We Came As Romans – Cold Like War

Un disco come Cold Like War è diretto ad una tipologia ben precisa di pubblico, e non si può disprezzare solo perché non è vero metal o per altri motivi, ma bisogna contestualizzarlo.

I We Came As Romans sono un gruppo americano fra i più famosi nella galassia metalcore/metal moderno.

Di metal in loro, a dire il vero, se ne può trovare molto poco, ci sono chitarre abbastanza potenti e distorte che contribuiscono a dare un suono al cento per cento a stelle e strisce, in maniera da coniugare una supposta durezza con una grande melodia, creando un suono molto caro agli adolescenti. Il gruppo proviene dal Michigan ed è attivo dal 2009, e tutti i suoi dischi sono stati venduti in maniera abbastanza cospicua anche in tempo di crisi, soprattutto perché rivolti ad un pubblico adolescenziale, che frequenta molto anche i loro concerti. Un disco come Cold Like War è diretto ad una tipologia ben precisa di pubblico, e non si può disprezzare solo perché non è vero metal o per altri motivi, ma bisogna contestualizzarlo. Gruppi di questo tipo sono qualcosa che non è metal, ma inteso nel senso strettamente sonoro. Tutto in questo gruppo è curato fin nel minimo dettaglio, dai momenti maggiormente melodici agli intarsi di elettronica, ai video che hanno un’eccellente regia, tutto sotto controllo insomma. Le canzoni hanno il medesimo schema sonoro, e come detto sopra sono tutte per un pubblico specifico. La Sharptone Records, sussidiaria della Nuclear Blast, continua nella sua opera di diffusione di tutto lo spettro del metalcore e post hardcore, anche se questa non è sicuramente la loro migliore opera nel catalogo, ma commercialmente sarà una vittoria, e magari qualche canzone finirà anche in una colonna sonora di un film per adolescenti.

Tracklist
1. Vultures With Clipped Wings
2. Cold Like War
3. Two Hands
4. Lost in the Moment
5. Foreign Fire
6. Wasted Age
7. Encoder
8. If There’s Something to See (Feat. Eric Vanlerberghe from I Prevail)
9. Promise Me
10. Learning to Survive

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Diablo Blvd – Zero Hour

I Diablo Blvd hanno un senso della melodia eccezionale e compongono canzoni molto godibili, sempre con la giusta dose di cattiveria e dolcezza: se ha senso parlare di metal moderno qui si può trovarne la migliore definizione possibile.

I belgi Diablo Blvd suonano un metal costruito attraverso immagini molto forti, come fosse un film, o ancora meglio un’opera teatrale.

La musica arriva potente, melodica e diretta, potenziata da un uso molto sapiente delle possibilità del gruppo che sono molto elevate. Non a caso la band è stata fondata da Alex Agnew, un attore famoso nel Benelux, e dal chitarrista Dave Hubrechts. Dopo due album di buon successo soprattutto nelle classifiche belghe e che li hanno portati ad esibirsi in numerosi festival estivi in patria, il gruppo firma per Sony e fa uscire il terzo disco che si intitola Follow The Deadlights: qui comincia la loro storia con la Nuclear Blast, impressionando molto uno dei boss dell’etichetta, Markus Steiger. E ora eccoci arrivati a Zero Hour, un disco molto bello e perfetto manifesto di cosa siano i Diablo Blvd, ovvero uno dei maggiori gruppi al mondo in fatto di metal melodico, grazie ad senso della melodia eccezionale e a canzoni molto godibili, sempre con la giusta dose di cattiveria e dolcezza: se ha senso parlare di metal moderno qui si può trovarne la migliore definizione possibile. Le influenze sono molte, ma la sintesi è tutta di questi belgi che riescono anche nella difficile impresa di non imitare gli americani o gli scandinavi, costruendosi invece un suono molto personale. Come detto poc’anzi il gruppo costruisce uno spettacolo grazie alla magnificenza di un sound che spesso parte in sordina per poi allargarsi come le ali di un’aquila, non tralasciando mai la dovuta durezza. Zero Hour è la summa del suono dei Diablo Blvd e al contempo il punto più alto di un gruppo che dal vivo rende molto bene, come si può intuire dall’ascolto del disco. Inoltre i testi sono molto acuti e mai banali, e sia ascoltando l’album che guardando i video è manifesto un disegno dietro a tutto questo, un messaggio molto importante che dovrete scoprire da soli.

Tracklist
1. Animal
2. Sing From The Gallows
3. Life Amounts To Nothing
4. God In The Machine
5. You Are All You Love
6. The Song Is Over
7. 00 00
8. Like Rats
9. Demonize
10. The Future Will Do What It’s Told
11. Summer Has Gone

Line-up
Alex Agnew – Andries Beckers –
Kris Martens – Tim Bekaert

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All Else Fails – The Forever Lie

Non cercate influenze o ispirazioni, schiacciate il tasto play e tuffatevi in questo ottimo esempio di moderno metallo che è The Forever Lie.

Il metalcore è uno dei generi che più divide gli amanti del metal, ma ha saputo regalare ottima musica, almeno finché le troppe uscite non hanno cominciato a saturare il mercato.

Questo non vuol dire però che non ci si possa imbattere in album di spessore e i canadesi All Else Fails hanno dato vita ad un gran bel lavoro.
Attivo da una decina d’anni con una manciata di lavori alle spalle e molte apparizioni live di fianco a nomi altisonanti del metal estremo americano, il gruppo di Edmonton ha confezionato un’opera che non mancherà di trovare ammiratori: il sound su cui si poggia The Forever Lie è un metal moderno dalle ritmiche core, anche se molto varie e per nulla scontate, su cui elettronica, metal ed orchestrazioni melanconicamente dark, accompagnano un uso delle due voci (pulita ed estrema) davvero sopra la media ed in grado di trasmettere emozioni.
Il tutto si riassume in un suono caldo, per nulla scontato, là dove ormai gli album si assomigliano un po’ tutti nel loro sviluppo freddo e dai pochi spunti emozionali.
Chorus che si incastrano a dovere tra le spire di un rettile che ci avvolge ed ipnotizza tra bombardamenti metallici ed eleganti orchestrazioni che permettono al suono di uscire pieno, travolgono l’ascoltatore sotto lo tsunami di note prodotte dall’opener Beneath The Waves, la splendida Twice Broken e la devastante Bones, prima che Terracide metta la parola fine ad un album molto interessante.
Non cercate influenze o ispirazioni, schiacciate il tasto play e tuffatevi in questo ottimo esempio di moderno metallo che è The Forever Lie.

TRACKLIST
1.Beneath The Waves
2.The Sons Of Plenty
3.The Forever Lie
4.Twice Broken
5.Bones
6.Terracide

LINE-UP
Barrett Klesko – Vocals, Guitar, Programming
Chase J Stevenson – Bass, Vocals
Mike Sands – Guitar
Francisco Armas – Drums

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