buoni dischi nel 2011 e nel 2013.

Dopo aver provato una riunione del gruppo poi fallita per problemi di tempo, ecco nascere questo nuovo gruppo. Il debutto è uno dei dischi di musica alternativa fra i più belli degli ultimi tempi grazie ad una freschezza ed un tiro davvero notevoli. Il loro retroterra è molto importante, c’è un po’ di quell’emo rielaborato in maniera speciale che già era presente nei Crash Of Rhinos, in più troviamo una composizione cresciuta e molto matura, un tentativo riuscito di coniugare le forme spigolose del math rock con qualcosa di più smussato, ma altrettanto emotivo. Ci sono tanti elementi del periodo d’oro della musica alternativa, quando le idee erano valide e volavano leggere, e ascoltando gli Holding Patterns si può avere ancora speranza in quel bitume che viene così denominato. Il power trio inglese confeziona un disco che emoziona e colpisce, sia dal punto musicale che da quello dei testi. Sono momenti in cui si tirano le somme, non può essere altro che così, gli Holding Patterns lo fanno senza problemi e con un’ottima forma. Le loro canzoni hanno quella cadenza tipica dei musicisti che finalmente fanno quello che gli pare, e se questo disco fosse uscito anni fa avremmo gridato al miracolo, mentre è ancora più importante che sia uscito ora. Per il nuovo disco il gruppo ha anche cambiato approccio nel modo di scrivere le canzoni, ed il risultato è una forma originale e molto fresca. Ci sono passaggi clamorosi e momenti di sincere lacrime nemmeno fossero i Get Up Kids, ma con addirittura qualcosa in più rispetto agli americani, un quid dato dalla maggior libertà compositiva. Una canzone come Dust, ma potrebbe valere lo stesso discorso per tutte le altre, è qualcosa che davvero mancava, ed è un piccolo miracolo come tutto questo disco.

Tracklist
1.Glow
2.At Speed
3.First Responder
4.Centered At Zero
5.No Accident
6.Pyre
7.Dust
8.This Shot Will Ring
9.Endless
10.House Fire
11.Long Dead
12.Momentarily

Line-up
Oli
Draper
Jim

HOLDING PATTERNS – Facebook

Tritonica – Disforia

Sì, siamo costantemente sull’orlo del precipizio, e solo una certa maniera di intendere la musica come hanno questi tre ragazzi può ancora liberare animo ed energia per portare avanti un discorso musicale fruttuoso.

I Tritonica sono un gruppo romano fondato nel 2016 e fautore di un noise post sludge math che è davvero una delizia ed una preghiera al dio dei tritoni, la più empia e blasfema figura musicale della storia.

Il gruppo è composto da tre studenti universitari, o da tre laureati, tre disoccupati, tre precari, la ripetizione del numero magico, accomunati dall’amore per la musica prog nel senso più esteso del termine, ovvero un qualcosa che vada oltre e non si fermi alle apparenze. La loro musica è felicemente inclassificabile e non per tutti anzi, chi si vuole avvicinare lo fa a suo rischio e pericolo. Disforia è un disco che esprime molto meglio il disagio e le fratture che viviamo. Un disco di musica totale che si dimena di fronte a noi, senza avere alcuna voglia di piacere, anzi si accetta meglio il dispiacere che il suo contrario. L’atmosfera qui perde le coordinate spazio temporali, e ci si immerge in un turbolento mare oppiaceo, con la tragedia che incombe ma che è al contempo una liberazione, il tutto con i modi di un Les Claypool più vario e meno cervellotico. I registri musicali del lavoro sono molteplici e non si viaggia in un’unica direzione, se non quella di essere distorti, e si canta o si suona e basta, ma sempre con un’identità ben precisa e soprattutto ben strutturata, che fa di Disforia un continuum con un senso solo se ascoltato tutto assieme o lasciandosi portare da lui. Sì, siamo costantemente sull’orlo del precipizio, e solo una certa maniera di intendere la musica come hanno questi tre ragazzi può ancora liberare animo ed energia per portare avanti un discorso musicale fruttuoso. I continui campi di tempo e di registro rendono questo disco un’esperienza che rientra in quella bellissima nouvelle vague noise ed altro che in Italia abbiamo sempre avuto e che offre tanti e succosi frutti underground. Disforia è corposo, vero e contundente là dove si vorrebbe che tutto andasse bene: ascoltatelo mentre vi cola l’ansia dentro il corpo.

Tracklist
1 al-Ghazali
2 Manjala
3 Zags in Bb
4 Alchimia del fato
5 Cronotopica
6 Coagula
7 Jimi
8 Semiramis
9Semiramide
10 Solve
11 Mimonesis

Line-up
Andrea El Khaloufi – Chitarra e Voce
Alfredo Rossi – Basso e Voce
Nicola Di Lisa – Batteria e Voce

TRITONICA – Facebook

Crocodile Gabri – Le Mie Cose Stranissime

Esordio discografico dei catanesi Crocodile Gabri, un gruppo che fa musica totale, figlio della florida ed originale scena catanese, dove l’underground è sempre stato per fortuna diverso.

Ci sono spazi preziosissimi di musica liberata, zone temporaneamente liberate dall’obbligo di vendere, di dover costruire suoni per farli sentire negli ipermercati e far comprare i consumatori, o per seguire una moda.

Musica che sgorga direttamente dai flussi di coscienza, neuroni che diventano ritmi e viaggiano liberi senza uno scopo, se non quello di far ragionare e di smuovere le cellule che stanno dentro di noi. Quanto sopra è solo una parte del quadro più ampio che potrete trovare dentro all’esordio discografico dei catanesi Crocodile Gabri, un gruppo che fa musica totale, figlio della florida ed originale scena catanese, dove l’underground è sempre stato per fortuna diverso. In un momento, quella che sembrava una canzone pop diventa noise, l’indie rock muore ucciso dal math e si riparte con una costruzione free jazz: ricchezza musicale e di pensiero, che poi sono le due cose fondamentali per un gruppo che voglia essere tale. Si potrebbero fare tanti accostamenti, tipo i Mr. Bungle o le cose come Shellac o Tortoise, la verità è che molti possono pensare che questo disco sia di difficile ascolto, mentre si deve considerare una liberazione, via gli steccati, via i generi e le pose, lasciando spazio a liberi pensieri e ancora più liberi pensieri musicali. Che tristezza rimanere ancorati alla tradizionale forma canzone, mentre qui si corre nudi sulla spiaggia, con una bella dose di malinconia tutta sicula e tanto umorismo mai fuori posto. Fa anche capolino un pizzico di elettronica, perché tutto viene usato in funzione di ciò che si vuole fare e non il contrario. Per le anime metalliche ci sono alcune sfuriate noise che vi entreranno nel cuore e faranno amare questo disco a chi ha tanti ritmi in testa e non ne vuole lasciare nemmeno uno per strada. E’ bellissimo perdersi in un’intelligente cascata di note, bagnarsi, asciugarsi e poi buttarsi nel fango, qui tutto è finalmente possibile. Inoltre i Crocodile Gabri escono per Seminal Pastures, un’etichetta di Catania che raccoglie una scena meravigliosa e libera.

Tracklist
1.Le Mie Cose
2.Ammiraglio
3.Combo
4.Fast Boy
5.Basta Con Questo Copyright
6.Tabernacol
7.Preoccupandomi Allarmai Madame Cancellier
8.Cambiamo La Società